domenica 23 aprile 2017

pc 23 aprile - Da Taranto a Foggia con i nostri fratelli di Rignano-Foggia

Con i nostri fratelli di Rignano-Foggia

Noi migranti di Taranto siamo pieni di dolore e rabbia per i nostri fratelli bruciati, scacciati, deportati, sfruttati, arrestati, perchè rivendicano diritto al contratto, ai documenti, alla dignità...
Noi a Taranto stiamo lottando per le stesse cose: documenti, condizioni di vita umane, assistenza sanitaria, diritto di asilo, lavoro contro lo schiavismo di questo sistema capitalista, contro repressione; come contro le reclusioni in Hotspot, Cie, Cara, ed espulsioni. Noi dobbiamo unirci ancora più fortemente nella lotta!

Che succede a Taranto, dove da anni stiamo lottando


Abbiamo aperto anche questo anno con presidi, cortei, assedi alla Prefettura, al Comune, contro le condizioni di invivibilità nei Centri, dove quest'inverno ci hanno tenuto al freddo, senza acqua calda, luce, senza vestiti adeguati; chi si ammala, poi, non viene per niente assistito. Alcune strutture dei Centri sono solo dei depositi. Le Associazioni che gestiscono i centri tagliano su tutto, anche sul cibo. Non pagano ogni mese neanche quella miseria del pocket money. A questo si aggiungono le lungaggini della commissione per il diritto d'asilo, della questura per i permessi di soggiorno e il problema dei documenti di identità.

Le associazioni speculano su di noi e quando ci ribelliamo mostrano tutta la loro vera faccia razzista – a Taranto il responsabile di un centro ha detto: “Questi sono i migranti che io non sopporto...”. Per questi personaggi, i migranti vanno bene se sono buoni e sottomessi, mentre diventano cattivi se ci ribelliamo.
La prefettura di Taranto, invece di perseguire chi non rispetta i minimi diritti dei migranti, ha cercato nei mesi scorsi di espellere dei migranti che avevano protestato per il mancato pagamento da mesi del pocket money. Ma gli è andata male!

Abbiamo manifestato anche a Taranto nella giornata di mobilitazione nazionale del 6 febbraio, con presidi, corteo e blitz all'Hotspot. L'abbiamo preparata andando tra la gente, per dire: la città deve sapere...: “Non è vero che i fondi pubblici vengono usati per i migranti e non per il lavoro e i disoccupati. Si usano i soldi per armi, guerre che provocano l'immigrazione; si sprecano i soldi per per la corruzione e il malaffare e si fanno leggi che riducono le possibilità di lavoro, reddito, case e peggiorano la salute, l'ambiente, i servizi sociali per tutti”. E abbiamo trovato solidarietà.
Mentre i lavoratori, gli abitanti di Taranto sono solidali, invece, personaggi legati ai partiti istituzionali, per i loro sporchi interessi elettorali hanno cercato in alcune occasioni di creare un clima di allarmismo, di pregiudizi razzisti. Ma anche questo sta trovando la nostra risposta.
Solo grazie alla lotta, che continua tuttora, i migranti di Taranto hanno ottenuto dei risultati:
In passato abbiamo con una dura e lunga lotta ottenuto i documenti di identità. E ora stiamo per ottenerli per altri migranti. Quest'anno alcuni migranti parcheggiati in maniera indecente in un campo, sono stati trasferiti in un albergo decente. Ma, soprattutto, la prefettura, ha dovuto revocare quei provvedimenti di espulsione che avevano portato da un giorno all'altro in mezzo ad una strada 10 migranti.

Stiamo lottando per respingere la politica razzista, fascista del Governo, del Min. Minniti che con una politica discriminatoria, vuole avviare centinaia di espulsioni dei migranti, ha riaperto i famigerati Cie, campi di concentramento, e con la scusa del “terrorismo” vuole alimentare razzismo e aumentare la repressione. Mentre fa accordi con i regimi reazionari, sanguinari (loro amici, alleati) dei paesi da cui noi siamo scappati, e in cui ci aspetterebbero ancora "campi di concentramento", violenze, torture, stupri verso le donne, o essere ipersfruttati. Noi vogliamo il diritto d'asilo per tutti coloro che lo chiedono, vogliamo documenti per tutti, libertà di circolazione.

Vogliamo la chiusura dell'Hotspot, a Taranto e dovunque. Qui vengono rinchiusi i nostri fratelli e sorelle che arrivano dopo viaggi tragici. All'Hotspot di Taranto poi avvengono anche violenze e trattamenti da tortura, per imporre l'identificazione dei migranti. E sempre più sta diventando un luogo di deportazione, con migranti spostati da Ventimiglia, Milano, ecc. a Taranto per poi essere ributtati in mezzo alla strada.
Noi pensiamo che la battaglia per la chiusura dell'Hotspot di Taranto è una battaglia nazionale, che deve vedere nel prossimo futuro anche una mobilitazione nazionale.

Migranti autorganizzati di Taranto - Slai cobas per il sindacato di classe Taranto
info slaicobasta@gmail.com - via rintone 22 Taranto – 3475301704 - tarantocontro.blogspot.com

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