mercoledì 15 giugno 2016

pc 15 giugno - Marx... per tutte le stagioni della lotta e dell'organizzazione di classe

Da "Le lotte di classe in Francia  - dal 1848 al 1850" Karl Marx
(Da "Neue Rheinische Zeitung"):
....La rivoluzione di febbraio era stata la bella rivoluzione, la rivoluzione della simpatia generale, perché gli antagonismi che erano scoppiati in essa contro la monarchia, sonnecchiavano tranquilli l'uno accanto all'altro, non ancora sviluppati; perché la lotta sociale che formava il loro sostrato aveva soltanto raggiunto una esistenza vaporosa, l'esistenza della frase, della parola. La rivoluzione di giugno è la rivoluzione brutta, la rivoluzione repugnante, perché al posto della frase è subentrata la cosa, perché la repubblica stessa ha svelato la testa del mostro, abbattendo la corona che la proteggeva e la copriva. Ordine! - era stato il grido di battaglia di Guizot. Ordine! - aveva gridato Sébastiani, il Guizot in sedicesimo, quando Varsavia era diventata russa. Ordine! - gridava Cavaignac, eco brutale dell'Assemblea nazionale francese e della borghesia repubblicana. Ordine! - tuonavano le sue granate, mentre laceravano il corpo del proletariato. Nessuna delle numerose rivoluzioni della borghesia francese a partire dal 1789 era stata un attentato contro l'ordine, perché tutte avevano lasciato sussistere il dominio della classe, la schiavitù degli operai, l'ordine borghese, benché spesso fosse cambiata la forma politica di questo dominio e di questa schiavitù. Giugno ha intaccato questo ordine. Maledetto sia giugno!" ("Neue Rheinische Zeitung", 29 giugno 1848).
Maledetto sia giugno! ripete l'eco europea.
Il proletariato parigino era stato costretto all'insurrezione di giugno dalla borghesia. In ciò era già contenuta la sua condanna. Né un consapevole bisogno immediato lo spingeva a combattere per rovesciare con la violenza la borghesia; né esso era pari a questo compito. Il "Moniteur" dovette spiegargli ufficialmente che era passato il tempo in cui la repubblica considerava opportuno rendere gli onori alle sue illusioni; e solo la sua sconfitta lo convinse della verità che il più insignificante miglioramento della sua situazione è un'utopia dentro la repubblica borghese, un'utopia che diventa delitto non appena vuole attuarsi. Al posto delle sue rivendicazioni, esagerate nella forma, nel contenuto meschine e persino ancora borghesi, e che esso voleva strappare come concessioni alla repubblica di febbraio, subentrò l'ardita parola di lotta rivoluzionaria:
Abbattimento della borghesia! Dittatura della classe operaia!
Mentre il proletariato faceva della sua bara la culla della repubblica borghese, costringeva questa a presentarsi nella sua forma genuina, come lo Stato il cui scopo riconosciuto è di perpetuare il dominio del capitale, la schiavitù del lavoro. Avendo continuamente davanti ai propri occhi il suo nemico coperto di cicatrici, irreconciliabile, invincibile - invincibile perché la sua esistenza è condizione dell'esistenza stessa della borghesia - il dominio della borghesia, sciolto da ogni catena, doveva trasformarsi ben presto nel terrorismo della borghesia. Eliminato provvisoriamente dalla scena il proletariato, riconosciuta ufficialmente la dittatura della borghesia, gli strati medi della società borghese - piccola borghesia e classe dei contadini - nella misura in cui la loro situazione si faceva più insopportabile e più acuto il loro contrasto con la borghesia, dovevano sempre di più unirsi al proletariato. Come prima l'avevano trovata nella sua ascesa, così ora dovevano trovare la ragione della loro miseria nella sua disfatta.
Se l'insurrezione di giugno rafforzò dappertutto sul continente la coscienza di sé della borghesia, e la spinse ad una alleanza aperta con la monarchia feudale contro il popolo, chi fu la prima vittima di questa alleanza? La stessa borghesia del continente. La disfatta di giugno le impedì di consolidare il suo dominio, e di mantenere il popolo, mezzo soddisfatto e mezzo illuso, sull'ultimo scalino della rivoluzione borghese...
...Solo con la disfatta di giugno dunque sono state create le condizioni entro le quali la Francia può prendere l'iniziativa della rivoluzione europea. Solo immergendosi nel sangue degli insorti di giugno il tricolore è diventato la bandiera della rivoluzione europea: la bandiera rossa!

E il nostro grido è: La rivoluzione è morta! Viva la rivoluzione!...

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