sabato 15 luglio 2017

pc 15 luglio - la "partita cruciale" del fascista e razzista ministro Minniti sull' immigrazione si deve giocare in Libia, vale a dire imporre ai migranti un inferno fatto di carceri-lager in cui dilagano violenza, stupri, torture, morte



Denunciare e lottare contro il moderno fascismo e il razzismo di questo Stato, del governo e dei suoi ministri alla Minniti,  parte intergrante della strategia imperialista volta all'oppressione dei popoli, è giusto e più che legittimo.
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Un nuovo rapporto denuncia le brutalità all'ordine del giorno sui migranti in Libia da parte di milizie locali, trafficanti e bande criminali...

Roma, 6/7/2017 - Violenze di ogni genere, detenzioni illegali, stupri e torture. È quanto denunciano di subire in Libia migranti e rifugiati secondo il nuovo rapporto “L’inferno al di là del mare”, diffuso  da Oxfam, Borderline Sicilia, MEDU (Medici per i Diritti Umani) in occasione del vertice dei Ministri degli Interni europei di  Tallinn e  della conferenza “Solidarietà e Sicurezza” convocata per oggi a Roma dal Ministero degli Esteri, assieme all’Alto Commissario per la Politica estera Ue Federica Mogherini e ai Ministri degli Esteri dei Paesi africani di transito dei flussi migratori. 
Sullo “sfondo”, però, ci sono centinaia di persone - arrivate in Sicilia negli ultimi 12 mesi -  che raccontano di essere state picchiate, abusate, vendute e arrestate illegalmente dalle milizie locali, dai trafficanti di esseri umani e dalle bande armate che “controllano” gran parte del territorio libico. Uomini, donne e bambini fuggiti da guerra, persecuzioni e povertà nei paesi di origine, arrivate con attese e speranze di una vita migliore in quella Libia divenuta la porta d’Europa, per poi scoprire di essere finite in un vero e proprio inferno.

“NON TI SENTI PIÙ UN ESSERE UMANO”: LE TESTIMONIANZE DEGLI ABUSI SUBITI IN LIBIA

Sono stato arrestato da una banda armata mentre stavo camminando per la strada a Tripoli- racconta H.R, 30 anni dal Marocco - mi hanno portato in una prigione sotterranea e mi hanno detto di chiedere il riscatto alla mia famiglia (...) Mi hanno picchiato e ferito diverse volte con un coltello. (…) Un muscolo nel mio braccio sinistro è stato completamente lacerato (…) Stavo per morire a causa delle botte (…) Violentavano regolarmente gli uomini. Per spaventarci, in varie stanze amplificavano le urla per le violenze a cui gli altri detenuti erano sottoposti”.

“(…) C'erano circa 300 persone nella prigione (…). Mi hanno fatto fare qualsiasi tipo di lavoro (…). Ci davano da mangiare raramente. Mi picchiavano, a volte mi hanno torturato (…)” – aggiunge C.B., 28 anni, arrivato in Libia dal Gambia.

“(…) Ho lasciato il mio paese e ho raggiunto mio fratello in Libia. – ricorda K.M. , 27 anni, originaria della Costa d’Avorio, intervistata al CARA di Mineo - Un giorno un gruppo di soldati è entrato nella nostra casa. (…) Mi hanno picchiata e sono stata violentata davanti a mio fratello e mia figlia. Mio fratello ha cercato di difendermi ed è stato picchiato selvaggiamente (…).”

tratto da Borderline Siclia

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Le mosse dell’Italia in Libia 

Il ministro dell’Interno Minniti prosegue dunque nella sua strategia a tutto campo per allentare la pressione migratoria. È in Libia, ha spiegato Minniti, che «si gioca la partita cruciale» sul tema immigrazione. Da lì è partito il 97% delle persone arrivate quest'anno in Italia. È dunque in Libia che bisogna intervenire per frenare le partenze. L’Italia batte da tempo su questo tasto: è l'unico Paese ad aver riaperto l’ambasciata a Tripoli, sostiene il governo di accordo nazionale di Fayez al Serraj, addestra e supporta la Guardia Costiera locale, cui ha dato 4 motovedette ed altre sei arriveranno in futuro, ha fatto pressione su Bruxelles per aumentare i finanziamenti diretti verso la Libia.

13 luglio

tratto da http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-07-13/migranti-minniti-sindaci-libici-patto-contro-scafisti-premier-sarraj-aiuteremo-italia

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