sabato 9 settembre 2017

pc 9 settembre - "LA MALARIA NON E' COLPA DEI MIGRANTI..." - Non è che c'entra l'imperialismo...?

Dall'intervista su Repubblica di Davud Quammen autore del bestseller sulle epidemie, "Spillover"

Il caso di Trento si è incrociato con il dibattito sull'immigrazione. Che ne pensa?
"È davvero un errore collegare questa triste vicenda al problema delle migrazioni. È vero: i migranti possono arrivare in Italia con malattie contratte nei loro paesi di origine. Ma questo vale anche per i turisti italiani che sono stati in aree tropicali di Africa, Asia e America. Le zanzare che fanno da vettore per malattie come la malaria e i virus come Ebola non discriminano le loro possibili vittime sulla base del colore della pelle o della nazionalità. Lo fanno in base alla povertà. Il giorno in cui moriva la sfortunata Sofia, altri mille bambini perdevano la vita a causa della stessa malattia, la maggior parte di loro nell'Africa subsahariana. La malaria è un rischio mortale molto più per le popolazioni povere di quell'area che non per le élite del Burkina Faso o del Congo, né tantomeno per i turisti italiani che vanno lì in vacanza. Lo stesso vale per la febbre gialla o per Ebola. Quest'ultimo colpisce soprattutto i remoti villaggi dell'Africa Centrale ed è così rapido che raramente vola in aereo: uccide le sue vittime prima ancora che possano mettersi in viaggio".


dalla malaria come ci potremo difendere?
"Certo non chiudendo le frontiere contro i migranti. La miglior difesa è

curare la povertà, in patria e all'estero, e garantire un buon livello di assistenza sanitaria a tutti quelli che vivono in Italia. E lo dico vivendo in una nazione, l'America, che con la povertà e l'assistenza sanitaria dei suoi cittadini ha non pochi problemi "

Ma i cambiamenti climatici in corso potrebbero innescare processi di questo tipo?
"Se si dovesse dimostrare che una specie di Anofele capace di trasmettere la malaria si è stabilita nel vostro Paese, questo potrebbe effettivamente avere a che fare con il riscaldamento globale che sta cambiando le condizioni ambientali. Non ci sono prove, ma è seria un'ipotesi su cui lavorare ".

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