domenica 30 ottobre 2016

pc 30 ottobre - Renzi in piazza a Roma per il Sì al referendum in seria difficoltà... i padroni corrono in aiuto

Renzi è in difficoltà e si vede. Il No al prossimo referendum incalza e non sono bastate certo le poche migliaia di persone che erano Piazza del Popolo a ridargli lo slancio necessario, soprattutto agli occhi dei padroni, per portare avanti il programma che tanto gli piace! Per questo corrono in aiuto con consigli su come deve fare, soprattutto dopo il confronto in tv con De Mita, il vecchio volpone (88 anni) della peggiore Democrazia Cristiana che lo ha apertamente sbeffeggiato.
 
Visto che la realtà di oggi (disoccupazione, crisi economica, migranti, terremoti…) è molto più dura delle sue chiacchiere, allora, mentre nel concreto regala miliardi di miliardi ai padroni, alle masse parla sempre del “futuro”; per sembrare credibile lancia “sfide” a destra e a manca gonfiandosi il petto… riprendendo anche la vecchia storia della “rottamazione”, la retorica del vecchio-nuovo che i padroni considerano ormai non più efficace! E per questo lo invitano a smetterla e pensare ad altro, dicono, infatti: “Ma dopo quasi tre anni di governo la retorica della rottamazione e del cambiamento rischia di trasformarsi in un boomerang per
il giovane leader democratico. Anche in considerazione del fatto […] che i sondaggi indicano i giovani elettori più orientati al No rispetto ai loro fratelli maggiori e ai loro padri.”
E i costi della politica su cui tanto insiste Renzi? “E anche insistere troppo sui tagli dei costi della politica potrebbe rivelarsi un boomerang, come dimostra la difficoltà in cui si sono trovati i deputati del Pd nel respingere la proposta del M5S, elettoralistica ma efficace, di dimezzare le indennità dei parlamentari. I risparmi che si otterranno sul fronte dei costi della politica se la riforma Boschi sarà approvata dagli italiani sono simbolici…” Non ci voleva certo la zingara per capire che sono simbolici, ma se lo dicono i padroni tolgono di mezzo un altro argomento “facile” per tutti i politici!
E allora cosa dovrebbe fare Renzi? Secondo il Sole 24 ore di ieri: “… sarebbe più utile per i sostenitori del Si insistere sui buoni argomenti di merito, che ci sono: il risparmio, anche economico, sarà soprattutto in termini di efficienza del processo legislativo e di semplificazione del groviglio di competenze tra Stato e Regioni con la riscrittura del Titolo V.
Questa “semplificazione” serve “per evitare che “un iter legislativo lungo e complicato come quello attuale finisca paradossalmente per umiliare il Parlamento, troppo spesso costretto con il voto di fiducia a ratificare le decisioni dei governi senza possibilità di discutere ed emendare i testi.”

La “preoccupazione” dei padroni per la “umiliazione” del Parlamento è troppo ridicola e si commenta da sé… ma già che ci sono i padroni ci tengono a rassicurarci anche su un altro punto caldo, legato allo stesso argomento: “Occorrerebbe poi spiegare con più chiarezza, al di là degli slogan, che la forma di Stato non viene toccata dalla riforma Boschi e che dunque i poteri del Capo dello Stato e quelli del presidente del Consiglio restano intatti.”
Come diciamo dal primo momento è questo il vero obbiettivo della “riforma costituzionale”: fare leggi in maniera più rapida e senza “ingerenze” da parte di nessuno, nemmeno dei politici che per motivi di clientela a livello delle Regioni intralciano talvolta i piani dei padroni su scelte industriali e investimenti pubblici; rafforzare i poteri del capo del governo dando tutto il potere ad un partito che di fatto non avrebbe più una opposizione, nemmeno formale, e che è in grado con tutto questo potere di occupare tutte le “sedie istituzionali” per evitare ostacoli di ogni tipo!
Ma viste le difficoltà attuali a far passare il Sì, i padroni non sono fessi e “consigliano” a Renzi un atteggiamento meno arrogante, pur di dare un contentino all’“opinione pubblica” che è preoccupata appunto per il “combinato disposto”, come lo chiamano i burocrati, cioè la riforma costituzionale e la legge elettorale insieme. Ammettono, a denti stretti, infatti: “Una legge maggioritaria che assicura a un solo partito, tramite il meccanismo del ballottaggio nazionale, la maggioranza assoluta nell’unica Camera che dà la fiducia al governo determina - secondo i critici - una indiretta ma eccessiva forza all’Esecutivo.” Secondo i critici? No, come fatto oggettivo! E allora,, continuano con i suggerimenti, per “svelenire il clima politico” si può trovare una “soluzione condivisa” sulle “modifiche all’Italicum”… MA per i padroni questo è accettabile “Fermo restando il principio inderogabile della governabilità”! perché questa “riforma attesa da anni … pur con difetti, va nella direzione della modernizzazione del Paese.”!
Insomma i padroni non possono rinunciare ad avere un loro governo stabile che proceda senza ostacoli nel fare gli interessi della loro classe! Possiamo dire, quindi, che il “combinato disposto” di queste posizioni portano proprio all’avanzare passo dopo passo verso l’instaurazione di un regime di moderno fascismo e che la dialettica vecchio-nuovo deve essere impugnata innanzi tutto dal proletariato per fermare questa avanzata!

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