domenica 13 agosto 2017

pc 13 agosto - Orlando e il "modello Palermo" all'opera... tra "divorzi" "maggioranza in bilico" e liti per le poltrone

Ci sono voluti due mesi per insediare il consiglio comunale di Palermo. Ben due mesi di conta dei voti, e, quindi, di una città “senza governo”, di cui pochi in realtà si sono accorti o lamentati. Finita la conta e accertati i nomi dei consiglieri eletti si va alle sedute che dovevano servire a scegliere il presidente del Consiglio comunale, e i presidenti delle commissioni. Apriti cielo! Ma apriti anche gli occhi, così da vedere meglio cos’è il “modello Palermo”.

La “lite” per l’elezione del presidente del consiglio dura un po’ e alla fine con il più classico degli accordi, si trova la soluzione. Orlando voleva che si riconfermasse il suo omonimo, Totò Orlando, e così è stato, consegnando in cambio la vicepresidenza al più votato dell’opposizione, Tantillo. Questa soluzione non è piaciuta a tre della maggioranza che sono usciti dall’aula al momento del voto! E si è parlato subito di “naufragio della maggioranza”. E “fortemente contraria” è stata anche una consigliera dell’opposizione che ha lasciato il suo gruppo ancora prima che questo si formasse! E siamo solo all’insediamento! Di cui racconteremo in un altro momento, le forme e i modi da genuina sagra di paese!

Il fatto che comunque questa “maggioranza” può durare lo confermano le dichiarazioni molto “coerenti” dei tre che erano usciti dall’aula e che hanno assicurato tutti che faranno ancora parte della maggioranza, e le frasi di Ferrandelli, “leader dei Coraggiosi” sconfitto da Orlando alle elezioni, ma consigliere comunale per diritto, che, accusato di non fare opposizione e aver agevolato i piani di Orlando, dice una serie di frasi da incorniciare: “Con molti consiglieri pure di maggioranza solo legato da un percorso politico comune … C’è una facilità di dialogo a Sala delle Lapidi … ci troviamo con un’aula particolare … un consiglio senza dubbio più esperto e più rappresentativo. Anche se rimane per certi versi amorfo. Ci sono giocatori con maglie incrociate…” un “festival dei voltagabbana” di questo tipo, come è stato definito da un politico di lungo corso, non era ancora stato chiamato così. Ma così dice Ferrandelli! In che cosa però questo consiglio sarebbe più esperto e rappresentativo non si è capito! Visto che molti sono giovani alle prime armi, al massimo figli o parenti vari di ex consiglieri, e oltre la metà dei palermitani non ha votato!
Ma tant’è! Di cose strane ce ne sono in questo consiglio, come il fatto che uno (1) fa “gruppo consiliare”, per esempio lo stesso Ferrandelli si è fatto il suo gruppo da solo (dicono che lo Statuto permette una scemenza simile!). Di stravagante c’è pure il fatto che i partiti, che durante le elezioni non hanno il coraggio di presentare simboli e si nascondono dietro le “liste civiche”, poi creano i gruppi consiliari con i nomi dei loro partiti. Oppure, ancora, il nome di una delle liste, quella dell’ex fascista Mimmo Russo, che si chiama Palermo 2022, insomma una lista a scadenza, cinque anni, il tempo della legislatura.

Risolta la “lite” per il presidente del consiglio, si apre quella per i presidenti di commissione, quelle più importanti, innanzi tutto, bilancio e urbanistica. E qui si rischia perché sono già saltate ben due sedute e sembra tutto rimandato a dopo Ferragosto, tanto che alcuni giornali parlano già di divorzi: “Palermo: salta il consiglio comunale, lite sulle commissioni fra Pd e Ap - Il divorzio post-elettorale tra alfaniani e democratici paralizza la nomina delle commissioni consiliari: la seduta prevista stasera alle 18 è saltata per mancanza del numero legale dopo vari rinvii”.


Visto come si sono “sposati” per vincere le elezioni (una poltrona li ha uniti, una poltrona li può dividere),  i “divorzi” sono dietro la porta! Tutto questo mentre, i “problemi” della città continuano e si accumulano: disoccupazione, servizi, immondizia, acqua, incendi… e mentre da parte sua, Orlando, messo al sicuro il posto di sindaco, va per la sua strada, componendo la sua giunta con i nomi che si è scelto, e lascia che i consiglieri in aula si “scannino”, con la solita arroganza che lo contraddistingue e la sicurezza di poter tenere comunque tutti insieme con questo suo “modello”. Ci riuscirà? L’anteprima l’abbiamo vista…

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