giovedì 27 aprile 2017

pc 27 aprile - DALL'ASSEMBLEA DEL 9/4 DEI LAVORATORI DELLA LOGISTICA DI BRIGNANO - L'INTERVENTO DELL'USB DELLA LOMBARDIA:"UNIRE LE LOTTE... NESSUNO OGGI E' AUTOSUFFICIENTE..."

Riprendiamo la pubblicazione di alcuni degli interventi all'assemblea dei sindacati di base e forze solidali tenutasi a Milano il 9 aprile scorso, sull'appello dello Slai cobas sc. Noi pensiamo che in questa assemblea si siano dette cose importanti che devono essere riprese e trasformate in fatti agenti.

Oggi pubblichiamo l'intervento del rappresentante dell' USB della Lombardia. 
Continueremo nei prossimi giorni a pubblicare gli altri interventi.

USB - Sicuramente una delle questioni principali è unire le lotte e poi uscire dai propri posti di lavoro, questa seconda per noi è fondamentale, dobbiamo uscire fuori dal nostro percorso anche al di fuori del nostro percorso, non può essere solo legato all’aziendalismo il diritto di riprenderci quel posto di lavoro e la risposta all’attacco che fanno i padroni verso i lavoratori sulle questioni più elementari. La lotta dentro il proprio polo logistico, dove magari si ha la forza di bloccare per delle giornate con tutto quello che possiamo inventarci e che è legittimo, però spesso e volentieri non siamo in grado poi di sfondare quello che noi chiamiamo la riconquista di un diritto. 
Allora l’esperimento che noi facciamo come sindacato è di avere estendere la lotta nel sociale. Ad esempio in ospedale, stanno chiudendo il pronto soccorso, e siamo riusciti a portare un centinaio di cittadini a protestare contro la chiusura e questo ci ha dato molta più forza che se avessimo lottato come lavoratori da soli. La questione è proprio questa, come si possono unire le lotte, perchè il nemico è lo stesso, è questo modello di produzione, che viene imposto nella logistica, come ai braccianti, come in tutti i settori lavorativi. 
Secondo noi nessuno oggi è autosufficiente. L’abbiamo visto con l’attacco fortissimo che abbiamo
subito come USB, uccidendoci un nostro compagno. Nessuno si può ergere a dire “noi ce la facciamo da soli” o “abbiamo tracciato la strada giusta”. Allora si colpisce uniti e forte e questo non toglie che poi nel proprio posto di lavoro ognuno colpisce a modo suo. Però ci sono momenti che le classe dev’essere rimessa insieme e noi non possiamo dimenticarci qual è il nostro obiettivo comune.
Va affrontata una riflessione necessaria sulla ricomposizione, noi non possiamo continuare ad essere frammentari nelle lotte senza fare un percorso reale di ricomposizione delle lotte. Spesso e volentieri le condizioni ci sono, ma spesso siamo noi più o meno “vanitosi”: la mia lotta è meglio della tua, ecc…Per diventare più forti è assolutamente necessario unirsi.

C’è un’altra questione che dovrebbe essere argomento di riflessione per tutti, il decreto Minniti non arriva a caso, non è contro i black bloc o contro quelli che il 25 dovevano "devastare Roma", questa legge colpisce tutti indistintamente. Noi il 30 marzo abbiamo avuto alla manifestazione sui precari 700 compagni fermati su 14 pullman, fotografati, schedati uno a uno prima di arrivare a Roma. Per cui nel momento in cui la repressione ci colpisce non dobbiamo lasciare ognuno a se stesso. Anche per questo i percorsi devono essere unitari, devono riavvicinarsi, anche litigando ma arrivare alla sintesi, perchè oggi il governo è fortissimo e ha un apparato repressivo che sta attaccando in maniera esagerata le avanguardie dei lavoratori, i compagni che si organizzano, i pezzi di sindacato che resistono, i giovani, i proletari. Per cui su questa cosa noi dobbiamo rimetterci a discutere anche nelle differenze. Il problema non è dare la solidarietà e scrivere un comunicato, la solidarietà si deve praticare, che è una cosa un pò difficile. Tutti dobbiamo fare un passo indietro per poi ricominciare a discutere. Ce lo stanno insegnando i nuovi proletari, oggi c’è un settore di proletariato che deve dare una spinta ricompositiva perchè ha bisogno fortemente di riprendersi tutto, riconquistarsi i diritti.
Noi purtroppo giochiamo troppo in difesa, le org sindacali difendono il posto di lavoro, il diritto a questo o a quello; oggi invece qualcun altro in questo paese ci sta invece insegnando che bisogna passare all’attacco, bisogna riprendersi i diritti...

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