domenica 29 maggio 2016

pc 29 maggio - Corteo a Brescia per l'anniversario della strage - una corrispondenza da RedBlock BS

LE BOMBE LE METTONO I PADRONI,
LA LOTTA DI CLASSE È L’ARMA DELLE MASSE!
La mattina del 28 maggio Red Block Brescia ha partecipato attivamente al corteo della sinistra antagonista che ha sfilato per le vie del centro della città sotto le note di vari canti di lotta che hanno incitato le masse a lottare contro vecchie e nuove forme di fascismo. Il terribile atto terroristico del 28 maggio 1974 dimostra come il fascismo, oggi come ieri, sia uno strumento nelle mani dei padroni, una manovalanza che semina odio, violenza, morte. Questa è la storia che i vari governi della borghesia hanno cancellato riscrivendo una versione dei fatti mistificata, falsa e che serve solo l’interesse dei padroni che oggi più che mai hanno la necessità di un popolo senza memoria, senza radici, inconsapevole, incosciente per poter portare avanti senza difficoltà la costruzione di uno stato di polizia, moderno fascista. Un attentato da inserire nel contesto storico degli anni ’70: alle lotte per la casa, per la salute, per il salario, nelle officine, nelle fabbriche e nelle scuole, i padroni e il loro stato rispondevano, per mezzo dei servizi segreti e dei fascisti, con lo stragismo nero, aprendo il periodo delle bombe e della strategia della tensione.
Dunque è evidente l’importanza e la necessità della partecipazione attiva da parte di tutti i compagni, di tutti i reali e coerenti antifascisti a questa manifestazione non solo per ricordare ma per lottare, per cambiare, per distruggere lo stato di cose presente!
Il corteo è iniziato a piazza Garibaldi contando quasi mezzo migliaio di persone per arrivare in piazza Loggia quando si è potuto congiungere con altri 200 partecipanti. Esso ha visto protagonisti innumerevoli movimenti e gruppi del territorio quali Radio Onda d’Urto (alla quale abbiamo risposto ad alcune domande), il centro sociale Magazzino47, No Tav Brescia, SI  Cobas, gli anarchici della RASH, il Kollettivo Studenti in Lotta (KSL) e l’Associazione Diritti per Tutti. Inaspettata è stata la partecipazione del collettivo KAOS, gruppo antagonista della Val Trompia; oltre a questi all’arrivo in Loggia la presenza, fortunatamente esigua, di Rifondazione (anti)Comunista e dei trotskisti di Sinistra Anticapitalista. Durante un nostro volantinaggio, è stata particolarmente piacevole una discussione con una lavoratrice e compagna della Rete Antifascista Brescia da anni attiva nelle lotte sociali. L’argomento della discussione nello specifico, oltre al tema del progressivo indebolimento delle organizzazioni antifasciste a Brescia e il conseguente rafforzamento dei fascisti, verteva sul corteo svoltosi lo stesso 28 maggio di tre anni fa quando è intervenuta in sostegno alle forze dell’ordine territoriali la celere di Padova – conosciuta per l’estrema violenza poiché formata in maggioranza da ex-militari fascistizzati operanti in Medio Oriente per conto dell’imperialismo italiano – la quale ha letteralmente “fatto a pezzi” i manifestanti, causando un ingente quantità di feriti anche gravi, tra cui ragazzini. In questa occasione, racconta, gli operai dell’Iveco hanno eroicamente risposto alle cariche della polizia riuscendo ad aprire lo schieramento della celere e permettendo, alle urla di “per i compagni, per i nostri giovani!”, ai manifestanti di entrare in Loggia: qua è ancora una volta dimostrato che dove una battaglia è guidata dagli operai con partecipazione del popolo essa trionfa, mentre dove la dirigenza non è operaia essa perde! Così vale anche nella più importante delle battaglie: quella per la rivoluzione!

Riportiamo un articolo della Rete Antifascista Brescia.

28 maggio 1974-28 maggio 2016:
PIAZZA DELLA LOGGIA STRAGE FASCISTA STRAGE DI STATO
A 42 anni da quel piovoso martedì mattina, quando durante una manifestazione sindacale antifascista esplose una bomba collocata in un cestino di Piazza della Loggia provocando 8 morti ed oltre 100 feriti, ha ancora senso manifestare e riempire quella piazza? Molti ci ricordano che il lungo iter processuale ha finalmente condannato gli esecutori della strage. Altri affermano che le verità storiche sono accertate. Altri ancora che non dovendo più chiedere verità e giustizia si deve cambiare il senso del 28 maggio trasformandolo in una giornata dei diritti civili. L'ennesima “giornata” dedicata a qualcosa o a qualcuno nel solco di quella pacificazione tanto cara all'antifascismo del “terzo millennio”, quella pratica che vede Brescia come una sorta di laboratorio. Palestra ove anziché favorire il dialogo tra tutte le realtà che quotidianamente combattono nuovi e vecchi fascismi si preferisce far sedere al tavolo del dialogo un terrorista nero indagato per strage (come fece Manlio Milani nel marzo del 2011). Lo stesso fascista qualche anno dopo presenterà a Brescia, in un buco di fogna (unico posto che gli compete) un libro ove si afferma che la strage di piazza della Loggia è stata compiuta da una delle vittime: il partigiano Euplo Natali. Ma il modo più becero con cui si pratica l'antifascismo pacificatorio è rappresentato dal “memoriale delle formelle”, quel percorso che da Piazza Loggia sale fino al Castello e che ha la pretesa di ricordare con nomi e cognomi le vittime della violenza politica. Peccato che tra pressapochismo, omertose omissioni e imbarazzanti inclusioni sia un minestrone capace solo di nascondere il sacrificio di molti antifascisti da un lato, e funzionale a riabilitare e/o legittimare diversi fascisti dall'altro. Il caso più clamoroso è quello di Sergio Ramelli che prima di essere vittima di violenza politica è stato un bombarolo che andava in piazza armato di bombe a mano. Grazie a queste legittimazioni gli argini si infrangono e così organizzazioni fuorilegge si presentano addirittura alle elezioni e con parole d'ordine intrise di razzismo conquistano preoccupanti exploit come Casa Pound che prende il 7% alle comunali di Bolzano. E ancora una volta, tristemente, dobbiamo assistere a litri d'inchiostro usati per 'cercare di capire' cosa sia questo movimento di fascisti del terzo millenio. La risposta è nella stessa autodefinizione: FASCISTI. Nonostante ciò colpevolmente ci si ferma e sofferma sull'immagine patinata che il movimento neofascista ci da e che gli viene data, ultima in ordine di tempo la 'consacrazione' arrivata direttamente dalla polizia sul tavolo del ministro Alfano che dipinge questi personaggi come 'chierichetti' che diventano violenti 'solo se provocati'. Ci rincresce essere ancora qui a svelare anche l'altra parte (la maggiore) di Casa Pound cioè aggressioni, pestaggi (di recente a Bolzano il responsabile di CPI è stato processato e condannato per un pestaggio ai danni di un diciassettenne), e omicidi come a Firenze nel 2011 quando un simpatizzante/militante di Casa Pound, Gianluca Casseri ha ucciso due senegalesi, Samb Modou e Diop Mor. Cambiano i tempi, cambiano le sigle politiche ma la sostanza rimane sempre la stessa: fascisti al soldo dei padroni e dei poteri forti ed occulti quale manovalanza che semina odio, violenza e morte. E su tale solco proprio non si comprende la necessità di allestire una mostra “d'arte” sulla retorica mussoliniana come quella che verrà inaugurata il 29 maggio a Salò, una mostra intrisa di apologia che diverrà – a spese di tutti - luogo di pellegrinaggio della peggior feccia in camicia nera. Dopo 42 anni siamo ancora qua a urlare che la strage di piazza della Loggia è stata compiuta dai fascisti e voluta da padroni, servizi segreti e NATO in una parola dallo Stato. 42 anni di inchieste giudiziarie hanno proclamato due condanne ma molte sono ancora le zone d'ombra, i depistaggi non chiariti, le domande senza risposta. Dopo 42 anni siamo ancora qua a dire che il fascismo va combattuto sempre e comunque, è successo con la Resistenza, è successo negli anni 70 deve essere ancora oggi il nostro quotidiano impegno. Dopo 42 anni siamo ancora qua a ricordare i compagni morti per mano fascista e dello Stato, dopo Piazza Loggia la strage è proseguita fino ai giorni nostri: Dax, Renato Biagetti, Nicola Tommasoli Carlo Giuliani, Federico Aldrovandi, Cesare Uva e tutti quelli che per motivi di spazio non possiamo citare.
NON ABBIAMO UNA CASA MA ABBIAMO MOLTA MEMORIA!
Rete Antifascista Brescia

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