martedì 1 novembre 2016

pc 1 novembre - TERREMOTI E CONSEGUENZE: RAPPORTO UOMO NATURA/CAPITALISMO DISTRUZIONE DELL'AMBIENTE - L'ANALISI DI ENGELS QUANTO MAI ATTUALE

(Dal libro Dialettica della natura)
"... la natura si vendica di ogni nostra vittoria. Ogni vittoria ha, infatti, in prima istanza, le conseguenze sulle quali avevamo fatto assegnamento, ma in seconda, terza istanza ha effetti del tutto diversi, impreveduti, che troppo spesso annnullano a loro volta le prime conseguenze... Gli italiani della regione alpina, nel consumare sul versante sud gli abeti così gelosamente protetti al versante nord, non presentivano affatto che così facendo scavavano la fossa all'industria pastorizia sul loro territorio; eancor meno immaginavano di sottrarre, in questo modo, alle loro sorgenti alpine per la maggiorparte dell'anno quell'acqua che tanto più impetuosamente quindi si sarebbe precipitata in torrenti al pieno durante l'epoca delle piogge....

...conosciamo ogni giorno di più quali sono gli effetti immediati e quelli remoti del nostro intervento nel corso abituale della natura. In particolare, dopo i poderosi progressi compiuti dalla scienza in questo secolo, siamo sempre più in condizione di conoscere, e quindi di imparare a dominare anche gli effetti naturali più remoti, perlomeno per quello che riguarda le nostre abituali attività produttive...

“...noi non dominiamo la natura come un conquistatore... come chi è estraneo ad essa, noi le apparteniamo con carne, sangue e cervello... Tutto il nostro dominio sulla natura consiste nella capacità di conoscere le sue leggi e impiegarle in modo appropriato... Per realizzare questa regolamentazione occorre di più che non la sola conoscenza. Occorre un completo capovolgimento del modo di produzione da noi seguito fino ad oggi e con esso di tutto il nostro attuale ordinamento sociale...

... i singoli capitalisti, che dominano la produzione e lo scambio, possono preoccuparsi solo degli effetti pratici più immediati della loro attività. Anzi questi stessi effetti... vengono posti completamente in secondo piano: l'unica molla della produzione diventa il profitto... Nell'attuale modo di produzione viene preso prevalentemente in considerazione, sia di fronte alla natura che di fronte alla società, solo il primo e più palpabile risultato. E poi ci si meraviglia ancora che gli effetti più remoti delle attività rivolte ad un dato scopo, siano completamente diversi e per lo più portino allo scopo opposto..."

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