venerdì 19 maggio 2017

pc 19 maggio - ESITO DEL JOBS ACT: INCENTIVO AI LICENZIAMENTI

Anche l'Inps non può fare a meno di dare i dati sulla (non)occupazione. E anche questi dati - oltre le tante denunce, le lotte, la realtà nuda e cruda dei lavoratori, delle lavoratrici, dei giovani - dati parziali e comunque sempre al di sotto di quelli reali, lo dicono per l'ennesima volta chiaro: Il Jobs act è per i padroni un incentivo a licenziare. Eliminazione di fatto dell'art. 18 e utilizzo del jobs act per fare nuovi contratti ultraprecari sono una mistura che ha al centro i licenziamenti (prima, durante e dopo). 
Prima, perchè spesso i licenziamenti di lavoratori a tempi indeterminato sono una precondizione per assumere altri a Tempo determinato, con contratti di somministrazione, di apprendistato, o peggio; o per assumere gli stessi lavoratori ma con la normativa del jobs act - vedi soprattutto nei cambi di appalto. (Le assunzioni degli apprendisti sono aumentate del 29,5%, quelle a tempo determinato del 16,5%, quelle di somministrazione del 14%; diminuiscono, invece, i contratti “fissi” del 7,6%.  la crescita dei contratti).
Durante, perchè i padroni hanno le mani libere per licenziare in qualsiasi momento. E il modo si trova sempre. L'Inps comunica che sono aumentati i licenziamenti disciplinari tra i dipendenti a tempo indeterminato nelle aziende oltre i 15 dipendenti ("Rispetto al 2015 sono aumentati del 44%. Nei primi tre mesi di quest’anno le aziende hanno licenziato 143 mila persone con un aumento del 2,8 rispetto al 2016" - dal Manifesto): ecco un modo di tagliare posti di lavoro più sicuri che ha un doppio vantaggio: le aziende rischiano molto meno anche di dover pagare risarcimenti in sede giudiziaria; i lavoratori sono tenuti in costante ricatto/minaccia. 
Dopo, perchè il jobs act è la legge trovata per l'utilizzo legale dell"usa e getta" dei lavoratori.  
Quindi, le assunzioni a tempo indeterminato stanno diminuendo drasticamente; quei "fortunati"
lavoratori che vengono ancora assunti a TI sono guardati come una "razza rara", o, ma purtroppo in pochi casi, sono frutto solo della lotta. 
"Nel primo trimestre 2017 le nuove assunzioni a tempo indeterminato sono state 398 mila con un calo del 7,4% sul 2016. Ma "da questa cifra vanno sottratte le trasformazioni da contratto a tempo determinato a tempo indeterminato, incluse le prosecuzioni a tempo indeterminato degli apprendisti: sono 89 mila, con una riduzione del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2016. Vanno poi esclusi 40 mila contratti di apprendistato e, soprattutto 315 mila contratti precari, inclusi quelli stagionali. I contratti a tempo indeterminato veri e propri sono 22 mila. L’Inps sottolinea che le cessazioni dei contratti sono state 381 mila. Il saldo è di 17.537 unità per di più in calo rispetto al primo trimestre del 2016 quando il saldo era di 41 mila unità e gli sgravi erano a pieno regime. Rispetto allo stesso periodo del 2015 c’è un abisso: il saldo era di oltre 214 mila unità" (Dal Manifesto)
I giornali scrivono parlando di "fallimento del Jobs act". Ma non è un fallimento! 
Il Jobs act non è stato fatto per assumere e difendere le condizioni di lavoro, ma per difendere le tasche dei capitalisti, per liberarli dai lacci (già logori) dello Statuto dei lavoratori, per permettere loro di assumere chi e quando vogliono con contratti peggiorativi, per estendere e rendere condizione generale la precarietà, per LIBERARSI/LICENZIARE i lavoratori a Tempo Indeterminato e con alcuni diritti contrattuali conquistati negli anni passati e che costano troppo...
Quindi il jobs act sta perseguendo lo scopo per cui è stato fatto dal governo Renzi. Quindi, dov'è il "fallimento"?

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