domenica 15 maggio 2016

pc 15 maggio - Combattere contro il Muos per combattere contro la strategia della guerra imperialista della distruzione dell'ambiente e degli esseri umani e combattere contro la repressione scatenata da tutti i governi contro chiunque provi a ribellarsi ai loro piani.

La guerra imperialista si può fermare solo se avanza la guerra popolare

Combattere contro il Muos per combattere contro la strategia della guerra imperialista 
della distruzione dell'ambiente e degli esseri umani e combattere contro la repressione scatenata da tutti i governi contro chiunque provi a ribellarsi ai loro piani.

Nel contesto attuale della profondissima crisi da sovrapproduzione dell'imperialismo, che i governi, i padroni e i loro scribacchini chiamano "crisi economica", ma che invece è l'ennesima prova della crisi intrinseca di un sistema sociale che distrugge esseri umani e beni materiali, la necessità di una guerra totale si fa sempre più pressante per i padroni del mondo: i miliardi di profitti fatti sfruttando in maniera selvaggia le lavoratrici e i lavoratori a livello globale vengono spesi in macchine di morte e nella preparazione di nuove guerre per fare "ripartire l'economia"!


Questa è la sostanza della necessità degli Usa e del governo imperialista italiano di installare al centro del Mediterraneo questo strumento di morte, imponendo nei fatti un moderno fascismo che passa sopra ad ogni diritto, anzi pretendendo che le masse popolari direttamente interessate dicano di sì e basta! come se fosse normale accettare macchine che producono malattie, che producono morte e distruzione, come se fosse normale accettare di essere presi in giro con le parole e le "analisi scientifiche" dei loro "centri di ricerca". 
1000 miliardi di dollari la spesa complessiva nel 2015!! con al centro i circa 600 miliardi di dollari della strategia americana che si sviluppa anche attraverso l'installazione del Muos, al centro del Mediterraneo, per contrastare anche la conquista dell'Africa da parte di altri paesi (Cina e i "paesi emergenti", Francia ecc.) con la scusa del controllo delle "aree di crisi" (cioè petrolio e materie prime) e cioè di tutti i paesi arabi, spesso con la scusa degli "aiuti umanitari"!
Ma proprio le lotte delle masse popolari che sono partite da questi paesi dimostrano, invece, ogni volta, che là dove c'è oppressione, c'è resistenza e non c'è ambito della vita che non venga toccato, dal lavoro alla salute…
Nel nostro paese, dalla lotta contro il TAV in Val Susa a quella contro il Muos a Niscemi, passando per le tante altre lotte sparse su tutto il territorio, dalla Sardegna alla Puglia, si deve unire i piani di lotta per rinnovare la capacità di contrastare i piani di distruzione dei governi imperialisti, perché i diritti si conquistano con la lotta e con la lotta si devono difendere; perché sono le masse che fanno la storia!

Organizziamoci, qui e ora e sempre meglio, per spazzare via questo sistema di morte!

Circolo proletari comunisti Palermo – prolcompa@libero.it – 338.7708110 fip 15/5/16

Sui venti di guerra: 

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