giovedì 6 luglio 2017

pc 6 luglio - Un'infame individuo, ma che è espressione delle concezioni di questo sistema

"Lo stupro? Una bambinata". Ma ora il sindaco di Pimonte si scusa: "Un'espressione infelice"
La quindicenne vittima del branco ha lasciato il piccolo centro in provincia di Napoli. Il primo cittadino: "Solidarietà a lei a alla famiglia"
di ANNA LAURA DE ROSA

05 luglio 2017 

"Una bambinata". Il sindaco di Pimonte Michele Palummo definisce così, in una puntata de "L’aria che tira" del 3 luglio, lo stupro di gruppo su una ragazzina di 15 anni da parte di 12 suoi coetanei tra cui il fidanzato. Seduto su un terrazzo, l'ex professore dice al microfono:  "Ormai è passata, sono tutti minorenni, che ti puoi aspettare". "Uno stupro di gruppo? - chiede il giornalista Roberto D'Antonio -
No, nel modo più assoluto", si corregge il primo cittadino. "Sono parole inquietanti", protestano Celeste Costantino, deputata Sinistra Italiana, e Stefania Fanelli dell'associazione "Frida Kahlo - La città delle pari opportunità".  Solo pochi giorni fa la ragazza violentata dal branco è stata costretta a lasciare Pimonte dopo il ritorno in paese dei coetanei denunciati. Si è trasferita in Germania con la sua famiglia per ritrovare serenità. Il reintegro di tre dei violentatori "messi alla prova" proprio a Pimonte era troppo da sopportare. Nel paesino di seimila anime in provincia di Napoli, tra Castellammare e la costiera amalfitana, i silenzi fanno male. Donne e uomini intervistati si trincerano dietro un "Non so niente  e non voglio sapere niente", "Non mi riguarda", "E che devo fare", "Parlate sempre di questo?". 
 Il sindaco, eletto appena un mese fa, ora si scusa. Con la ragazza e la sua famiglia "ma vuol fornire la sua versione dei fatti" fanno sapere dal Palazzo.
 "Intendo – scrive Palummo in una nota affidata a Repubblica - prima di ogni altra cosa-porgere le mie più sentite scuse alla nostra giovane concittadina, alla sua famiglia e all’intera cittadinanza per aver utilizzato, durante l’intervista a La 7, un’espressione infelice, assolutamente impropria e che non era affatto riferita a quanto le è purtroppo capitato. E’ un’espressione che non rispecchia affatto il mio pensiero, in quanto condanno, per principio, ogni forma di violenza e di sopruso, tanto più se perpetrata contro una giovane donna; ho condannato l’episodio quando è successo lo scorso anno e continuo a ritenerlo oggi un fatto quanto mai grave". Il sindaco si riserva di intraprendere altre inziative e aggiunge: "Ho 73 anni, sono padre e nonno di tre nipoti, ma soprattutto sono stato insegnante per ben 40 anni e la mia vita sono una chiara ed evidente testimonianza dei valori in cui credo e per i quali ho vissuto e continuo a vivere. Intendo, inoltre, ribadire che Pimonte è un paese pulito, sano, fatto di persone perbene, di onesti lavoratori". "La violenza capitata -conclude - che condanno senza mezzi termini, rappresenta un caso isolato, sicuramente una pagina buia della nostra storia. Ma non abbiamo intenzione di arrenderci, lavoreremo instancabilmente per migliorare il tessuto sociale della nostra comunità e per evitare che episodi del genere si ripetano in futuro".
Nel tardo pomeriggio interviene
il parroco del paese: "Un'offesa a Dio, altro che bambinata. Ma non siamo barbari". 

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