giovedì 14 aprile 2016

pc 14 aprile - FORMAZIONE OPERAIA - 2° PARTE DE IL CAPITALE FINANZIARIO E OLIGARCHIA FINANZIARIA

I legami dominati dal capitale finanziario producono la corruzione dei funzionari governativi in ogni nazione...



Come nella fase di prosperità i profitti del capitale finanziario aumentano a dismisura, dice Lenin, così esso ha la possibilità nella fasi di crisi di assorbire le imprese piccole e deboli che vanno a picco. Le forme vanno dall'acquisizione diretta, a cosiddetti “risanamenti” e “riorganizzazione”, comunque tutto questo si traduce in un affare vantaggioso e le banche qui giocano un ruolo,al servizio del capitale finanziario, per assoggettare ancor più quelle società che si rivolgono a loro per aiuti. Mentre i dividenti delle imprese assorbite calano e gli azionisti di esse sono costretti ad accettare di perdere una parte per non perdere il tutto, le banche invece in ogni passaggio continuano a guadagnare.
E non si tratta solo di un rapporto banche/industria, ma scrive Lenin. “Una delle più redditizie operazioni del capitale finanziario è costituita dalla speculazione fondiaria, in particolare sui terreni posti nelle vicinanze delle città in rapido sviluppo. In questo campo il monopolio bancario si fonda con il monopolio della rendita fondiaria e con il monopolio dei mezzi di comunicazione”, dato che l'aumento del prezzo dei terreni è legato alla distanza dei mezzi di comunicazione col centro città.
In sostanza, nell'epoca del capitale finanziario, questo intreccio produce a sua volta un controllo e un utilizzo dei rapporti con le amministrazioni comunali che sono depositarie delle licenze e hanno un ruolo nelle informazioni circa gli appezzamenti di terreno.

Qui è la fonte, come si vede, di un rapporto di corruzione, concussione, che lungi dall'essere dipendente dall'onestà o meno di amministratori, è tutto il sistema che organicamente funziona attraverso questi intrecci e questi legami dominati dal capitale finanziario.
E Lenin diceva già nella sua epoca che questo “è diventata la lettera, il costume di ogni grande città, in qualsivoglia nazione”.

Quindi, Lenin spiega come “il monopolio non appena creato dispone di miliardi, penetra necessariamente tutti i campi della vita pubblica, indipendentemente dalla costituzione politica del paese e da altri consimili “particolari”.
Solo tutti gli analisti che non hanno una comprensione profonda del sistema, possono lamentarsi della corruzione dei funzionari statali che si manifesta nel passaggio di funzionari governativi al servizio alle banche. E viceversa, diremmo, i passaggi dai consigli di amministrazione dei grandi monopoli agli incarichi nel governo e nelle banche.
E Lenin scrive, citandoli, come perfino autori borghesi sono costretti ad ammettere che “la libertà economica garantita dalla Costituzione germanica, in molti campi della vita economica del paese non è che una frase priva di contenuti”.

Lenin, quindi, riassume la questione di fondo:“In generale il capitalismo ha la proprietà di staccare il possesso del capitale dall'impiego del medesimo nella produzione, di staccare il capitale liquido dal capitale industriale o produttivo, di separare il rentier, che vive soltanto del profitto tratto dal capitale liquido, dall'imprenditore e da tutti coloro che partecipano direttamente all'impiego del capitale. L'imperialismo, vale a dire l'egemonia del capitale finanziario, è quello stadio supremo del capitalismo, in cui tale separazione raggiunge dimensioni enormi. La prevalenza del capitale finanziario su tutte le rimanenti forme del capitale importa una posizione dominante del rentier e dell'oligarchia finanziaria, e la selezione di pochi Stati finanziariamente più “forti” degli altri”.

A questo corrisponde il fatto da un progressivo distacco tra paesi capitalistici più ricchi ed altri paesi, che a loro volta si distinguono tra quelli che sono più ricchi di colonie, cioè che hanno un maggiore dominio nei paesi dipendenti, e coloro che attraversano fasi di rapidità di sviluppo.
Questa come distinzione interna ai paesi che ora definiamo più precisamente come paesi imperialisti, mentre tutti insieme si trovano in una posizione in cui il resto del mondo fa la parte del debitore o di tributario di questi Stati.
I paesi imperialisti sono, pertanto, le “colonne” - dice Lenin – del capitale finanziario mondiale e “fungono da banchieri internazionali” di tutto il sistema.

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