giovedì 3 novembre 2016

pc 3 novembre - A VENARIA, NESSUNO SPAZIO AI FASCISTI

La scena si svolge a Venaria Reale, una città della prima cintura a nord di Torino; qui, un assai poco ‘signore’ decide di rendere omaggio ai maiali fascisti giustiziati durante la Guerra di liberazione dalla dittatura italiana e dall’invasore tedesco.
La sua richiesta, fatta all’amministrazione comunale, di apporre una lapide con la scritta “ai
combattenti venariesi della Repubblica Sociale Italiana, fucilati nel 1945 durante la Guerra Civile” viene rigettata dal sindaco.
Per una volta, un primo cittadino grillonzo – tale Roberto Falcone – si dimostra rispettoso delle leggi italiane in tema di fascismo, e risponde per le rime: “Assolutamente no. Non mi pare che alcun presidente della Repubblica italiana abbia dedicato una festa nazionale al fascismo o a chi ha perso la vita per difendere quegli ideali”.
Il topo di fogna – che risponde al nome di Gaetano Cuttaia, ha cinquantasette anni, ed è attivista della latrina fascista chiamata Casapound, oltre ad essere il coordinatore locale del Comitato Onoranze Continuità Ideale – decide di rimediare ponendo, al cimitero, un mazzo di fiori con un nastro tricolore con scritto: “ai martiri venariesi della Rsi”.
Il presidente della sezione cittadina dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – Annibale Pitta – dichiara che si tratta di “un fatto gravissimo che non deve passare inosservato”, mentre il borgomastro rincara: “i valori di chi ha sacrificato la propria vita per la Resistenza devono essere salvaguardati e trasmessi”.
Si tratta di un bell’esempio di antifascismo da parte delle istituzioni borghesi: peccato solo che si tratti di un caso isolato; in ossequio alla Costituzione, che vieta la ricostruzione sotto qualsiasi forma del defunto partito fascista, ed alle Leggi vigenti, che sanzionano certi comportamenti come ‘apologia di reato’, dovrebbe essere la prassi, non l’eccezione.

Bosio (Al), 03 novembre 2016
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova

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