lunedì 17 luglio 2017

pc 17 luglio - La crisi “economica” è passata? Il ministro Padoan fa lo spiritoso e canta “Siamo fuori dal tunnel…”

Già ci aveva abituati il vampiro Monti quando diceva di vedere la luce in fondo al tunnel! Sono cambiati due presidenti del consiglio ma il buio è ancora pesto! E adesso, ispirato forse da un sabato italiano, il ministro dell’economia Padoan ha stabilito che “Siamo fuori dal tunnel della crisi”. Non ci crede nessuno che abbia un po’ di cervello, ma nemmeno lui in fondo, visto che è costretto a premettere che è un ottimista, che la “strada è stretta ma in fondo la vede allargarsi”… E La Repubblica lo riprende un po’ canzonandolo: “Padoan e l’ottimismo” titola un suo articolo online del 15 luglio.

L’ottimismo del triste Padoan, espresso alla festa della rivista economica di esponenti del Pd, Left wing, a questo punto è obbligatorio, per evitargli una depressione a lungo termine, visto che i dati economici su cui si fonda sono quelli che abbiamo più volte criticato: si parla sempre di “stime” della crescita, ma non solo, lui aggiunge i “problemi tecnici” del fiscal compact a livello europeo, cioè le regole che non permetterebbero ai governi di spendere aumentando il debito pubblico.

Aggiungiamo solo alcune frasi e poi lo lasciamo in pace con sé stesso!

“Il riferimento – continua la Repubblica citando Padoan- è anche alle ultime proiezioni di Bankitalia che prevedono una crescita economica al +1,4% per quest'anno.” E infatti ci risiamo con le “proiezioni”, mai dati concreti concreti, perché quelli fanno paura.
“’I numeri sono importanti e positivi, ma soprattutto sono il frutto di un'accelerazione degli investimenti’, ha aggiunto il ministro secondo cui sono sorti "più capannoni, più industrie" e queste "sono cose che restano".

Innanzi tutto non è per niente sicuro che restano visto che la crisi al contrario fa chiudere fabbriche su fabbriche e tanti altri settori commerciali, bancari ecc. soprattutto quando vengono meno gli “incentivi” dello Stato. E infatti, per quanto riguarda gli investimenti, l’“accelerazione” si deve, come sa bene Padoan, ai giganteschi incentivi, cioè ai miliardi di miliardi che il governo sotto varie voci passa agli industriali (rischiando sempre l’accusa di “aiuti di stato”, cioè di “concorrenza sleale”, come la chiamano loro, da parte degli altri imperialisti europei) nella speranza di tenerli in vita.
Secondo Padoan, questi investimenti "creano anche occupazione". Secondo la scuola che ha frequentato Padoan, e che lo ha fatto diventare quel che è, sempre gli investimenti creano occupazione, per cui si capisce che la sottolineatura è da un lato una “sorpresa” e dall’altro ancora ottimismo!

E per finire una serie di fesserie degne dei giochi d’artificio che si notano in questi giorni d’estate. “Secondo Padoan, - prosegue il giornalista - non è irrealistico ‘pensare nei prossimi anni a un salto di qualità’”. Ma salto di qualità di che cosa? Non si capisce.

“E ancora, sul fisco: ‘Siamo uno dei Paesi più virtuosi dal punto di vista fiscale", come testimonia l'avanzo primario registrato in questi anni, "caso unico in Europa assieme alla Germania.”
L’“avanzo primario”, cosa di cui, come si vede, si vanta sfacciatamente Padoan, ma si era vantato anche Renzi ecc., si ha quando uno Stato spende meno di quanto incassa per i beni e servizi pubblici! E i soldi in più che incassa li versa come interessi del debito pubblico!  Esprime, cioè, uno dei modi in cui si ha passaggio della ricchezza sociale prodotta dalle classi popolari alla classe borghese, ai ricchi!

La battuta finale si commenta da sola: “Continuiamo così e cresciamo e il debito pubblico scomparirà da solo", ma siamo costretti ad aggiungere che mai nessun “economista” nemmeno il più cretino dei borghesi si sognerebbe mai di dire che il debito pubblico scomparirà, men che meno da solo! 

Nessun commento:

Posta un commento