lunedì 8 febbraio 2016

pc 8 febbraio - Operai da Gela a Siracusa in piazza contro il petrolchimico dell’Eni, si allarga la protesta per difendere i posti di lavoro

21° giorno di lotta degli operai diretto e indotto dell’Eni di Gela e ancora nessuna riposta. L’Eni anzi prende tempo, dicendo che è in attesa delle autorizzazioni ambientali mentre gli stessi dirigenti ammettono di aver inviato solo da qualche giorno il sollecito alla Regione.
E scendono in piazza anche gli operai del petrolchimico Eni di Siracusa contro la svendita della Versalis


Eni, sit-in degli operai davanti all'Agenzia delle Entrate di Gela
08 Febbraio 2016
GELA. La protesta degli operai dell'indotto Eni di Gela, giunta al 21 giorno di lotta, si va estendendo anche agli uffici pubblici. Stamani un gruppo di metalmeccanici ha inscenato un sit-in davanti
all'agenzia delle entrate, in via Butera.
Su uno striscione le rivendicazioni delle maestranze e l'appello al presidente del consiglio, Renzi: «1500 lavoratori Indotto Eni di Gela sono a casa, Matteo aiutaci; lavoro adesso».
Fermi da tre anni, i dipendenti delle imprese appaltatrici chiedono all'Eni il rispetto degli accordi sottoscritti e l'avvio dei cantieri per la riconversione «green» della raffineria, passando dal petrolio alla produzione di bio-carburanti.
Tanti incontri di verifica dell'intesa e propedeutici alla firma di un accordo di programma hanno finora prodotto solo una proroga della cassa integrazione per i primi tre mesi di quest'anno. E intanto continuano i presidi alle vie di accesso al petrolchimico, alla direzione Enimed e nei centri di raccolta del petrolio estratto a Gela che viene portato via dalle navi in altri stabilimenti, dato che la raffineria gelese è chiusa da due anni.


Siracusa, protesta operai del Petrolchimico
«Subito a rischio mille posti di lavoro»
Stanno manifestando dalle 8 di questa mattina all’ingresso nord e a quello sud della zona industriale siracusana. Sono i lavoratori di Eni che hanno dato vita ad una serie di presidi in strada per denunciare pubblicamente la scelta di Eni di vendere Versalis, e quindi la chimica, al fondo americano Sk Capital.
Presidiate anche tutte le portinerie del polo petrolchimico tra i più grandi d’Europa. File chilometriche soprattutto in uscita da Siracusa. Con bandiere e striscioni, i lavoratori hanno fermato le auto per spiegare ai cittadini la loro protesta. Dopo aver perso migliaia di posti di lavoro, secondo il sindacato, il rischio della cessione potrebbe essere l’ulteriore licenziamento di mille dipendenti tra diretto e indotto.
Ad Eni le organizzazioni sindacali chiedono di rispettare gli accordi presi, a partire dalle bonifiche e fino al piano di investimenti da 400 milioni di euro.
Dopo quella di stamane, Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato per lunedì un’assemblea alla sala mensa del polo petrolchimico alla quale sono stati invitati i sindaci del territorio. Per il 19 è in programma una manifestazione nazionale a Roma.

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