venerdì 10 febbraio 2017

pc 10 febbraio - Lo stato borghese continua la persecuzione delle lotte a Modena, la solidarietà di classe non è reato.



Modena. Firme e obblighi di dimora: prime ritorsioni dopo l'incontrollabile corteo dei facchini 


Questa mattina all'alba a otto militanti attivi nelle lotte sociali modenesi è stato notificato l'obbligo di firma e ad altri due l'obbligo di dimora, consegnati dagli agenti della digos. Una ritorsione poliziesca che arriva a meno di una settimana dal corteo operaio che ha sconvolto la gestione poliziesca dell'ordine pubblico in città, colpendo proprio in concomitanza con il primo picchetto ai cancelli di Levoni dopo la trappola che voleva incastrare il leader del S.I. Cobas Aldo Milani con l'accusa di 'estorsione'.
A essere sotto attacco sono le esperienze di lotta per la casa, in particolare lo sgombero violento di due occupazioni abitative l'11 maggio lasciando senza alternative e soluzioni adeguate i nuclei che vi abitavano. “I compagni, per la Procura – come riporta una nota dello Spazio Guernica - sono rei di aver reagito all'ennesimo infame attacco ai movimenti di lotta per il diritto all'abitare, che in questa città erano diventati in grado di determinare trasformazione sociale. Le contraddizioni istituzionali messe in luce da questa lotta iniziavano a diventare troppo scomode. Ma queste operazioni non fanno altro che tentare di nascondere ulteriormente sotto un inutile tappeto la polvere che questa città solleva attraverso la mafia delle cooperative, la gestione clientelare e ovviamente il problema abitativo.” L'operazione di stamani si inserisce nel tentativo di colpire i protagonisti delle mobilitazioni sociali come rappresaglia per le contraddizioni sollevate congiuntamente da queste e dalle lotte operaie nel territorio emiliano contro il blocco di potere che intreccia grande padronato, politica delle clientele. 



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