venerdì 11 marzo 2016

pc 11 marzo - Gela, disastro ambientale: a processo 22 tecnici del petrolchimico


Non sono bastate le odiose minacce dell'Eni a fermare i giudici che stanno indagando da anni sugli effetti dell'inquinamento in tutto il comprensorio di Gela, minacce di abbandono del sito in caso di condanna! E non sono bastate nemmeno le ipocrite parole di "fiducia" nella magistratura, e quelle che osano negare la responsabilità dell'inquinamento.
Nell'attesa che il processo vada avanti, e che lo farà in modo difficile è scontato, a rischio serio oltre alla salute dei gelesi ci sono i tanti posti di lavoro, anche questi messi sotto ricatto. L'Eni, infatti, metterà sul piatto ancora una volta la trasformazione dell'impianto in Bioraffineria (che comunque non potrebbe garantire tutti i posti di lavoro) in cambio dell'annullamento degli effetti della eventuale sentenza di condanna. 
Ma qui come all'Ilva di Taranto la battaglia da fare ha tante facce: contro l'Eni, innanzi tutto, che dopo aver sfruttato e fatto ammalare operai e famiglie, se ne vorrebbe lavare le mani; per il mantenimento dei posti di lavoro; per il disinquinamento contro tutti coloro che in nome dell'ambiente e della "vocazione" dell'area, che qui sarebbe l'agricoltura! vorrebbero la chiusura dell'azienda.


Riportiamo pezzi dell'articolo di Repubblica online
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Gela, disastro ambientale: il pm chiede il processo per 22 tecnici del petrolchimico
Chiusa la maxi inchiesta su dieci anni di inquinamento, tra gli imputati la società Eni "Raffineria di Gela". Ultimo atto in città del procuratore Lucia Lotti, trasferita a Roma. L'Eni: "Nessun inquinamento, fiducia nei magistrati".
10 marzo 2016
GELA (CALTANISSETTA) -  Con la richiesta di rinvio a giudizio, per disastro colposo innominato, di 22 tra direttori e tecnici della Raffineria di Gela e dell'Enimed, la procura della Repubblica, diretta da Lucia Lotti, ha chiuso la maxi inchiesta sull'inquinamento ambientale causato nell'ultimo decennio dalle emissioni del petrolchimico dell'Eni, dalla ricerca e dallo sfruttamento dei pozzi petroliferi. Magistrati, forze dell'ordine, capitaneria di porto e consulenti tecnici (Ctu) hanno svolto anni di indagini, acquisito migliaia di documenti, effettuati decine di incidenti probatori, accertando nel territorio gelese presunte contaminazioni atmosferiche, del suolo e del sottosuolo, con grave inquinamento delle falde acquifere.
Tra gli imputati (che rischiano da 3 a 12 anni di reclusione) c'è anche la società "Raffineria di Gela". Tutti dovranno rispondere anche delle omesse bonifiche, di getto pericoloso di cose e di violazione dei codici ambientali. Lotti, come previsto dalla legge, ha informato i ministeri dell'ambiente, della salute e delle politiche agricole, che potranno costituirsi parte civile già nella prossima fase dell'udienza preliminare (ancora da fissare), per le gravi ricadute che l'inquinamento ambientale avrebbe avuto sull'ecosistema, sulla catena alimentare e sulle persone.

Restano incardinate in fase dibattimentale altre inchieste sull'esposizione all'amianto, sulle morti tra gli ex dipendenti dell'impianto "Clorosoda", sugli incendi al reparto "Topping" e sugli sversamenti a mare di sostanze inquinanti. Nel tribunale civile invece si stanno trattando le richieste di risarcimento danni dei bambini malformati e degli ex dipendenti ammalatisi per l'inquinamento nei posti di lavoro.
L'ordinanza di rinvio giudizio è l'ultimo atto come procuratore di Gela di Lucia Lotti appena trasferita a Roma dal Csm, dove andrà a ricoprire l'incarico di aggiunto e dove ha lavorato per 17 anni alla Direzione distrettuale antimafia. "Lavorare a Gela è stata un'esperienza straordinaria - ha detto il pm -. In questi anni, mi sono particolarmente legata a questa città, contrassegnata da mille problematiche. "Sin da subito - ha detto il magistrato - quando ho messo piede a Gela, mi sono sentita a casa mia. Sono arrivata il 4 aprile del 2008. Gli incarichi direttivi per legge non possono durare più di 8 anni. Avrei potuto chiedere il trasferimento dopo 3 anni ma non l'ho fatto. Il Csm ha già calendarizzato la nomina del nuovo Procuratore Capo. L'obiettivo è quello di garantire la continuità perchè ci sono da affrontare molte questioni impegnative. Sono 6 ad oggi, i magistrati che hanno presentato domanda per prestare servizio a Gela". Lucia Lotti  lavorerà fino all'ultimo giorno. La partenza avverrà, infatti, dopo le festività pasquali, durante le quali sarà pubblico ministero di turno per consentire ai colleghi di andare in ferie.
Il processo potrebbe influire indirettamente anche nella vertenza sulla riconversione dello stabilimento gelese in raffineria green. Spesso durante i dibattimenti in sede civile sui risarcimenti alle vittime dell'inquinamento i legali dell'Eni hanno affermato che la società, se condannata, non avrebbe potuto garantire gli investimenti necessari alla riconversione.
L'Eni: "Nessun inquinamento, fiducia nella magistratura". Eni prende atto, in una nota, della richiesta della procura. "Procedimento - puntualizzala nota - nel quale la Procura ha riunito altri procedimenti aventi ad oggetto sempre contestazioni legate alla tutela ambientale". Eni ricorda che "l'impatto ambientale dello stabilimento industriale di Gela è stato oggetto sia di una valutazione preventiva da parte delle Autorità Amministrative competenti in fase di rilascio delle autorizzazioni necessarie ad operare, sia successivamente, nell'ambito delle attività di monitoraggio e controllo svolte dagli Enti preposti". "Tutte le analisi effettuate - sottolinea Eni - hanno sempre confermato l'osservanza delle norme, disposizioni e prescrizioni impartite per la corretta gestione delle attività industriali e in particolare, in relazione al rispetto delle norme in materia di emissioni in atmosfera, scarichi idrici e bonifiche". "I risultati delle indagini ambientali realizzate dagli Enti pubblici competenti sulle matrici ambientali circostanti lo stabilimento confermano l'assenza di un inquinamento diffuso nell'area e soprattutto di rischi per la popolazione della città di Gela. Eni - conclude la nota - si affida con assoluta serenità all'operato della Magistratura e alle sue decisioni, collaborando con gli organi inquirenti con correttezza e serietà".

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