lunedì 7 novembre 2016

pc 7 novembre - Referendum costituzionale: Sì o No? Il “pericolo per la democrazia” vale per gli Stati Uniti e non vale per l’Italia?

Questo referendum costituzionale fa venire l’ansia ai padroni che prendono posizione, per esempio, sul quotidiano il Sole24Ore, fin dagli inizi della discussione e hanno detto un netto “sì” sostenendo apertamente Renzi.
Ma in un articolo di ieri sulle prossime elezioni negli Stati Uniti, si contraddicono.

Le elezioni americane, infatti, giocano brutti scherzi ai padroni e ai loro lacchè che le guardano con tanta apprensione perché dai risultati in un senso o in un altro pensano di poterne trarre vantaggio o averne qualche svantaggio. “La tensione è talmente alta che gli psicologi hanno notato un aumento
degli attacchi di ansia tra i loro pazienti.” dice Zingales, uno dei tanti intellettuali al servizio dei padroni. I “pazienti” di cui parla sono naturalmente i ricchi imperialisti che dovranno decidere dove investire o dove spostare i loro soldi per continuare a fare profitti e solo il pensiero gli fa venire l’ansia!

E poi drammatizza ancora di più: “Il mondo intero guarda con il fiato sospeso. Siamo veramente sull’orlo del baratro?” Che il mondo intero guardi con il fiato sospeso lo pensa solo Zingales che ad ogni buon conto si risponde da solo: “Penso proprio di no”, e spiega il perché!
E questo perché qui ci interessa dato che è di fatto una aperta contraddizione con ciò che gli stessi padroni e sullo stesso giornale dicono del referendum costituzionale in Italia, padroni che hanno deciso di votare “sì” con il governo. Dicono in sostanza che le preoccupazioni del no non sono giustificate perché se vince il sì non ci sarebbe nessun pericolo per la “democrazia. Ma come abbiamo detto le argomentazioni a proposito delle elezioni americane sono invece un sostegno alle ragioni del NO. Vediamo.

Perché negli USA, secondo Zingales, non ci sarebbe da preoccuparsi, dunque? Perché “Con tutta probabilità la Camera avrà una maggioranza repubblicana e il Senato una democratica. Quindi chiunque vincerà le elezioni presidenziali dovrà fare compromessi per governare. Uno svantaggio se si desidera un’azione di governo rapida e incisiva, ma un grosso vantaggio se si teme che il presidente possa prendere decisioni inconsulte (vantaggio da non dimenticare in tempi di riforme costituzionali). È proprio questa divisione dei poteri a rassicurarci che il danno potenzialmente prodotto da un presidente degli Stati Uniti sia limitato.”

Prima, quindi, Zingales ci ricorda il vero perché della riforma costituzionale che si vuole fare in Italia, e cioè avere la possibilità di “un’azione di governo rapida e incisiva” e poi ammette che negli Stati Uniti un parlamento con due camere, una dei deputati e una dei senatori, con i loro necessari compromessi, sarebbero una garanzia contro i possibili colpi di testa, o addirittura “decisioni inconsulte” come le chiama Zingales, del presidente! E perché questa garanzia non dovrebbe valere per l’Italia! Quando si dice la coerenza!

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