mercoledì 14 dicembre 2016

pc 14 dicembre - Migranti di Alessandria: prima licenziati poi processati! VERGOGNA - Massima solidarietà

Licenziati per essersi ribellati ai mancati salari, dopo 4 anni i braccianti finiscono a processo

Otto dei 40 che lavoravano per l’azienda Lazzaro: prima udienza in tribunale il 13 gennaio


Licenziati in tronco per essersi ribellati per i mancati salari e alle dure condizioni di lavoro alle quali erano sottoposti, rimasti senza casa, nè soldi, dopo quattro anni sono finiti sotto processo insieme con Antonio Olivieri, uno degli attivisti che dall’inizio si sono dati da fare per aiutarli.
Sono 8 dei 40 braccianti marocchini dell’azienda agricola Lazzaro di Castelnuovo Scrivia. La prima
udienza del processo si terrà il 13 gennaio, alle 9,30, in tribunale ad Alessandria e il Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia si riunirà con immigrati e attivisti davanti al palazzo di giustizia per protestare. «Li hanno licenziati con un cartello affisso su un palo della luce di fronte al presidio dei 40 braccianti marocchini dell’azienda in lotta da settimane per i mancati salari e le condizioni di grave sfruttamento a cui erano sottoposti».
«Il cartello - aggiunge Olivieri - comunicava il licenziamento di tutti i lavoratori marocchini ancora in forza; gli altri erano stati licenziati a fine luglio e sostituiti con una cooperativa di indiani. I braccianti però hanno deciso di presentarsi comunque il giorno dopo, sul posto di lavoro, almeno per avere la formalizzazione del licenziamento. Di fronte a un atto dovuto e pacifico dei lavoratori, la risposta è stata di denuncia per violenza privata e tentativo di occupare l’azienda».
Questi fatti sono stati resi noti dal Presidio permanente ieri, in una conferenza stampa convocata ad Alessandria nella sede dell’associazione Verso il Kurdistan, con i legali degli imputati, Simonetta Crisci di Roma e Gianluca Vitale di Torino e con due dei cinque ex braccianti marocchini che hanno denunciato l’azienda presso la quale lavoravano e oggi sono senza lavoro e ancora in attesa che gli venga riconosciuto il permesso di soggiorno umanitario. «Consideriamo questi eventi di una gravità inaudita - dice Olivieri - perchè vengono colpiti i lavoratori che hanno lottato per i loro diritti, ma nulla si sa delle numerose pendenze penali aperte nei confronti dei Lazzaro. Chiediamo a tutto il mondo del lavoro di prendere posizione e di assumere iniziative».

E aggiunge: «In un’azienda di Guazzora di confezionamento dei prodotti ortofrutticoli le lotte dei lavoratori hanno costretto la proprietà a cambiare registro, a riconoscerci, a risolvere gli annosi problemi aperti. La Questura di Alessandria tace, nonostante da settimane si solleciti l’istituzione di un tavolo per la regolarizzazione di chi denuncia situazioni di grave sfruttamento».

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