sabato 25 marzo 2017

pc 25 marzo - "Ripresa economica" e disoccupazione, i conti non tornano e i padroni si lamentano

Nonostante le chiacchiere ottimiste sulla ripresa economica, stile vecchio Renzi, quando si analizzano i conti veri, e in questo caso si tratta di quelli pubblicati dall'INPS, i padroni sono costretti a fare i conti, letteralmente, con altre cifre che dicono in genere l'esatto contrario di quanto ammettono. Per esempio, in un articolo del Sole 24 Ore di ieri, riportando le cifre dell'Inps sono costretti ad ammettere che "Il punto è che la crescita stenta a decollare", "Certo, le difficoltà rimangono tante, e larga fetta dell'industria è ancora in affanno alle prese con complicati processi di riorganizzazione per uscire dalla crisi."

E indovinate cosa serve "In attesa di una economia che riprenda a correre" per "uscire dalla crisi"? "ridurre, in modo consistente, il costo del lavoro". Cioè di fatto il salario degli operai, dei lavoratori.
E questa "misura" servirebbe per "una crescita più vivace dell'occupazione".
Ancora?, ma perché fino ad ora che cosa hanno fatto padroni e governi? E la "ripresa", come la intendono i padroni, non c'è, perché la crisi del loro sistema economico e sociale c'è!
Commentiamo alcuni altri passaggi dell'articolo:
"Il mercato del lavoro attraversa una fase di assestamento: la fine della decontribuzione generalizzata targata Jobs act si sta facendo sentire, e a gennaio di quest’anno (primo mese in cui sono in vigore i soli incentivi mirati al Sud e per chi assume studenti in alternanza) i contratti a tempo indeterminato, ha reso noto ieri l’Inps, sono calati del 9% (rispetto a gennaio 2016). "

Quindi, i circa 20 miliardi regalati dal governo ai padroni non sono serviti a "creare occupazione" ma sono finiti nelle loro tasche.
La disoccupazione è aumentata!
"In controtendenza, invece, le domande di disoccupazione (la mobilità è uscita di scena a dicembre): a gennaio ne sono state presentate 162.714, in crescita dell’8,5% rispetto alle 150.001 istanze inoltrate a gennaio 2016 (e in aumento anche nel congiunturale rispetto alle 137.155 domande di dicembre 2016)."

E i voucher sono stati una manna dal cielo per i padroni, che infatti si lamentano come le bestie ferite per la loro abolizione (momentanea).

Quando vengono intervistati i sostenitori dei padroni e dei governi, e cioè i sindacati confederali, ammettono anche loro: "I sindacati restano preoccupati - dice il quotidiano - la crisi non smette di mordere, ha sottolineato la Uil - la cui soluzione è sempre la stessa, e cioè fare pagare la crisi a tutti i lavoratori e alle masse popolari attraverso un'altra "tassa" che non si vede, quella degli ammortizzatori sociali!: «Per questo bisogna rivedere le regole sugli ammortizzatori sociali». Ed è fondamentale, inoltre, il rapido decollo delle politiche attive, ha aggiunto Gigi Petteni (Cisl). Qui di attivo ci sono solo i loro conti in banca!

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