I contanti potrebbero corrispondere ad una tranche della presunta tangente da 50mila euro che sarebbe stata pagata dall’imprenditrice Maria Paola Canegrati a Rizzi e al suo braccio destro Mario Longo attraverso l’emissione di due presunte false fatture. Per il gip di Monza Emanuela Corbetta, che nell’ordinanza di custodia cautelare parla di potere politico utilizzato per accumulare ricchezza, la “conferma della dazione” della tranche della presunta bustarella emerge da un’intercettazione del 17 gennaio 2015 tra Rizzi “e la sua convivente riguardo la detenzione di circa 15.000 euro in contanti nella mansarda di casa”. Lidia Pagani, infatti, chiede al compagno: “Tu come fai i pezzettoni da cinquecento che hai su…in mansarda?”. Rizzi: “Perché?”. Pagani: “È un casino adesso versarli”. E poi ancora la donna: “Quant’è che c’è su, quindicimila euro?”. Rizzi, presidente della Commissione Sanità e fedelissimo del governatore della Lombardia Roberto Maroni, sarà interrogato giovedì alle 12 nel carcere di Monza.
Dai dialoghi viene a galla che il consigliere regionale lombardo percepiva “circa 8.000 euro” al mese e “di questi ne versa 1.500 alla Lega Nord e 5.000 di mutuo”. E proprio per estinguere quel mutuo, come risulta da una telefonata con la compagna, Rizzi era in attesa di “operazioni giuste”. In particolare, l’8 agosto scorso, spiegava che “dall’ospedale pediatrico, cioè dall’ospedale in Brasile, potrebbero venir fuori un paio di milioni a testa”. E ancora diceva alla compagna, Lidia Pagani (ai domiciliari): “Ci sono due o tre operazioni grosse in ballo”. E lei: “Si, ma cosa intendi per grosse? Come entrata…”. La risposta: “Qualche milione di euro”. Pagani: “Da dividere in quanti?”. Rizzi: “tre”. Dopo di che il politico parlava anche di “una compravendita di zucchero per la Russia”. Nel provvedimento di custodia cautelare spunta, poi, il riferimento ad un “pizzino” con un probabile accordo, con tanto di cifre su presunte tangenti da incassare in futuro, tra Longo e Canegrati.