lunedì 29 febbraio 2016

pc 29 febbraio - IL GIUBILEO DEL CAPITALE






L'incontro del Papa con gli industriali è stato di fatto un inno al capitalismo. Una sorta di purificazione, per un capitalismo senza mali e ripulito da ogni "peccato"; e una chiamata alla "riconciliazione" (scopo proprio del Giubileo), sintetizzata dalla frase di Bergoglio "Fare insieme". 

Il presidente della Confindustria, Squinzi, la Marcegaglia e tutta la "crema" del padronato - grandi, medi, piccoli - erano appunto "giubilanti", se ne sono andati pieni di gloria, della serie "Oh, come siamo buoni...!". Sentendosi tanto missionari del bene del paese. 

Un evento che, per essere sobri, definiremmo almeno "imbarazzante". Ma che, per essere più spontanei, definiamo una manifestazione di rozza oscenità. Questo consesso di marciume, in cui ogni padrone faceva a gara a dire emerite "puttanate", cingendosi la testa di sacre corone, somigliava a quei cafoni che per un giorno si vestono bene e si credono per questo dei signori.
Questi capitalisti si sono presentati come i benefattori dell'umanità, come i fautori di un mondo migliore, proprio nel momento in cui, come non mai, le condizioni di lavoro sono da moderno schiavismo (vedi i ritmi alla Fca), i licenziamenti non si contano e le condizioni di vita sono sempre più schiacciate. 
Il profitto realizzato sullo sfruttamento dei lavoratori è stato elevato a "giusto profitto", che rispetta non solo "le norme scritte ma anche quelle morali", salvo nascondere cosa sarebbe "giusto e morale": l'appropriazione privata di una parte sempre più grande di lavoro gratis degli operai.
Squinzi ha detto che "le nostre imprese hanno le loro radici più profonde nel duro lavoro e il giusto profitto". Non ha aggiunto, però, che il "duro lavoro" è degli operai, il "profitto" è per un pugno di padroni. 
La Marcegaglia ha fatto l'elogio dell'ENI, tirando fuori il più smaccato humus imperialista, e mentre il governo italiano prepara le guerre per difendere quei profitti.
I rappresentanti delle banche, che sono stati il fattore scatenante della crisi, si sono presentati come coloro che pensano al risparmio delle famiglie...
"L'iniziativa privata", cioè l'arricchimento di un pugno di padroni, è stata presentata come "dono di Dio".

Ma tutto questo la benedizione l'ha data Bergoglio, che, a fronte di limitatissime critiche agli "abusi del sistema capitalista", ne ha esaltato la sua missione, come forse gli stessi padroni radunati attorno a lui non speravano.

Riportiamo da Sole 24 ore alcuni passaggi - che spiegano più di tante parole.

SQUINZI: "UN BENE PREZIOSO: LE NOSTRE IMPRESE"
"...(la Confindustria è) un’Associazione impegnata in tutta la sua storia a promuovere la crescita economica, sociale, civile e culturale del Paese, impegnata a fare insieme affinché si viva in un mondo migliore, più giusto, più corretto, più rispettoso di tutto e di tutti.
Questo impegno oggi è quanto mai complesso. Viviamo un’epoca carica d’incognite, perfettamente interpretata dalle sue parole, che mi permetto di citare: «Stiamo vivendo non tanto un’epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d’epoca».
(Poi) ricordando l’insegnamento di Angelo Costa: «L’imprenditore ha maggiori possibilità con la sua opera di influire sul benessere del prossimo... L'iniziativa privata non è altro che una manifestazione della libertà, dono massimo che Dio ha dato all'uomo, insito nella natura umana, perciò non ha bisogno di incoraggiamento per il suo sviluppo, è sufficiente che non le si frappongano ostacoli".
...le tante storie, vicissitudini e successi su cui sono state costruite le nostre imprese hanno le loro radici più profonde nel duro lavoro e il giusto profitto, senza il quale solidarietà è una parola vuota di senso... l’impresa e la libera iniziativa sono componenti centrali di una società capace di solidarietà di sostanza, a cui tutti dovrebbero appellarsi.
MARCEGAGLIA: "LA FABBRICA E' IL LUOGO DEI VALORI"
La saluto con emozione e la ringrazio di questo incontro a nome di Eni,..
Come Eni noi siamo molto impegnati ad accompagnare i Paesi che ci ospitano nel loro necessario sviluppo con molti interventi creando posti di lavoro, investendo in ospedali, in scuole e formazione ma anche per esempio in Africa attraverso investimenti per dare l’accesso all’energia a 620 milioni di persone che oggi non ce l’hanno...
Per noi la “fabbrica”, l’azienda, è il luogo dove si crea valore economico, ma dove si mantengono vivi e si fanno crescere i valori del lavoro, dell’integrità e del rispetto verso tutte le persone...

FEDERICO GHIZZONI AD UNICREDIT"...Mi preme sottolineare che fare banca non significa per me fare soldi con la finanza, ma avere cura del risparmio e supportare imprese e famiglie.

SERGIO PININFARINA: "Il profitto è quello conseguito da aziende in modo eticamente corretto, rispettando cioè non solo le leggi e le norme scritte ma anche quelle morali"

SUL DISCORSO DEL PAPA

"La vocazione di creare ricchezza e migliorare il mondo"

"Si tratta in realtà - lo si è visto bene nel suo intervento davanti agli industriali italiani - di critiche agli abusi del sistema capitalistico...
...egli non è un avversario radicale del mercato, mentre si è espresso più volte in favore di una «economia sociale di mercato» che sappia assumere favorevolmente il ruolo e la responsabilità dell’imprenditore, che valorizzi la proprietà privata e presupponga la creatività e la libertà dell’essere umano...
Papa Francesco... ha detto agli imprenditori che essi hanno «una nobile vocazione, orientata a produrre ricchezza e a migliorare il mondo per tutti»; li ha chiamati a essere artefici di «un nuovo umanesimo del lavoro», fatto di professionalità, dignità e giustizia; li ha infine ringraziati per il bene che fanno e potranno fare... «La vostra via maestra sia sempre la giustizia, che rifiuta le scorciatoie delle raccomandazioni e dei favoritismi, e le deviazioni pericolose della disonestà e dei facili compromessi. La legge suprema sia in tutto l’attenzione alla dignità dell’altro, valore assoluto e indisponibile. Sia questo orizzonte di altruismo a contraddistinguere il vostro impegno: esso vi porterà a rifiutare categoricamente che la dignità della persona venga calpestata in nome di esigenze produttive, che mascherano miopie individualistiche, tristi egoismi e sete di guadagno. L’impresa che voi rappresentate sia invece sempre aperta a quel “significato più ampio della vita”, che le permetterà di servire veramente il bene comune, con il suo sforzo di moltiplicare e rendere più accessibili per tutti i beni di questo mondo»...

...Il messaggio di Francesco arriva dritto all’essenza: fare impresa è inclusione, è mettere la persona al centro. “Fare Insieme” è condividere, è aprire la via al bene comune... “Fare Insieme” «ispira a collaborare, a condividere, a preparare la strada a rapporti regolati da un comune senso di responsabilità... Voi avete, ha aggiunto il Papa, «una nobile vocazione orientata a produrre ricchezza e a migliorare il mondo per tutti...contribuire con il vostro lavoro a una società più giusta e vicina ai bisogni dell’uomo...
«Siete chiamati ad essere costruttori del bene comune e artefici di un nuovo “umanesimo del lavoro”. Siete chiamati a tutelare la professionalità, e al tempo stesso a prestare attenzione alle condizioni in cui il lavoro si attua, perché non abbiano a verificarsi incidenti e situazioni di disagio». Sia questo orizzonte di altruismo a contraddistinguere il vostro impegno: esso vi porterà a rifiutare categoricamente che la dignità della persona venga calpestata in nome di esigenze produttive, che mascherano miopie individualistiche, tristi egoismi e sete di guadagno...
«Vi ringrazio per il vostro impegno e per tutto il bene che fate e che potrete fare»...

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