giovedì 8 settembre 2016

pc 8 settembre - MIGRANTI: SCIOPERO DELLA FAME A SALUGGIA PER LE CONDIZIONI DI VITA NEL CENTRO - DAL NORD AL SUD ALCUNE ASSOCIAZIONI AMMANIGLIATE CON PREFETTURE, QUESTURE, COMUNI, SPECULANO ANCHE SUL MANGIARE

SESIA VERCELLI
Saluggia, la protesta dei profughi: 'Niente wi-fi e carne solo una volta a settimana'.
La lettera: 'Eppure la cooperativa, per ognuno di noi, prende 35 euro al giorno'

I richiedenti asilo hanno deciso di intraprendere lo sciopero della fame, consegnando una lettera di protesta ai giornali: "Ciao cari Italiani – si legge nella missiva - ci dispiace informarvi della nostra sofferenza di vita nel centro d’accoglienza. Siamo dei migranti sotto la protezione internazionale dell’Unione Europea". Poi elencano tutta una serie di problemi riscontrati in questi mesi: "Ci mancano vari servizi come la televisione, la connessione WiFi, utile a mantenerci in contatto con i nostri famigliari. Da una settimana non abbiamo l’acqua calda per fare la doccia, ne ci viene dato il sapone per lavarci o il dentifricio. Riguardo l’alimentazione, ci viene dato sempre solo pasta e riso, a volte nemmeno cotta. La carne ci viene data a malapena una volta a settimana. Inoltre i pasti ci vengono forniti senz’acqua e per bere siamo costretti ad andare a prenderla alla casetta dell’acqua. Se stiamo male, a parte l’aspirina, non ci vengono date le medicine". Insomma una situazione che gli ospiti non sono più disposti ad accettare. "Sappiamo che la cooperativa prende per ognuno di noi 35 euro e ci dovrebbe fornire tutta una serie di cose che non ci vengono date, e questo non è giusto. Noi siamo costretti ad usare i 2,50 euro di diaria per comprarci lo shampoo e da mangiare". Ad aiutare i profughi in questi mesi ci hanno pensato soprattutto le associazioni del paese, come Vita Tre, fornendo loro vestiti e scarpe, dato che anche questi non vengono forniti dalla Cooperativa. "Abbiamo chesto un contributo economico al sindaco – spiega Abdallah, presidente dell’associazione italo-marocchina Dar Essalam – perché di fatto li stiamo mantenendo. Volevamo attivare laboratori anche per tenerli impegnati, ma il Comune non ci ha mai risposto". "Noi siamo disposti a fare dei lavori e renderci utili alla comunità – proseguono i profughi – perché non vogliamo stare tutto il giorno a fare niente. Chiediamo però solo un po’ di giustizia e la nostra protesta proseguirà fin tanto che non cambierà qualcosa".

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