giovedì 23 marzo 2017

pc 23 marzo - La repressione in Sardegna

Vogliamo parlare di repressione e di come prenderne le contromisure , ecco gli appuntamenti in cui ne parleremo :

- Sassari martedi 28 marzo ore 18.30 Culletivu S’idea Libera via Casaggia 12 ; 
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Nuoro mercoledi 29 marzo ore 18.30 biblioteca S. Satta via Asproni 8 ; 
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Cagliari giovedi 30 Marzo ore 18.30 biblioteca BAZ via San Giacomo 117 . 

Interveranno :
 

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Paola Staccioli (centro documentazione lotta rosso 17 ) ; 
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Italo Di Sabato (osservatorio sulla repressione) ;

A Nuoro e Cagliari prima del dibattito ci sarà un monologo dell’attore Carlo Valle sulla situazione carceraria del 41 bis .

Negli ultimi anni le manifestazioni di conflittualità sociale e politica sono oggetto di attacchi sempre più duri, in Italia come nel resto d’Europa. Ogni espressione radicale di conflitto

viene colpita in modo sempre più duro.
Lottare contro la repressione per noi è un dovere. Come è importante, nello specifico, denunciare le torture, le condizioni di carcere duro, condurre campagne contro l’art. 41 bis, ecc.
Negli ultimi anni la devastazione di interi territori in nome del profitto, la mancanza di case e di lavoro, la decadenza della scuola e del sistema sanitario, ovvero un generale peggioramento delle condizioni di vita provocato dall’acuirsi della crisi, ha spinto di nuovo sul terreno della lotta settori popolari più vasti . Lavoratori, in particolare della logistica, cittadini che si oppongono a discariche, basi militari, grandi opere, migranti, disoccupati, studenti, occupanti di case... si sono trovati a fare i conti con pestaggi, denunce, fogli di via, schedature di massa e misure restrittive varie, o con nuove forme di repressione subdole quali le multe pecuniarie, volte a indebolire il sostegno popolare ai movimenti . Vari sono infatti gli strumenti utilizzati, da quelli più apertamente militari e polizieschi (carcerazioni, arresti, denunce, fogli di via, Daspo, ecc.), a quelli amministrativi (in particolare le sanzioni pecuniarie) fino a forme più soft, mediatiche e culturali. La denuncia e la corretta informazione sull’apparato di prevenzione/repressione statale sono necessarie. Così come le campagne di solidarietà nei confronti dei prigionieri politici, “vecchi” e “nuovi”, e di tutti i compagni e le compagne colpiti dalle differenti forme di repressione (licenziamenti, multe, denunce, carcerazione).
Occupazioni abitative, iniziative antifasciste, blocchi stradali, sabotaggi, scontri di piazza... Mai cadere nella trappola di distinguere “buoni” e “cattivi” di fronte al nemico di classe. Si parte e si torna insieme... ci insegna il movimento No Tav, quando rivendica collettivamente anche le azioni maggiormente criminalizzate .

Antonello Tiddia

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