lunedì 19 settembre 2016

pc 19 dicembre - Arresti a Taranto per la corruzione nella Marina Militare, ora arrivare a La Spezia - Sono i militari, all'ombra del ministri dell Difesa, il centro della corruzione!

Inchiesta a Taranto sulla Marina militare «Indagate anche a Spezia»

Il ministro della Difesa e L’ammiraglio Giuseppe DeGiorgi durante la cerimonia di avvicendamento al vertice della Marina Militare.(Roma 22 Giugno 2016). Ora, un’ inchiesta tarantina sembra arrivare in Liguria
Il ministro della Difesa Pinotti e L’ammiraglio Giuseppe DeGiorgi durante la cerimonia di avvicendamento al vertice della Marina Militare.(Roma 22 Giugno 2016). Ora, un’ inchiesta tarantina sembra arrivare in Liguria

La Spezia - Dici Marina Militare, e pensi a Spezia. E ogni volta che una Procura indaga sulla Marina, il nome della città rispunta. Sempre. Era già successo nel caso delle presunte “spese folli” del capo di stato maggiore della Marina, De Giorgi.
Dossier anonimi, all’attenzione della Procura di Potenza, sostengono che l’ammiraglio – che smentisce - avesse preteso modifiche milionarie su una fregata in allestimento alla Fincantieri del Muggiano. E vive a Lerici, l’alto ufficiale Ernesto Nencioni, che si sarebbe dimesso per protesta.
Ancora: sulle navi da guerra, nel nostro Arsenale, De Giorgi aveva il vezzo di farsi servire champagne e mandorle appena tostate. E poi, nelle intercettazioni, parla spesso con volti noti spezzini: come la manager Sitep – estranea all’indagine - Cristiana Pagni. E quel Nicola Colicchi indagato nel filone sugli intrecci d’interesse sul petrolio in Basilicata, è titolare al 50% della discarica di Saturnia, che Comune e Acam vogliono riaprire.
Tangenti
Tocca Spezia, ora, una nuova inchiesta tarantina, opera del pm Maurizio Carbone. E’ nata dalla denuncia di una società, Le.De., stanca di pagare un pizzo del 10%, ad ogni appalto della Marina. Ha messo a nudo un sistema, basato sulle mazzette. E molti protagonisti, hanno operato a lungo qui.
L’imprenditore che ha fatto denuncia, ed è fallito, perché estromesso dalle gare, sostiene che l’imposizione del 10% di tangente fosse una prassi, una disposizione che veniva dai superiori.
Malavitosi
Il giudice di Taranto, Pompeo Carriere, dice che i militari “chiedevano il pizzo con brutale e sfacciata protervia”. Come “malavitosi”, a botte da 2500 euro. Era la mazzetta base, da consegnare già imbustata.
Il primo a finire in manette è stato l’ex comandante di Maricommi Taranto, Roberto La Gioia, 45 anni: gli contestano oltre 44 mila euro di mazzette. Poi, sono scattate ordinanze di custodia cautelare, all’indirizzo dei capitani Alessandro Dore e Giovanni Caso, e Attilio Vecchi, 54 anni, Riccardo Di Donna, 45, Marco Boccadamo, 50, Giovanni Cusmano, 47, e Giuseppe Coroneo, 46. E del luogotenente Antonio Summa, 53 anni, e del dipendente civile Leandro De Benedictis, 55.
In flagranza
L’alto ufficiale Giovanni Di Guardo è stato arrestato con la mazzetta in mano: i soliti 2.500 euro. Li stava prendendo da Vincenzo Pastore, imprenditore, arrestato anch’egli: per un appalto per le pulizie. E’ scattato l’arresto anche per l’ufficiale Fabrizio Germani.
Di Guardo e Germani sono molto conosciuti, qui. Di Guardo è stato per anni alla base navale della Spezia, e s’è occupato – anche qui – di gare e di appalti. Deve rispondere del patto che avrebbe fatto per pilotare un appalto da 11 milioni: una tangente da 200 mila euro, più auto di lusso. Ci sono ancora, sulla Gazzetta della Repubblica, i bandi spezzini che ha curato. E ci sono, sul suo profilo Facebook, le foto in barca, a Lerici e a Portovenere.
Ci sono poi scatti nelle località di tendenza, come Saint Tropez, e alla Fashion Week di Milano, alle sfilate. E spesso, con auto di lusso. Fabrizio Germani è proprio spezzino. Nella sua carriera ha alternato incarichi qui, e a Taranto. Alla base navale spezzina, era dirigente del commissariato della Marina.
È conosciuta alla Spezia anche il tenente di vascello Francesca Mola. Ha 31 anni, e collaborava con Di Guardo. E’ accusata di aver preso parte alla richiesta di tangenti: la sua parte – per l’accusa – era di 12.500 euro, per il bando sulle pulizie. E’ il primo militare donna italiano, accusata di questo tipo di reato.
Solo a Taranto?
È inevitabile chiedersi se sia possibile, che “la prassi” degli ufficiali corrotti valesse solo quando erano a Taranto: specie se è vero quel che dice l’accusa, che il sistema era “imposto” dai vertici. Possibile che il vizietto del pizzo sia stato sempre e solo tarantino?
Con l’Arsenale di Taranto, Spezia condivide moltissimo: anche i tragici casi di mesotelioma, per esposizione all’amianto. Nessuno disse nulla, all’epoca: né là né qui.. Certo: qui, nessuna ditta ha mai denunciato niente.

Nessun malcostume. Fatto sta: in Rete ci sono post in cui di militari e civili della Difesa, che scrivono che “ci sia da indagare anche alla Spezia”, e raccontano anche presunti episodi di malcostume. Come il sottocapo di poppa, che “di notte vedeva sbarcare impunemente le provviste migliori, imbarcate di giorno”. E “al parcheggio, vedeva solo automobili di grossa cilindrata”. Si tratta solo di leoni da tastiera?

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