Cosa dire in questi casi? Immediatamente uno pensa alla malasorte, al caso che si accanisce drammaticamente su una intera famiglia. In realtà, come la maggior parte delle volte succede, il fantomatico “destino” non c’entra niente.
Aniello e la sua famiglia vivono ad Acerra, una delle zone più devastate della Campania dall’inquinamento causato dallo smaltimento di rifiuti tossici nel sottosuolo di quelle campagne per
anni; dai “fuochi” accesi per bruciare rifiuti che altrimenti costerebbe eliminare legalmente; in passato dalle fabbriche tossiche presenti nella zona. Oggi anche dall’inceneritore “legale” voluto per risolvere “definitivamente” il problema dei rifiuti a Napoli che è rimasto irrisolto.
La “terra dei fuochi” non è il prodotto però di una popolazione imbarbarita che non conosce la civiltà, ma è il frutto della corsa al profitto “maledetto e immediato” che imprenditori del sud,  (la stessa camorra è principalmente una organizzazione economica per il profitto), realizzano attraverso i rifiuti perlopiù “esportati” dai padroni del nord.
La piccola Carmela sarebbe morta di tumore al cervello ad appena cinque mesi di vita se fosse vissuta in una zona non inquinata?
Il padre di Carmela è fuori dalla fabbrica dove lavorava da anni e senza prospettive per la stessa causa che è alla base della morte della piccola Carmela: il profitto. Qui non ha la faccia sporca e truce della devastazione del territorio e della malavita, ma ha gli abiti puliti e i modi gentili dei manager. E’ asettico e oggettivo. Il suo linguaggio è quello dei numeri, dei costi e dei ricavi. Ma è sempre lui.
Il profitto lo si può realizzare con l’inquinamento e la violenza fisica, come con i ritmi forsennati della produzione negli stabilimenti super tecnologici. Con il taglio dei costi  attraverso lo smaltimento dei rifiuti in modo da distruggere l’ambiente. Oppure  licenziando operai e aumentando i ritmi e la produzione ai compagni che rimangono a lavorare.
Il fine ultimo è sempre lo stesso: assicurare la bella vita ai padroni.

da operai contro
Franco Rossi