sabato 5 novembre 2016

pc 5 novembre - A FIRENZE DIVIETO DI MANIFESTARE CONTRO LA LEOPOLDA DI RENZI

Firenze, divieto di manifestare contro Renzi e la Leopolda. 

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Ma gli organizzatori fanno sapere che non rinunceranno al diritto di manifestare e invitano tutta la città a scendere comunque in piazza. L’appuntamento oggi pomeriggio è a piazza San Marco alle ore 15.00. In una conferenza stampa hanno annunciato l’intenzione di non seguire le prescrizioni e di voler sfilare lo stesso per le vie del centro e fin sotto la Leopolda. Ignorando, di fatto, il provvedimento.

(Da infoaut) - E' arrivata nella giornata di ieri la comunicazione della Questura rispetto alla manifestazione lanciata per domani, sabato 5 novembre, da "Firenze dice No", contenitore trasversale della città mobilitatosi contro la Leopolda del PD, la kermesse patinata di Renzi e dei suoi ministri, e contro la riforma costituzionale propagandata dal premier.
La manifestazione, organizzata da diverse settimane, ha ricevuto il diniego sia ad occupare Piazza San Marco, sia a sfilare per le strade della città.
Stando a quanto scritto nel dispositivo della Questura, infatti, la presenza di Renzi e di numerosi ministri del governo sarebbe un motivo valido per vietare ogni tipo di manifestazione. Parole inascoltabili che si tramutano in una palese violazione del diritto a
manifestare ma, soprattutto, nell'ennesimo atto arrogante da parte di Renzi e della sua cricca, che evidentemente non vuole vedere la propria passerella rovinata da chi non crede alle loro bugie. A poche settimane dal voto del 4 dicembre, tra le fila del PD si mostra un crescente nervosismo e un tentativo sempre più palese di zittire qualsiasi forma di opposizione e dissenso.
Le tante anime di Firenze che stanno lavorando da settimane a questa manifestazione e contro il Referendum Costituzionale del 4 dicembre hanno già fatto sapere che domani scenderanno con ancora più motivazione in piazza e rilanciano l'appuntamento delle 15 in Piazza San Marco.
Qui di seguito pubblichiamo il comunicato scritto da loro nel pomeriggio (dalla pagina Firenze dice NO):
Divieto completo a manifestare. E' questo quanto comunicato dalla Questura al comitato Firenze dice NO, a due giorni di distanza dalla manifestazione - annunciata da settimane – di sabato 5 novembre. Il motivo, si legge sul documento firmato dalla Questura, sarebbe la presenza alla stazione Leopolda di “massimi esponenti del Governo Italiano”. Una scelta di questo tipo non solo non ha precedenti, ma viola completamente il diritto costituzionale a manifestare. La responsabilità politica è tutta da attribuire alla prepotenza che contraddistingue da sempre il governo Renzi. Nel paese di Renzi, e ancora di più nella “sua” città, anche la libertà di espressione sembra valere solo per i suoi sostenitori. Come interpretare diversamente quanto accaduto mercoledì, quando la polizia è intervenuta per impedire una semplice conferenza stampa davanti ai cancelli della Leopolda?
Renzi parla di “Leopolda del popolo”, ma utilizza metodi dittatoriali per impedire al popolo del NO di manifestare liberamente.
Tutto questo è inaccettabile. E per questo non rinunceremo sabato 5 novembre a manifestare le tante ragioni che compongono il nostro NO al governo e alla sua riforma costituzionale. Rinunciarvi vorrebbe dire ipotecare il diritto stesso a manifestare di noi cittadini. E invitiamo tutta la città ad esprimere la propria indignazione ed a scendere in piazza San Marco alle ore 15:00.
Alle ore 12:00 di oggi il comitato Firenze dice NO convoca una nuova CONFERENZA STAMPA ai cancelli della Leopolda. La “gente normale” di cui Renzi parla sono le famiglie vittime della crisi, gli studenti a cui crollano i soffitti della scuola (e che presto verranno mandati a lavorare gratis da McDonald's), gli inquilini sotto sfratto, i precari e i disoccupati di questo paese, chi è stufo di una politica asservita ai poteri forti. Le stesse persone che sabato scenderanno in piazza per portare le proprie ragioni alla Leopolda del Sì. Ragioni con cui Renzi deve confrontarsi. Perchè questo è il paese reale, che non si può nascondere né zittire.

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