giovedì 30 giugno 2016

pc 30 giugno - Finalmente in Italiano - la Dichiarazione internazionale Congiunta per il 30° anniversario del 19 giugno - prima parte

¡Proletari di tutti i paesi, unitevi!
19 giugno 1986 – 19 gugno 2016
30° anniversario del Giorno dell’Eroismo

Assumere, difendere e applicare il maoismo al servizio dell’avanzata della rivoluzione proletaria mondiale!

"Abbiamo applicato la Feroce Resistenza, come mai era stato fatto, è una grande vittoria del Presidente Gonzalo, del Partito Comunista del Perù, tutti moriremo. Onore e gloria a ai compagni e combattenti caduti! Viva il Presidente Gonzalo! Viva el Partito Comunista del Perù!" compagno Augusto, Luminosa Trincea di Combattimento di "El Frontón", 19 giugno 1986, pochi istanti prima di dare la vita per il Partito e la Rivoluzione

Questo 19 giugno celebriamo il 30° anniversario del Giorno dell’Eroismo, evento che merita particolare attenzione e, soprattutto, una forte presa di posizione dei comunisti, che assumono questo radioso esempio di dare la vita per la classe e il popolo al servizio rivoluzione proletaria mondiale. È necessario propagandare come questi uomini e donne abbiano conquistati la gloria oltre la morte, perché guidati dalla più alta ideologia l'umanità abbia mai visto, il marxismo-leninismo-maoismo e la
sua applicazione creativa alla realtà peruviana, il pensiero gonzalo, perché guidati dal più grande marxista-leninista-maoista vivente, il presidente Gonzalo. I comunisti, i combattenti e le masse, i prigionieri politici e di guerra che diedero la vita nelle luminose trincee di combattimento di El Fronton, Lurigancho e Callao, vivono in noi, nei comunisti, vivono nella lotta del proletariato internazionale e dei popoli del mondo, vivono nella lotta coraggiosa dei comunisti che oggi si battono con tenacia, insieme ai combattenti e alle masse, per riorganizzare il Partito comunista del Perù e dare impulso alla guerra popolare in quel paese.

19 giugno 1986, data incisa nella storia come Giorno dell’Eroismo
La ribellione dei prigionieri politici e prigionieri di guerra è una pietra miliare storica che mostra la posizione coerente e implacabile che difende la morale di classe con ogni mezzo necessario; mostra come i figli di un popolo che si levano in guerra popolare guidati dal loro partito comunista devono tenere alta la bandiera rossa con la falce e martello, senza mai piegarsi, e contribuire così all’avanzata della rivoluzione. Gli oltre duecentocinquanta comunisti e rivoluzionari morti, morirono consapevoli che per servire il popolo con tutto il cuore è necessario rompere l'individualismo, demolire il proprio ego, essere pronti a pagare qualsiasi prezzo richiedano il partito e la rivoluzione. Il loro esempio è un attacco demolitore contro ogni tipo di capitolazione e pessimismo, che esprime la profonda comprensione del contesto storico e politico. Bruciarono ogni dubbio e, pieni di fiducia nel partito e nelle masse, si lanciarono col massimo ottimismo contro il nemico, nonostante la sua schiacciante superiorità tattica, e combatterono fino alla fine.

La ribellione dei prigionieri politici e prigionieri di guerra non fu un atto disperato ma un'azione decisa e pianificata dal PCP, attraverso i suoi apparati. Fu una azione militare con obiettivi politici chiari, diretta contro il trasferimento presso gli allora nuovi campi di concentramento appena costruiti allo scopo di distruggere la resistenza dei prigionieri di guerra, come parte del piano di genocidio in corso. La ribellione smascherò agli occhi di tutto il mondo il vero volto genocida del vecchio Stato peruviano, delle sue forze armate e di polizia, dell’APRA, partito del fascista di Alan García, con l’aperta benedizione dei capoccia della mafia social-fascista, la sinistra "Internazionale Socialista". Il maggiore genocidio contro il popolo insorto nella guerra popolare aveva avuto luogo nelle campagne, la principale arena della guerra popolare, dove le masse peruviane più più ampie e profonde, soprattutto i contadini poveri, sin dagli anni dell’inizio della lotta armata, nel 1980, sostenevano la rivoluzione democratica in marcia; è lì che le orde genocide del vecchio stato massacrarono decine di migliaia di contadini e che ci furono i massimi esempi di eroismo. Perciò, la ribellione dei prigionieri politici e di guerra nelle luminose trincee di combattimento di Lima servì a impedire che l'opinione pubblica internazionale si rifiutasse di vedere che cosa stava accadendo realmente nel paese. È questo un aspetto importante da sottolineare oggi, perché Lima è ancora una forte cassa di risonanza. Le azioni che vi si realizzano si ripercuotono in tutto il Perù e a livello internazionale - aspetto da non trascurare per dare uno nuovo grande impulso alla guerra popolare.
Trenta anni dopo i fatti del 19 giugno 1986, centinaia di prigionieri politici e di guerra ancora sostengono la bandiera del PCP dentro le prigioni del vecchio Stato peruviano, le luminose trincee di combattimento della guerra popolare, servono ancora la rivoluzione; tra loro spicca principalmente il Presidente Gonzalo.

Il Presidente Gonzalo rappresenta gli eroi e tutti i prigionieri politici e di guerra in Perù
La ribellione di 30 anni fa dei prigionieri di guerra contro il genocidio è inseparabile dal Presidente Gonzalo, che ne era il capo riconosciuto. Dal 12 settembre 1992 anch’egli si trova nella condizione di prigioniero di guerra per effetto dell’azione della CIA yankee in collaborazione con una manica di traditori - i ratti che poi si sono rivelati i capi della linea opportunista di destra, revisionista e capitolazionista.
In quanto leader del PCP e della rivoluzione peruviana, il Presidente Gonzalo è riconosciuto come il principale rappresentante di tutti i prigionieri di guerra rivoluzionari e detenuti politici in Perù, incarna e simboleggia la loro lotta come nessun altro. Perciò, quando oggi si parla di eroi caduti e di prigionieri politici e di guerra, è necessario prendere una posizione chiara e forte per il Presidente Gonzalo.

Il Presidente Gonzalo si trova nella condizione di prigioniero di guerra da quasi 24 anni. In tutto questo tempo è stato sottoposto a isolamento continuo e assoluto nel campo di concentramento appositamente costruito per annientarlo nel Callao, base navale della marina da guerra del vecchio Stato peruviano. Poco dopo il trasferimento del Presidente Gonzalo, il fascista, genocida e traditore Fujimori, allora presidente del vecchio Stato, dichiarò cinicamente alla stampa internazionale "nessuno sopravvive a lungo nelle condizioni in cui lui (riferendosi a Presidente Gonzalo) è detenuto". Se il vecchio stato peruviano non ha ancora commesso il suo omicidio è principalmente grazie alla forza del PCP e della guerra popolare, che ha ottenuto il sostegno di una profonda e vasta campagna internazionale a difesa della vita del Presidente Gonzalo. In risposta a questa, muovendo suoi agenti diretti e traditori, l’imperialismo Yankee, come parte della guerra psicologica – all’interno della strategia della cosiddetta "guerra a bassa intensità" - ha insistito nei suoi piani per vociferare la capitolazione del Presidente Gonzalo, decapitare la rivoluzione, annientare la direzione e separare la guerriglia dalle masse.
Lo sporco lavoro dei revisionisti che puntavano a liquidare la campagna a difesa della vita del Presidente Gonzalo seminando confusione e pessimismo in Perù e all'estero – e in cui il sedicente Partito Comunista Rivoluzionario degli Stati Uniti (PCR USA) ha avuto un ruolo preminente - ha ottenuto i suoi risultati. Nonostante la sinistra nel movimento comunista internazionale non abbia mai mancato di difendere la vita del Presidente Gonzalo, la campagna non ha avuto la dinamica che avrebbe dovuto avere. Occorre potenziarla, sviluppandola congiuntamente alla campagna per il maoismo.

Quest'anno il Presidente Gonzalo compie 82 anni; il vecchio Stato e in particolare i revisionisti guidati da Miriam hanno fatto tutto il possibile per agevolarne l’assassinio. I comunisti e i rivoluzionari di tutto il mondo devono avere ben presente che la minaccia alla vita del Presidente Gonzalo è quanto mai reale e concreta. Dobbiamo mobilitare le masse più ampie e profonde per difendere la sua vita. Questo deve essere l'aspetto principale della campagna a livello internazionale. Dichiarazioni di intellettuali ecc sono importanti ma l’aspetto principale è mobilitare le masse. Il lavoro delle delegazioni può avere un ruolo importante, ma richiede che nel paese ci siano le condizioni soggettive, che lo rendano possibile.
Ancora una volta, rigettiamo le accuse contro il Presidente Gonzalo e dobbiamo tenere a mente che la montatura contro di lui è stata completamente smentita dai fatti.

I fatti sono i seguenti: 1) Presidente Gonzalo è tenuto in isolamento assoluto fin dal suo arresto; 2) non ha avuto alcuna possibilità di comunicare direttamente con il partito; 3) tutte le accuse circa sua presunta capitolazione, senza eccezione alcuna - dalle cosiddette "lettere di pace " alla "direttiva telefonica" all'estero fino alle recenti pubblicazioni ecc. - sono basate sul sentito dire, sono cioè voci e calunnie. Non c’è nessuno, tra quelli che sostengono di aver parlato con il Presidente Gonzalo, che non sia o un agente del vecchio Stato o un traditore o un rinnegato della guerra popolare, non una sola persona che difenda la base dell'unità del partito del PCP ha avuto la possibilità di visitare o anche solo di parlare con il Presidente Gonzalo in questi 24 anni. Personaggi oscuri e sinistri come Nancy, che hanno affermato di “essere stati convinti dal Presidente Gonzalo” a rinnegare il marxismo-leninismo-maoismo, pensiero gonzalo, sono stati smascherati come traditori che obbedivano, alla lettera, agli ordini del famigerato "Servicio de Inteligencia Nacional” (i servizi segreti peruviani capeggiati dall’agente CIA Montesinos),
Considerando questi fatti, ogni accusa che presidente Gonzalo abbia per un solo momento rinnegato quanto stabilito dalla base di unità di partito del PCP, non è che che una calunnia. È parte integrante della guerra psicologica, che punta a fomentare dubbi affinché il nemico non confidi sulle proprie forze; la reazione semina menzogne in mille forme, attraverso un’enorme varietà di mezzi, per portare i rivoluzionari a dubitare, speculare, immaginare, tutto per far perdere loro la fiducia nella vittoria. Perciò è indispensabile respingere e dissipare ogni dubbio, con una salda posizione di classe, partendo dalla realtà concreta, non dalle manovre dell'imperialismo e dei suoi agenti.

La situazione attuale, il difficile tornante lungo la strada che si è concretizzato in una drastica inflessione della guerra popolare in Perù e nel dissolvimento del comitato centrale del PCP, la liquidazione della direzione nazionale non sono colpe del Presidente Gonzalo. Così come il colpo di stato revisionista in Cina non fu colpa del presidente Mao - in Cina il colpo di stato avvenne circa un mese dopo la morte del Grande Timoniere, mentre in Perù solo dopo sette anni di prigionia del nostro capo, il revisionismo è riuscito a usurpare il Comitato centrale, ma tutt’oggi non è stato in grado di far scomparire il PCP né di debellare la guerra popolare.
Al contrario, in Perù i comunisti, insieme ai combattenti dell'Esercito di Liberazione Popolare e alle masse del nuovo potere, sono ancora in piedi e continuano a combattere, malgrado tutte le difficoltà, dimostrando la potenza del marxismo-leninismo-maoismo, pensiero gonzalo, dimostrando che sono della tempra di Gonzalo.

La campagna a difesa della vita del Presidente Gonzalo è inseparable dalla lotta per porre il maoismo al comando e guida della nuova grande ondata della rivoluzione proletaria mondiale

L'offensiva contro-rivoluzionaria generale diretta a livello mondiale dall’imperialismo yankee ha come elemento più importante la guerra psicologica concentrata contro il presidente Gonzalo e il marxismo-leninismo-maoismo, pensiero gonzalo, allo scopo di seminare confusione e pessimismo tra i comunisti di tutto il mondo, per impedire lo sviluppo delle guerre popolari, l’inizio di nuove e la ricostituzione dei partiti comunisti, e per scongiurare l’unificazione del movimento comunista internazionale. Per l'imperialismo è di fondamentale importanza strategica impedire che la lotta del proletariato internazionale e dei popoli del mondo sia diretta dal maoismo. Se solo consideriamo le lotte del popolo arabo e degli altri popoli dell'Asia occidentale, che oggettivamente sono parte della nuova ondata della rivoluzione proletaria mondiale, allora comprendiamo che il problema è l’ideologia che le guida. È per questo che prendono a bersaglio il presidente Gonzalo.
Il principale contributo del presidente Gonzalo è aver definito il marxismo-leninismo-maoismo come nuova, terza e superiore tappa del marxismo e quindi che essere marxista oggi significa essere marxista-leninista-maoista, principalmente maoista. Con ciò ha portato a compimento un compito che per i comunisti di tutto il mondo era in sospeso da quando i compagni cinesi non erano riusciti a realizzarlo a causa del colpo di stato revisionista. Ciò che deve essere evidenziato è che questa definizione non si deve ridurre al fatto che il Presidente Gonzalo è colui che "ha chiamato la cosa con il suo vero nome", questa è ne una parte, ma non l'aspetto principale, che consiste invece nel fatto che lo ha definito a partire dalla sua applicazione, che ha dimostrato con fatti trasformativi, con la guerra popolare, quello che è il contenuto del maoismo, perché ogni definizione corretta implica necessariamente sistematizzazione, che richiede analisi che permetta di arrivare alla sintesi - che è la cosa principale. Questo è il grande lavoro svolto dal presidente Gonzalo, che lo ha consegnato a noi comunisti di tutto mondo, perché lo impugnino.
Ogni altro approccio porta a scivolare nel revisionismo. Un chiaro esempio è la dichiarazione con cui il Movimento Rivoluzionario Internazionalista adottò il marxismo-leninismo-maoismo, ma lasciò aperto il problema della “via dell’Ottobre”, lasciando spazio alla negazione dell'universalità della guerra popolare e lasciando così aperta la porta al veleno opportunista, al cretinismo parlamentare e al legalitarismo.

Il presidente Gonzalo, in qualità di continuatore di Marx, Lenin e del presidente Mao Tsetung, contribuisce decisivamente a un nuovo sviluppo del marxismo
Il Presidente Gonzalo, applicando il marxismo-leninismo-maoismo, principalmente maoismo, alla situazione concreta della rivoluzione peruviana, ha generato pensiero gonzalo. Come ha sancito il primo congresso del PCP:
"il pensiero gonzalo si è forgiato in lunghi anni di lotta intensa, tenace, e incessante per assumere, difendere e applicare il marxismo-leninismo-maoismo, per riprendere il cammino di Mariátegui e svilupparlo, per la ricostituzione del Partito e, principalmente, per iniziare, mantenere e sviluppare la guerra popolare in Perù al servizio della rivoluzione mondiale, e affinché il marxismo-leninismo-maoismo, principalmente maoismo ne fosse, in teoria e in pratica, l’unico comando e guida. "(Sul pensiero gonzalo)

Applicando rigorosamente i principi dell'ideologia universale del marxismo-leninismo-maoismo e risolvendo problemi nuovi, ha continuato l'opera di Marx, Lenin e Mao. Perciò è un continuatore di questi, capace di dare un contributo significativo per un nuovo sviluppo del marxismo. Un processo che, a causa della sua cattura, non ha potuto continuare. Tuttavia, dobbiamo adottare questi contributi, perché sono indispensabili per maneggiare la situazione attuale della lotta di classe e per condurre correttamente una lotta tra le due linee che serva a unire i comunisti di tutto il mondo. Per illustrarlo, indicheremo di seguito alcuni punti.
In tutto il suo lavoro, il presidente Gonzalo ha saputo impugnare il marxismo-leninismo-maoismo per risolvere i problemi attuali della lotta di classe nazionale e internazionale; se, ad esempio, guardiamo a "Elezioni no! Guerra popolare sì!", dove delinea l'offensiva generale contro-rivoluzionario e plasma una grandiosa difesa del marxismo, vediamo chiaramente che, mentre tanti subivano gli attacchi al marxismo, il Presidente Gonzalo ci ha armato con determinazione – e ancor oggi, più di 25 anni dopo, vi troviamo un’arma di combattimento pienamente valida per schiacciare il revisionismo. Lo stesso vale per l'intero lavoro teorico che ci ha consegnato.

È il presidente Gonzalo che ha compreso più profondamente di tutti l’importante tesi del presidente Mao sui "dai 50 ai 100 anni", profondissima applicazione del materialismo storico alla comprensione delle leggi della lotta di classe e al cammino dell'umanità verso il comunismo. Come sancito nel primo congresso del PCP:
"Il Presidente Gonzalo ci insegna che nel processo della rivoluzione mondiale per cancellare l'imperialismo e la reazione dalla faccia della terra ci sono tre momenti: 1° la difensiva strategica; 2° l'equilibrio strategico; 3° l'offensiva strategica della rivoluzione mondiale. Lo fa applicando alla rivoluzione la legge della contraddizione, in quanto la contraddizione regola tutto e tutte le contraddizioni hanno due aspetti in lotta tra loro; in questo caso rivoluzione e controrivoluzione. La difensiva strategica della rivoluzione mondiale si oppone all'offensiva della contro-rivoluzione, inizia nel 1871 con la Comune di Parigi e termina con la seconda guerra mondiale. L'equilibrio strategico inizia con la vittoria della rivoluzione cinese, la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria e lo sviluppo di potenti movimenti di liberazione nazionale. Successivamente, la rivoluzione entra nell’offensiva. Questo momento si può collocare intorno agli 1980, in cui ne vediamo segni come la guerra Iran-Iraq, in Afghanistan, Nicaragua, l'inizio della guerra popolare in Perù, un'epoca inscritta nei "prossimi da 50 a 100 anni". Di qui in poi si sviluppa la contraddizione tra capitalismo e socialismo, la cui risoluzione porterà al comunismo. Lo intendiamo come un processo lungo, non breve, con la convinzione che raggiungeremo il comunismo, anche se ciò significherà passare attraverso una serie di svolte e rovesci che si verificheranno necessariamente. Inoltre, non deve sorprendere che noi applichiamo i tre momenti alla rivoluzione mondiale, dato che il presidente Mao li ha applicati al processo di guerra popolare di lunga durata. Da comunisti, dobbiamo guardare non solo al momento, ma ai lunghi anni a venire. ... Nella situazione attuale e in prospettiva, siamo entrati l'offensiva strategica della rivoluzione mondiale dentro i "dai 50 ai 100 anni" in cui l'imperialismo e la reazione mondiale saranno abbattuti e noi entreremo in una situazione in cui il proletariato prende saldamente in mano il potere e stabilisce la sua dittatura. Da lì in avanti la contraddizione sarà tra socialismo e capitalismo, lungo la strada verso il comunismo. Il fatto che in URSS e Cina ci siamo state delle restaurazioni non nega l’impetuoso processo di sviluppo del proletariato internazionale ma, anzi, mostra come abbia luogo una lotta tra restaurazione e contro-restaurazione, da cui i comunisti traggono insegnamenti per impedire la restaurazione e instaurare definitivamente la dittatura del proletariato". (Linea Internazionale)

Questa applicazione di quanto affermato dal presidente Mao ci permette di comprendere il processo della rivoluzione mondiale; possiamo così vedere chiaramente il carattere revisionista di posizioni come quelle su "la ritirata generale", "la globalizzazione porta una nuova fase dell'imperialismo" o i deliri di Avakian su una "nuova fase" che richiede una "nuova sintesi" (che non ha nulla di nuovo, dato che contiene i vecchi pregiudizi borghesi del revisionismo di sempre, e nemmeno di sintesi, dato che è un pasticcio di speculazioni e saggezza da biscotti della fortuna cinesi).
È il Presidente Gonzalo che più profondamente di tutti ha adottato la tesi maoista del capitalismo burocratico - senza la quale non si può capire nulla delle relazioni economiche nel mondo oggi - e, applicandola:
"ci insegna che esso ha cinque caratteristiche: 1) il capitalismo burocratico è il capitalismo che l'imperialismo sviluppa nei paesi arretrati, che comprende i capitali dei grandi latifondisti, dei grandi banchieri e dei magnati della grande borghesia; 2) esercita lo sfruttamento sul proletariato, i contadini e la piccola borghesia e comprime la media borghesia; 3) attraversa un processo attraverso cui il capitalismo burocratico si combina con il potere dello Stato ed evolve in capitalismo monopolistico stato, compradore e feudale, da cui deriva che, in un primo momento, si dispiega come grande capitale monopolistico non statale e, in un secondo momento, quando si combina con il potere dello stato, si dispiega come capitalismo monopolistico di stato; 4) matura le condizioni in cui la rivoluzione democratica raggiunge l'apice del suo sviluppo; 5) la confisca del capitale burocratico è la chiave per portare a compimento la rivoluzione democratica ed è decisiva per passare alla rivoluzione socialista. ... Inoltre, il Presidente Gonzalo generalizza la tesi che il capitalismo burocratico non è un processo particolare della Cina o del Perù, ma corrisponde alle condizioni mature in cui gli imperialismi soggiogano le nazioni oppresse di Asia, Africa e America Latina e in cui queste non hanno ancora distrutto le vestigia del feudalesimo e, ancor meno, hanno sviluppato il capitalismo" (linea Democratica)

Senza questa comprensione della tesi del presidente Mao, molti si lasciano sedurre dalle fiabe sulle "potenze emergenti" e "l'imperialismo che porta sviluppo e può superare la semi-feudalità", il che li porta a negare la rivoluzione democratica e ad assumere posizioni trotzkiste.

Con la sua tesi sulla militarizzazione dei partiti comunisti e la costruzione concentrica dei tre strumenti, il presidente dà a noi comunisti un contributo indispensabile per instaurare la dittatura del proletariato e costruire il socialismo:
"Il Presidente Gonzalo ha affermato la tesi che i partiti comunisti del mondo si devono militarizzare per tre motivi:
Primo, perché siamo nell’offensiva strategica della rivoluzione mondiale, viviamo nell’epoca della cancellazione dell’imperialismo e della reazione dalla faccia della Terra entro i prossimi da 50 a 100 anni, epoca segnata da violenza, in cui hanno luogo ogni tipo di guerre. Vediamo che la stessa reazione si militarizza sempre più, militarizzando i vecchi Stati, l’economia, scatenando guerre di aggressione, trafficando con le lotte dei popoli e tendendo a una guerra mondiale ma, dato che la è rivoluzione la tendenza principale nel mondo, il compito dei partiti comunisti è impugnare la rivoluzione e praticare la principale forma di lotta: la guerra popolare, opponendo alla guerra controrivoluzionaria mondiale la guerra rivoluzionaria mondiale.
Secondo, perché occorre prevenire la restaurazione. Quando la borghesia perde il potere, si insinua all'interno del partito, usa l'esercito e cerca di usurpare potere, di distruggere la dittatura del proletariato e restaurare il capitalismo. Perciò, i partiti comunisti devono militarizzarsi ed esercitare la piena dittatura dei tre strumenti, forgiarsi nella guerra popolare e potenziare l'organizzazione armata delle masse, la milizia popolare, in modo da fagocitare l'esercito. Per questo il Presidente Gonzalo ci dice di ‘forgiare i militanti prima come comunisti e principalmente come combattenti e amministratori’; per tutto questo, ogni militante è forgiato nella guerra popolare e resta vigile contro ogni tentativo di restaurazione.
Terzo, perché andiamo verso una società militarizzata. Militarizzando il partito, compiamo un passo verso la militarizzazione della società, che è la prospettiva strategica che garantisce la dittatura del proletariato. La società militarizzata è il mare delle masse in armi di cui parlano Marx ed Engels, che assicura la conquista e la difesa del potere una volta conquistato. Prendiamo l'esperienza della rivoluzione cinese, della base anti-giapponese dello Yenan, che era una società militarizzata in cui dalla canna del fucile scaturiva tutto: il partito, l’esercito, lo Stato, la nuova politica, la nuova economia, la nuova cultura. E sviluppava così il comunismo di guerra.
Il Presidente Gonzalo propose la tesi della necessità di militarizzare il Partito Comunista del Perù nella Prima Conferenza Nazionale (novembre 1979). Poi, nei primi mesi del 1980, mentre il partito si stava preparando per iniziare la guerra popolare, formulò lo sviluppo della militarizzazione del Partito attraverso le azioni, sulla base di quanto affermato dal grande Lenin, che diceva che occorreva ridurre il lavoro non militare e per concentrarlo su quello militare, che i tempi di pace stavano finendo e si stava entrando in tempi di guerra, per cui tutte le forze dovevano essere militarizzate e, in questo modo, assumendo il partito come asse di tutto, si doveva costruire intorno ad esso l'esercito e, con questi strumenti, uniti alle masse in guerra popolare, costruire intorno a entrambi il nuovo Stato. Il fatto che la militarizzazione del partito si possa realizzare solo attraverso azioni concrete di lotta di classe, azioni concrete di tipo militare, non significa condurre esclusivamente i diversi tipi di azioni militari (azioni di guerriglia, sabotaggio, eliminazioni selettive, agitazione e propaganda armata), ma che occorre realizzare principalmente queste forme di lotta per incentivare e sviluppare la lotta di classe, educandola con i fatti, con questo tipo di azioni, in quanto forme di lotta principali della guerra popolare.
La militarizzazione del partito ha precedenti in Lenin e nel presidente Mao, ma è un problema nuovo, sviluppato dal Presidente Gonzalo sulla base delle nuove condizioni della lotta di classe, e occorre sapere che ancora altri nuovi problemi si presenteranno e che saranno risolti attraverso l'esperienza. Ciò comporterà necessariamente un processo di lotta tra vecchio e nuovo, per un ulteriore sviluppo, essendo guerra la forma più alta per risolvere le contraddizioni, che potenzia la capacità degli esseri umani di trovare soluzioni. È la militarizzazione del partito che ci ha permesso di iniziare e sviluppare la guerra popolare e riteniamo che questa esperienza abbia validità universale, per questo motivo è un’esigenza e una necessità che tutti i partiti comunisti del mondo si militarizzino.
La costruzione concentrica dei tre strumenti è il compimento organizzativo della militarizzazione del partito e in sintesi si riassume in ciò che il Presidente Gonzalo ci insegna: ‘Il partito è l'asse di tutto, dirige in tutto i tre strumenti, la loro stessa costruzione, dirige pienamente l'esercito e il nuovo Stato come dittatura congiunta che punta alla dittatura del proletariato.’ " (linea di costruzione dei tre strumenti della rivoluzione)

Ecco una posizione marxista-leninista-maoista che demolisce tutte le posizioni revisioniste dei partiti legalitaristi che parlano di "sistema multipartitico" come presunta soluzione per "impedire la restaurazione" così come la concezione di strutture "autonome" e "parallele" all'interno del partiti comunisti.
Presidente Gonzalo ci dà un’arma decisiva per schiacciare le posizioni revisioniste che prendono la quantità e la "accumulazione di forze" a pretesto per non iniziare mai la guerra popolare. Ci dice: "La lotta per il potere come aspetto principale non vuol dire che fin dall'inizio incorporeremo le masse tutte in una volta. Il presidente Mao ci insegna che è lo sviluppo delle basi d’appoggio e delle forze armate che genera l'auge della rivoluzione. Ciò ha a che fare con la legge di incorporazione delle masse nella rivoluzione, definita dal Partito nel secondo Plenum del 1980, l’incorporazione si darà per salti e progressivamente; a più guerra popolare corrisponderà più incorporazione delle masse. Perché la guerra popolare è un fatto politico, che, attraverso azioni poderose, imprime continuamente idee nella testa degli uomini, che, passo dopo passo, arrivano a comprendere quale sia la loro unica e vera via, sviluppando così la loro coscienza politica. La guerra popolare raccoglie tutti i rivoluzionari e, sviluppandosi, apre la strada a se stessa". (Linea di Massa)

Assumendo la "legge di incorporazione delle masse nella rivoluzione" inceneriamo le posizioni che cercano di contrapporre lavoro di massa e azioni belliche della guerra popolare.

Nel Terzo Plenum del comitato centrale del PCP nel 1992 il Presidente Gonzalo afferma che il terzo mondo si espande in Europa, tesi importantissima, specialmente per i comunisti in questo continente, lavoro che non poté sviluppare ulteriormente a causa della cattura. Un orientamento strategico per i comunisti, senza il quale non si può capire la cosiddetta "Unione Europea", la guerra in Ucraina, la situazione nei Balcani e gli Stati baltici, e ancora altre questioni scottanti.

Come ultimo esempio, prendiamo la questione chiave della universalità della guerra popolare e di come applicarla in modo creativo - invece che ridurla a una copia meccanica dell'esperienza cinese. Il presidente Gonzalo sostiene che "per portare avanti la guerra popolare occorre considerare quattro problemi fondamentali: 1) L'ideologia del proletariato, il marxismo-leninismo-maoismo, che deve specificarsi in un pensiero guida, per questo noi ci basiamo sul marxismo-leninismo-maoismo, pensiero Gonzalo, principalmente quest’ultimo; 2) La necessità che il Partito Comunista del Perù diriga la guerra popolare; 3) La guerra popolare specificata come guerra contadina che segue la via di accerchiare le città a partire dalle campagne; 4) Basi d’appoggio e nuovo potere; la costruzione delle basi d’appoggio è l'essenza del percorso di accerchiamento delle città a partire dalle campagne. … È una specificazione della guerra popolare in Perù fare delle campagne il teatro principale delle azioni e delle città un complemento necessario. "(Linea militare)

Con questi pochi esempi abbiamo dimostrato che il Presidente Gonzalo ha risolto problemi nuovi e ha contribuito ad una nuova fase del marxismo; non possiamo né dobbiamo speculare sul futuro sviluppo di esso - che sarà determinato dalla lotta di classe. È chiaro che il pensiero gonzalo non ha nulla in comune con il cosiddetto "cammino Prachanda" - che non è marxismo ma revisionismo; che si dimostra essere un’arma di combattimento per i comunisti e che, se non impariamo dal presidente Gonzalo, non possiamo essere all’altezza richiesta dalla lotta armata tra rivoluzione e controrivoluzione a livello mondiale.

Dato che la celebrazione del 30° anniversario del Giorno dell’Eroismo coincide con la campagna che i comunisti stanno sviluppando per il 50° anniversario della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, sono necessarie alcune osservazioni circa il movimento comunista internazionale (MCI).

La riunificazione dei comunisti del mondo è possibile
solo su solide basi marxiste-leniniste-maoiste
Sotto la grande direzione del Presidente Gonzalo il PCP ha svolto il ruolo di fazione rossa del MCI ed è stato la sinistra all'interno del MRI. Sin dalla fondazione fino alla sua liquidazione deliberata ad opera dei partiti che erano membri del suo Comitato (CoRIM), il MRI è stato dominato dalla PCR USA cioè da Avakian e i suoi lacchè. In ultimo, con la "Risoluzione del Millennio" adottata dalla terza riunione allargata del comitato del RIM, si ebbe un documento del MRI che non corrispondeva ai piani di Avakian. Quanti oggi parlano di un "nuovo MRI" senza prendere una chiara posizione su quella che era la sinistra in seno al MRI e sulla sua lotta, di fatto propongono un “avakianism senza Avakian” o, più recisamente, la linea del PCR USA prima che osasse dichiarare apertamente che consideravano Avakian come "il nuovo Marx".
Quanti oggi ricordano con nostalgia i giorni del "Partito del Corim " - così erano chiamati all'interno del MRI i sostenitori di Avakian – hanno nostalgia del revisionismo. Non è un caso che nei paesi in cui emergono dei comunisti che si assumono il compito della ricostituzione dei partiti comunisti, la destra liquidazionista rialza la coda e idolatrano la destra all'interno del MRI; anche la forma con cui trafficano con guerre popolari nel mondo è una copia conforme di come agiva il PRC USA.
Va inoltre sottolineato che nel bilancio della lotta delle due linee in seno al RIM e nel MCI in generale, non si può trattare la questione della capitolazione in Nepal e le forme in cui i partiti e organizzazioni l’hanno direttamente sostenuta e/o si sono conciliati con essa, come qualcosa di innominabile. Le posizioni revisioniste stile Prachanda hanno ancora il loro impatto e provocano danno. I compagni che sono scivolati in questa deriva dovrebbero fare autocritica e realizzare una netta rottura.
Il processo per riunificare il MCI è questione complessa e non si improvvisa. Se fossero sufficienti delle dichiarazioni sarebbe facile, ma non è così. Ciò che serve è saper unire, distinguere e dirigere. Siamo pienamente convinti che dobbiamo unirci sempre più, ma questo è possibile solo a partire da solide basi marxiste-leniniste-maoiste, dalla lotta contro il revisionismo e al servizio della rivoluzione proletaria mondiale.

Dunque, con il vibrante esempio dei prigionieri politici e di guerra che nel giugno 1986 conquistarono una vittoria ideologica, politica e militare dando la loro vita per il partito e la rivoluzione, avendo sempre presente e imparando dal Presidente Gonzalo, teniamo salda la rotta mentre nelle nostre orecchie risuona una voce di titano che ci dice:

"Infine ascoltare questo: come si vede in tutto il mondo, il maoismo marcia inarrestabile al comando della nuova ondata della rivoluzione proletaria mondiale. Ascoltate bene e capite! Chi ha orecchie, le usi, chi ha la ragione - e tutti ne abbiamo – la usi! Basta con queste sciocchezze! Basta con questa cecità! Capiamolo! Che accade oggi nel mondo? Cosa ci serve? Ci serve che il maoismo si incarni, e lo sta facendo, e che generi partiti comunisti che conducano e dirigano la nuova grande ondata della rivoluzione proletaria mondiale che si approssima."(Discorso del presidente Gonzalo, 24 settembre 1992)

Assumere, difendere e applicare ei marxismo-leninismo-maoismo, principalmente il maoismo!
Viva il Presidente Gonzalo, continuatore di Marx, Lenin e del Presidente Mao Tsetung!
Sconfiggere l’offensiva generale controrivoluzionaria!
Viva la nuova grande ondata della rivoluzione proletaria mondiale!
Gloria agli eroi caduti, viva la rivoluzione!

Comitato di Costruzione del Partito Comunista (maoista) Galizia
Comitati para la Fondazione del Partito Comunista (Maoista) di Austria
Comitato Bandera Roja (Germania)
Frazione Rossa del Partito Comunista di Cile
Movimiento Popular Perú (Comitato di Riorganizzazione)
Organizzazione Maoista per la Ricostituzione del Partito Comunista de Colombia
Partito Comunista del Brasil Frazione Rossa – P.C.B. (FR)
Partido Comunista dell’Ecuador - Sol Rojo
Partido Comunista Maoista – Italia

Sono in attesa di conferma le firme di altri Partiti e Organizzazioni
Giugno 2016

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