domenica 23 aprile 2017

pc 23 aprile - Portella della Ginestra - una strage che non va mai dimenticata - 1° Maggio 1947.- 1 maggio 2017

assemblea a Bari
Mercoledì 26 aprile. Ore 18.00
II strada priv. Borrelli 32, Bari
(di fronte al Piccolo teatro, a 400 m. dal parcheggio ex Caserma Rossani in c.so B. Croce 64-68)

Portella della ginestra 70 anni dopo

Introduce Mariella Cataldo, direttivo ass. Angelus novus

Relazione di Massimiliano Desiante, storico e coordinatore della Camera del lavoro di Gravina di Puglia

Visione del film
Segreti di Stato(81’, regia di Paolo Benvenuti, Italia 2003)

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Forse è con la strage di Portella della Ginestra di 70 anni fa (1° Maggio 1947) che si inaugura nella nostra storia repubblicana la
strategia della tensione.
Portella è la madre di tutte le stragi che verranno in seguito (Piazza Fontana, Brescia, Italicum...).
Diceva Thomas Mann che il passato è un pozzo senza fondo in cui ogni tanto bisogna scendere per tirare su qualche pezzo. Non sempre si riesce.
Nell’epoca in cui si celebra il trionfo della connessione, molte volte non riusciamo a connettere il prima con il poi, a legare i fatti uno dopo l’altro per trovare il senso della storia che ci appartiene. Per questo ci proponiamo di parlare della strage di Portella nel tentativo di gettare in fondo al pozzo una piccola fiammella che illumini per un istante un buco nero della storia italiana.
Un filo nero sembra legare i fatti dell’immediato dopoguerra fino ai nostri giorni. Un pezzo della nostra storia è fatta di stragi, depistaggi, complicità con apparati dello stato, segreti di stato mai svelati, spionaggi a uomini politici, morti che gridano ancora giustizia.
L’Italia era un paese sconfitto, che dopo l’8 settembre venne a trovarsi nella sfera angloamericana. La sua è stata ed è una sovranità limitata da questo convitato di pietra che sono gli Usa, che continuano ancora a condizionare la nostra politica interna ed estera.
Lo stragismo significa colpire il prossimo, l’avversario, tanto nel non-luogo (stazione di Bologna..., aeroporto, strada, centro commerciale dove le persone si incontrano per caso senza conoscersi e senza avere nulla in comune), tanto nel luogo (piazza, agorà, luogo del confronto civile, da agoreuo), luogo democratico, come avvenne a Portella, a Brescia, dove erano convenute migliaia di persone che avevano un progetto ed un ideale in comune.
La strage è la pratica di una destabilizzazione che tende a stabilizzare, come avvenne nel biennio tumultuoso alla fine degli anni ‘60.
Lo stragismo è la risposta armata e violenta. È un avvertimento a chi ha osato alzare la testa, come avvenne a Portella, dove i lavoratori festeggiavano sul prato non solo il Primo maggio, ma anche la vittoria del Blocco del popolo nelle elezioni per l’Assemblea Regionale Siciliana, svoltesi il 20 aprile 1947, nelle quali la coalizione PSI-PCI conquistò 29 rappresentanti su 90 (con il 29% circa dei voti) contro i soli 21 della DC (crollata al 20% circa).
Chi ebbe paura della grande epopea eroica che il popolo italiano aveva inaugurato con la Resistenza riscattandosi dalla vergogna del ventennio fascista organizzò la paura.
La memoria è il luogo aspro dei rendiconti, essa fa male. ma è necessaria, è connessa con la verità (A-leteia è connessa con lete: amnesia).
Gran parte del nostro passato doloroso è avvolto in un’aura di indicibilità, quella della Ragion di stato che fa della memoria una memoria tradita, offesa, una memoria che chiede ancora giustizia
La memoria è una dimensione dell’esistenza perché senza il passato non c’è futuro. Diceva Franco Fortini ne Le vetrine di Auschwitz: “possiamo imparare qualcosa dallo ieri solo nell’esatta misura in cui desideriamo un domani”
Depistaggi e misteri hanno fatto degli ultimi 70 anni della storia d’Italia un porto delle nebbie in cui gli americani e i servizi segreti scorrazzavano indisturbati per indebolire il patto che la Costituente aveva stipulato tra culture politiche diverse. Gli Usa romperanno quel patto e creeranno una rete di strategia piduista al servizio di servizi loschi. Verrà creata la Gladio, un esercito clandestino fatto da cittadini armati da armi americane nascoste sotto terra e nelle stazioni dei carabinieri. Se avessero vinto i comunisti il 18 aprile 1948, avrebbero impedito loro di andare al governo.
Servitori infedeli dello stato italiano hanno imbrattato con grossi schizzi di sangue e di fango la storia italiana che altri lavoratori con le loro mani, la loro intelligenza stavano scrivendo, scavando tra le macerie di una Italia distrutta dalla guerra. Questi servitori infedeli si posero al servizio di classi dirigenti, di partiti, di latifondisti che non si rassegnavano a scomparire dalla scena della storia, o al servizio di potenze straniere che volevano fare della Sicilia la 49a stella degli Usa. (In Sicilia i latifondisti creeranno l’EVIS, Esercito volontari per l’indipendenza siciliana, che teorizzava la lotta armata contro lo stato. Esso in pochi mesi si dissolse, ma molti si dedicarono al brigantaggio, come la banda del bandito Giuliano). Così nacque la nostra repubblica.

Mariella Cataldo, aprile 2017

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