mercoledì 28 giugno 2017

pc 28 giugno - Damiano: "Nessuno vuole toccare i diritti ma ora i Cobas vanno fermati" - diritto di sciopero e guerra di classe

Il moderno fascismo e lo Stato di polizia sono l'unica tendenza reale nella attuale situazione politica 
sui posti di lavoro si uniscono il fascismo padronale e di Stato e il fascismo neocorporativo dei sindacati confederali
 - il Parlamento è in larghissima maggioranza un parlamento nero e moderno fascista 
- ora si vuole cancellare il diritto di sciopero e il sindacalismo di base e di classe
Occorre resistere e opporre la pratica dei diritti e la lotta comunque rompendo divieti e repressione, ma dentro un progetto di guerra di classe.
Senza la teoria e la pratica della guerra di classe, la resistenza non può 'resistere' e vincere.

proletari comunisti/PCm Italia
giugno 2017

Cesare Damiano: "Nessuno vuole toccare i diritti ma ora i Cobas vanno fermati"

Il presidente della Commissione Lavoro alla Camera: "Solo le sigle rappresentative proclameranno un'agitazione. Ci sono le condizioni per un consenso largo. Mdp è impegnato"


ROMA - Una soglia di sbarramento può salvarci dagli scioperi selvaggi nei trasporti. La proposta di legge a firma Cesare Damiano - indicata ieri dal ministro Delrio a Repubblica come possibile soluzione - se approvata metterebbe fuori gioco le piccole sigle sindacali e i Cobas. La rappresentatività farebbe capo ai soli sindacati forti di un 5% come media tra le iscrizioni dei lavoratori e i voti ottenuti nelle consultazioni in azienda o in fabbrica. Un'avvertenza, però: presentata nel 2013 in Commissione Lavoro alla Camera, la proposta è ferma.

Damiano, come mai questo stop?
"La situazione, mi lasci premettere, oggi è fuori controllo e va meglio regolata. Nessuno - assicura il

deputato del Pd - vuole toccare il sacrosanto diritto allo sciopero. Ma qui parliamo di servizi pubblici essenziali".
Dove una regolamentazione c'è già.
"Esiste, ma è inefficace. Anche la Commissione di Garanzia ha messo in luce un punto debole".
Quale è il tallone di Achille?
"Soggetti sindacali - anche se non rappresentativi o non maggioritari - proclamano scioperi in modo "plurimo", cioè più volte, e "continuativo"".
Ed è su questo punto della rappresentatività che lei voleva intervenire...
"Non volevo. Voglio intervenire e sono fiducioso che la proposta verrà approvata per tempo se la Legislatura arriverà alla sua fine naturale nel 2018".
Quali regole contiene?
"I tempi sono maturi per regolare la certificazione della rappresentatività delle organizzazioni sindacali del lavoro e dell'impresa. Oggi la situazione è sfibrata e atomizzata. Il Cnel ci dice che il 70% degli accordi depositati - territoriali, aziendali o anche settoriali - è stato stipulato da organizzazioni del lavoro o delle aziende non rappresentative o di comodo".
Spesso hanno difeso bene i lavoratori...
"No. Il loro obiettivo è la pratica del dumping sociale ai danni degli accordi di Cgil, Cisl e Uil, e Confindustria. Giocano al ribasso sui compensi e le tutele dei lavoratori".
E gli scioperi nei servizi pubblici essenziali? Come ci si arriva?
"Si può decidere che una soglia sindacale è titolata a proclamare uno sciopero, primo, se ha una soglia minima di rappresentatività; in alternativa se ottiene un certo tetto di voti in un referendum tra i lavoratori del settore".
Perché la Commissione Lavoro, che lei presiede, non ha approvato le norme?
"Non c'erano le condizioni. Qualsiasi proposta tocchi la rappresentanza, materia delicata, si ferma se le forze sociali sono ostili. Oggi questa ostilità sembra caduta".
Il senatore Sacconi dice che il Pd, già sotto pressione per i voucher, non ha voluto aprire anche questo altro fronte con i sindacati.
"Fantapolitica. Per il passato non abbiamo niente da rimproverarci. Nel presente abbiamo spinto per mettere in piedi un Comitato ristretto in Commissione, condizione perché il testo possa avanzare".
Forza Italia che cosa ne pensa?
"Noi del Pd siamo determinati e uniti. Il collega Zappulla, del Movimento Democratico e Progressista, relatore del provvedimento, lavora con impegno. In generale dico che ci sono

le premesse per un consenso ampio, se non unanime, in Commissione".
Farete in tempo?
"Mi sono battuto per evitare la fine anticipata della Legislatura proprio perché ci sono cose come queste, davvero importanti, che vanno portate alla meta".

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