lunedì 28 marzo 2016

pc 26-27 marzo - Francia - la lotta contro la legge lavoro, il punto dei compagni maoisti francesi

Passiamo a la velocità superiore!

Sviluppiamo e allarghiamo la resistenza!

Sciopero, blocchi, occupazioni fino al ritiro della Legge-lavoro!

Passiamo alla marcia superiore!

2016/03/24

L'inizio della mobilitazione
Il movimento contro la legge sul lavoro è iniziato da meno di due settimane. Ne traiamo diverse osservazioni che ci devono consentire di portare il movimento ad uno stadio superiore.
Le prime manifestazioni del 9 marzo hanno visto molte lavoratrici e molti lavoratori mobilitarsi, tra cui molti del settore privato. Le scuole superiori e le università si sono anch’esse mobilitate ma in misura minore. I cortei erano pieni, più di quello che tanti e tante sperassero. In sostanza, dal movimento delle pensioni, non avevamo visto una mobilitazione diffusa in tutto il territorio di così vasta scala.
Dal 9 marzo, è cominciato il lavoro di mobilitazione e informazione. Le organizzazioni degli studenti
delle scuole superiori hanno fatto appello ad una giornata di manifestazione il 17 marzo. Si è sviluppata quindi la mobilitazione dei giovani dei licei, degli studenti, degli apprendisti. Le lavoratrici e i lavoratori hanno anche partecipato a questi eventi, ma in numero molto inferiore, soprattutto a causa della mancanza di mobilitazione delle centrali sindacali.
Le ultime manifestazioni di questa settimana sono state più offensive e la repressione pure. Diversi simboli del potere sono stati attaccati: banche, locali PS, sedi dei padroni... Ci sono state decine di arresti e diversi feriti, anche tra i poliziotti.

Un movimento partito dalla base
Mentre le grandi centrali [sindacali] hanno preferito l'unità più ampia a scapito della lotta per il ritiro già dalla loro prima riunione, la base – sindacalizzata e non sindacalizzata – ha promosso la giornata del 9 marzo. Le confederazioni sindacali sono state quindi costrette ad annunciare la giornata di azione per il 9 marzo, quando in precedenza avevano solo preso in considerazione quella del 31.
Visto che la base spingeva per il ritiro e non per un aggiustamento della legge, si è rotta l'unità con la CFDT e la rivendicazione assunte dai confederali è stata quella del ritiro.
Nelle assemblee, nelle riunioni d'informazione, nei sindacati, ecc., piovono le critiche contro l’azione troppo timida delle direzioni sindacali. La base spinge per andare alla lotta, una lotta in cui ci si dà i mezzi per vincere. Le giornate di azione una volta al mese sono inutili e criticate, la questione della creazione di blocchi dell’economia ritorna continuamente per costruire il movimento per lo sciopero generale interprofessionale, l’unico che permetterà di far arretrare il governo.

A che punto è il movimento?
La base si fa sentire e spinge per una lotta vera, per non riprodurre il fallimento del movimento delle pensioni e per replicare la vittoria contro il CPE.
La mobilitazione studentessa diventa più ferma e annuncia blocchi prolungati, manifestazioni più frequenti.
Gli annunci di «concessioni» da parte del governo non hanno smorzato per niente l'inizio della mobilitazione. Questa legge non la si vuole, punto.
Nei posti di lavoro ci si prepara per il 31, ma si freme d'impazienza perché non c’è un appello più chiaro e generalizzato a scendere in piazza prima.
Gli ultimi cortei sono stati più combattivi e offensivi, con le prime azioni di blocco e attacchi contro obiettivi simbolici.
La repressione è stata forte per un inizio di movimento, ciò che mostra  bene quale paura ha la borghesia della nostra forza, quando siamo uniti e determinati.

Passare alla marcia superiore
Ci sono le condizioni per lo sviluppo di un grande movimento. L'accumulo di tutte le misure anti-operaie e anti-popolari che sopportiamo da anni è forte. Lo stato di emergenza vi ha aggiunto uno strato dato che le misure cosiddette "provvisorie" sono entrate nella costituzione. La legge sul lavoro è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. La lotta che si sviluppa cristallizza in realtà la lotta contro la borghesia che ci stringe sempre più la gola. Si tratta principalmente di una lotta per la dignità, di una lotta di insubordinazione verso i padroni. La nostra classe ha i suoi propri interessi, loro hanno i propri e ciò è inconciliabile. Questa volta non ci si lascerà vincere. Marciamo e continueremo a marciare a testa alta!
Le direzioni sindacali non fanno il necessario per assicurare la vittoria del movimento. Quindi dobbiamo prendere tutto nelle nostre mani e spingere la base perché si formino comitati di  lotta che coinvolgono sindacalizzati, non sindacalizzati, studenti, liceali, pensionati, ... insomma tutte le componenti del movimento. È grazie alla pressione della base che questo movimento è iniziato, è sotto la pressione dalla base che può continuare. Non possiamo contare su funzionari sindacali che non osano sviluppare la lotta. Riconosciamo tutte e tutti coloro che difendono la linea combattiva e offensiva e fanno il lavoro che ci vuole e convinciamoli che con i comitati di base possiamo sviluppare in modo più efficace la lotta.
Le nostre manifestazioni avranno un effetto solo se sono offensive e determinate. I nostri cortei devono quindi servire non solo a marciare ma anche ad agire: occupazioni, attacchi ai locali, blocchi, ecc. Dove non sono ancora organizzati, dobbiamo lavorare per attuarli.
Nemmeno il lavoro di informazione e mobilitazione deve essere trascurato. È necessario intervenire sui luoghi di lavoro e popolari: zone industriali, mercati, quartieri popolari, scuole professionali, centri di formazione, etc. Una mobilitazione si costruisce e ciò richiede lavoro.
Molti sono coloro che vogliono mobilitarsi per la vittoria e non solo per scendere in strada. Sta a noi sviluppare questa prospettiva che rafforzerà la combattività e la determinazione di tutto il movimento.
La vittoria contro la legge sul lavoro rafforzerà la classe operaia nella lotta di classe, aprendo la strada per lo sviluppo dell’alternativa rivoluzionaria, l'unica opzione realistica per l'istituzione di un sistema che servirà gli interessi della nostra classe.
Questo movimento non è la rivoluzione, ma può aiutare a costruire gli strumenti che ci permettono di avanzare ulteriormente nello sviluppo del processo rivoluzionario. Guardiamo le cose come sono, cioè in movimento, e non in maniera statica. Allora comprenderemo il ruolo che questo movimento può svolgere per l’avanzamento della lotta della nostra classe.

Sviluppiamo ed allarghiamo la resistenza!
Sciopero, blocco e occupazione fino al ritiro della Legge-lavoro



.manif loi travail paris 2

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