martedì 20 dicembre 2016

pc 20 dicembre - CHI STUPRA UNA DONNA E' COMUNQUE UN FASCISTA E COME TALE DEVE ESSERE TRATTATO

Sul bestiale stupro di gruppo, avvenuto nel 2010 al centro sociale RAF di Parma, la cui violenza è poi proseguita facendo girare le immagini riprese e, in ultimo, attaccando vigliaccamente la ragazza che finalmente aveva raccontato come erano andati i fatti, noi siamo dalla parte della ragazza senza se e senza ma. E, come hanno denunciato alcune compagne, ciò che va fortemente condannato è l'atteggiamento omertoso, complice tenuto all'epoca e in questi anni da compagni e compagne dell'area.

Su questo, come su tanti altri bruttissimi fatti simili avvenuti e che possono continuare ad avvenire dobbiamo scatenare apertamente la ribellione, la furia delle ragazze, delle compagne.
Solo questo permette di non delegare alle forze dello Stato l'intervento su episodi di violenza fascista/sessista contro le donne.
Si tratta di una nefasta ideologia, figlia dell'abbruttimento ideologico che la borghesia spande a piene mani, che corrode anche nei movimenti antagonisti e opprime le energie di tante compagne.
Tra le ragazze, le compagne chi sottovaluta questo, non comprende il carattere di "guerra" a tutti i livelli che la borghesia porta avanti; non lo comprendono anche quelle compagne che nei movimenti, nei centri sociali sottovalutano la necessità sempre e comunque di darsi organizzazione e di portare avanti la lotta delle donne.
(su questo significativo fu anni fa la battaglia fatta da compagne di un centro sociale di Modena, allora del Mfpr, su cui è possibile avere il loro lungo documento).

Per tutto questo, anche se possiamo comprendere le ragioni personali, non abbiamo condiviso la decisione di non fare più il presidio al tribunale il 19 dicembre.

Non ci può essere un movimento delle donne che non lotti contro ogni violenza sessuale, sempre e dovunque.
La lotta delle donne deve rompere, cambiare i centri sociali, le organizzazioni politiche, i sindacati, i movimenti. Questo è anche il significato dello "sciopero delle donne", che porta anche una "rottura" di concezione, di atteggiamento tra gli operai, il sindacalismo.
Sulla questione femminile, sugli atteggiamenti maschilisti presenti anche in organizzazioni di compagni, in passato si sono giustamente sfasciate intere organizzazioni rivoluzionarie - l'esempio più grande fu Lotta continua verso la fine degli anni 70.

E' solo la lotta rivoluzionaria delle donne a 360° il "vaccino", altrimenti nessuno a priori può e deve considerarsi immune dall'ideologia fascista de "gli uomini che odiano le donne".

MFPR

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