mercoledì 29 marzo 2017

pc 29 marzo - Anche per gli operai della K-Flex di Roncello, in presidio permanente contro i licenziamenti, arriva la brutalità sbirresca. E la solita "informazione" parla di scontri

Scontri alla K-Flex, i licenziati bloccano l'accesso agli impiegati del colosso: un operaio in ospedale

Il 118 interviene davanti alla fabbrica 
Corpo a corpo tra forze dell'ordine e lavoratori che hanno deciso di fermare i colleghi "risparmiati". La multinazionale, nonostante l'interessamento del governo, ha chiuso ogni porta: "Produrre in Italia è antieconomico"
di GABRIELE CEREDA

28 marzo 2017

Si alzano i toni della protesta davanti ai cancelli della K-Flex di Roncello, la multinazionale della gomma plastica che ha deciso di smantellare l'unico stabilimento italiano mettendo alla porta 187 lavoratori. Questa mattina, una decina di impiegate, scortate dai carabinieri, ha provato ad entrare in

azienda. Lavoratrici che nei giorni scorsi erano sempre entrate, ma ora - a un passo dal baratro - le tute blu hanno scelto la linea dura impedendo l'accesso agli uffici. Una situazione di tensione, che si è tradotta in un parapiglia tra forze dell'ordine e lavoratori. 

Tra i due schieramenti è volato qualche spintone. Ad avere la peggio uno degli operai che è finito a terra. L'uomo, che soffre di problemi di cuore, è stato portato al pronto soccorso di Vimercate, dove è stato trasportato da un'ambulanza chiamata dai colleghi. A un passo da un pozzo senza fondo. È la situazione dei lavoratori del colosso. Tra poco meno di un mese, alla fine della procedura di mobilità, si ritroveranno in mezzo alla strada. Il gigante della gomma plastica, con impianti in 11 Paesi, ha chiuso a ogni possibilità di dialogo. Anche le trattative portate avanti da governo e Regione sembrano arrivate a un punto morto. "Siamo in una situazione delicata - dice Matteo Moretti, di Filtem Cgil -. Da dieci giorni registriamo silenzio da più parti. Soprattutto l'azienda non ha mai dato risposte alle nostre proposte". Da settimane i sindacati ribadiscono la loro disponibilità a sedersi al tavolo della trattative. "Se non è possibile il ritiro dei 187 licenziamenti, almeno chiediamo che si possa prevedere un ridimensionamento con prepensionamenti e un incentivo alle uscite volontarie". 

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