martedì 21 marzo 2017

pc 21 marzo - Contro Saibaba una giustizia distorta, una sentenza preconfezionata al di là delle prove e della stessa legge

Dalla dichiarazione del Comitato per la Liberazione dei Prigionieri politici, India

Non si comprende perché il giudice abbia trascurato il fatto che diverse voci del registro del Malkhana, dove gli oggetti sequestrati sono tenuti in custodie sigillate e debitamente annotati, siano state cancellate e anche che altri oggetti presunti sequestrati a Mahesh Tirki siano stati rimossi, a discrezione del funzionario incaricato delle indagini. È importante citare questo fatto in quanto il giudice si è molto basato sul materiale sequestrato a tutti gli imputati per giungere alla sua conclusione.(...) Tutti i dispositivi elettronici presunti sequestrati nella residenza di GN Saibaba non sono stati sigillati e il difensore di tutti i 6 imputati ... Alla corte è stato anche dimostrato che non è
stata rispettata alcuna procedura quando il materiale sequestrato è stato consegnato ai periti forensi, lasciando alla polizia ampia facoltà di manomettere i dispositivi elettronici.
[...] 
Alle pagine 51-69 della sentenza (paragrafi 74-94) il giudice si sforza di dimostrare che le confessioni rese da Mahesh Tirki e Pandu Narote hanno peso e ciò si riflette nelle condanne inflitte, nonostante nell'esame incrociato del difensore il funzionario Nileshwar Vyas abbia ammesso di aver omesso di registrare la denuncia presentata dai due adivasi di essere stati costretti con la violenza a confessare in quanto lo ha ritenuto superfluo, avendo dato loro il tempo sufficiente per riflettere sulla stessa e poiché la denuncia era stata presentata quando la confessione era già stata registrata! N. Vyas è la stessa persona che aveva emesso il falso mandato di perquisizione con cui la polizia del Maharashtra ha fatto irruzione nella casa di GN Saibaba presso il Warden flat, Campus Nord, dell’Università di Delhi. Un mandato di perquisizione davvero oscuro, in cui si palava di beni rubati custoditi in casa da un professore della Delhi University costretto su una sedia a rotelle.
 Fin dalla prima pagina la sentenza dà per provato che il Fronte Democratico Rivoluzionario (RDF) è un'organizzazione del PCI (Maoista), a sua volta organizzazione proscritta. Le basi per tali conclusioni sono sommarie, dato che il giudice si richiama all’ideologia, piuttosto che alle prove, per giungere a tale conclusione. (...) Per il giudice il fatto che qualcuno gridi lo slogan “Naxalbari ek hi Raasta” è sufficiente per ritenerlo nient’altro che un membro del proscritto PCI (Maoista). ...

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