mercoledì 25 gennaio 2017

pc 25 gennaio - TRUMP PASSA SUBITO AD ATTACCARE L'ABORTO - MA E' UNA PIETRA CHE GLI DEVE RICADERE SUI PIEDI...

Negli Stati uniti la battaglia per la difesa del diritto d'aborto e per la libertà di decisione delle donne è stata sempre molto alta, vasta e combattiva. Questa in passato è riuscita a respingere i provvedimenti più reazionari e i movimenti fascisti, cattolici integralisti pro life, e questa lotta, fatta da migliaia di donne e non lasciata alle organizzazioni non governative, ora siamo convinte che possa e deve riprendere, con in prima fila i settori più poveri delle donne,le immigrate che sono più colpite da questi tagli.

(Dalla stampa) - Uno dei primi ordini esecutivi firmati dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha bloccato i finanziamenti del governo federale alle organizzazioni non governative internazionali che praticano o informano sull’interruzione di gravidanza all’estero. Non è la prima volta che un presidente americano introduce questa regola, che viene chiamata “Mexico City Policy”. Era stata introdotta dall’amministrazione di Ronald Reagan nel 1985... Bill Clinton la eliminò nel 1993, George W. Bush la ripristinò nel 2001, Barack Obama la eliminò nuovamente nel 2009. Anche durante la presidenza Obama la legge americana proibiva il finanziamento diretto dei servizi che comprendono l’interruzione di gravidanza (secondo l’emendamento Helms del 1973), ma le stesse organizzazioni che li fornivano potevano essere finanziate in altri ambiti, comprese la diffusione dei metodi contraccettivi e le cure post-operatorie per le donne che scelgono di abortire.
Con la “Mexico City Policy” le ONG che in tutto il mondo forniscono assistenza sanitaria e informazioni alle donne che scelgono di interrompere una gravidanza non riceveranno più fondi dall’Agenzia americana per lo sviluppo internazionale, uno dei più grandi finanziatori al mondo delle organizzazioni che lavorano nei paesi in via di sviluppo...
Il portavoce della Casa Bianca Sean Spicer ha detto ai giornalisti: «È risaputo che il presidente ha posizioni pro-life, lo ha fatto sapere in modo chiaro»... «Il presidente vuole difendere tutti gli americani, anche quelli che non sono ancora nati, e penso che la reintroduzione di questa norma non sia soltanto un modo per riflettere questo valore ma anche per rispettare i contribuenti».
...un effetto della “Mexico City Policy” è far aumentare il numero di aborti clandestini (e spesso pericolosi) perché anche le campagne informative sulla contraccezione ne vengono danneggiate. 
La decisione di Trump di reintrodurre la “Mexico City Rule” è soprattutto un modo per aumentare il consenso di Trump in una consistente fetta dell’elettorato Repubblicano, quella molto religiosa e antiabortista. In passato Trump aveva posizioni favorevoli all’aborto: lo disse chiaramente in un’intervista del 1999, anche se poi nel 2011 disse di aver cambiato idea. Durante la campagna elettorale ha cambiato posizione più volte sull’argomento con varie dichiarazioni contraddittorie. Prima ha detto che l’aborto andrebbe reso illegale e che le donne che scelgono di interrompere una gravidanza andrebbero punite, poi ha ritrattato dicendo che solo i medici che praticano l’interruzione di gravidanza dovrebbero essere puniti. La posizione principale del suo programma sull’aborto comunque era che la legalità della procedura dovesse essere stabilita dai singoli stati, così come le eventuali pene per chi la pratica. Chi invece ha da sempre avuto posizioni antiabortiste è il vicepresidente Mike Pence, che come governatore dell’Indiana ha fatto approvare molte leggi di limitazione alle interruzioni di gravidanza e come deputato ha proposto molte leggi che avrebbero cancellato i fondi federali alle organizzazioni che permettono alle donne di abortire.

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