domenica 24 gennaio 2016

pc 24 gennaio - Dal meeting internazionale del 21 novembre a Parigi - 13

Un compagno polacco
Il 10 ° anniversario della rivolta delle periferie è una buona occasione per parlare anche dei fatti simili accaduti in Polonia nel 2002. Fu la rivolta della gioventù proletaria di Ozarow Mazowiecki, alla periferia di Varsavia.
La controrivoluzione fu un catastrofe per la classe operaia polacca. Negli anni 90 molte fabbriche hanno chiuso e nel 2002 il tasso di disoccupazione raggiunse il 22%. Va notato che prima del 1989 non c'erano disoccupati in Polonia. La disoccupazione era come un mito, tipico di una società capitalista, e due generazioni polacche non hanno conosciuto disoccupazione. Quando in un paese capitalista si chiude uno stabilimento, i lavoratori accettano il fatto che, quasi senza combattere. Sono abituati. Naturalmente si trovano esempi di lotte contro la chiusura di stabilimenti, ma in Polonia dopo la controrivoluzione questo tipo di lotte la sono state molto più combattive. Perché? Perché la fabbrica era la tua vita. Lavoravi lì, e prima di te ci avevano lavorato i tuoi genitori lì. Era il caso della Fabryka Kablow Ożarów, creata prima della guerra. Negli anni 80 la fabbrica era stato ammodernata ed era in grado di competere con una fabbrica occidentale.
L’impianto fu acquistato da Telefonika e il proprietario, Bogusław Cupiał, era uno degli uomini più in
Polonia. Era proprietario della squadra di calcio del Wisła Cracovia, che in quegli vinceva regolarmente il campionato polacco. Quando Telefonika la comprato la FK Ożarów, ha raggiunto il monopolio per la Polonia, dato che già possedeva le quattro più grandi fabbriche che producevano cavi e fibra.
Decisero che la fabbrica di Ożarów, in cui lavoravano 900 lavoratori, andava chiusa.
I lavoratori iniziarono uno sciopero, con blocco della portineria principale dell’impianto per impedire il trasferimento dei macchinari. Almeno 50 operai presidiavano permanentemente i cancelli.

È stata la lotta più lunga della classe operaia in Polonia, è durata 306 giorni. La notte del 26 novembre 2002 più di 300 uomini della Impel Sicurezza, una polizia privata, cui si erano uniti gli ultras del Wisla, attaccarono nel buio gli scioperanti per rompere il picchetto. Caricarono i lavoratori, tra loro c’erano anche molte donne, e distrussero le tende del presidio per far passare i camion. Un attacco brutale scatenato di notte, mentre la polizia restava a guardare in silenzio le guardie private che attaccavano insieme ai picchiatori da stadio del Wisła, colpendo anche le donne. Su internet si possono trovare molte immagini di quella notte. Tutta la Polonia le poté vedere il giorno dopo. Era qualcosa di incredibile che delle guardie private potessero tranquillamente picchiare i lavoratori senza e restare impuniti. Crebbe una rabbia di vendetta. Il blocco della portineria della FKO era andato per quasi 200 giorni senza nessuna solidarietà. Ma dopo il 26 novembre tutti i lavoratori si scuerarono con gli operai di Ozarow.

Anche i giovani scesero in campo. Gli uomini e donne attaccati il 26 novembre, erano genitori, parenti, vicini di casa dei giovani di Ozarow Mazowiecki. E insieme ai giovani di Ozarow, altri ragazzi da tutta la regione di Varsavia e da molte altre città vennero ad Ozarow per prendersi la loro vendetta. Gli scontri durarono quasi una settimana. Lanciavano pietre, bombe molotov, bruciavano auto, hanno attaccato Impel e la polizia. La sede di Telefonika fu bruciato e tutte le finestre rotte.
Le dirigenze sindacali condannarono questo “atto irresponsabile di aggressione”.
La rivolta Ozarow durò quasi una settimana. Fu interrotta quando il ministro degli Interni inviò un’enorme forza di polizia, e si impose il coprifuoco. C’erano poliziotti dappertutto e molti giovani furono arrestati.

La cosa più impressionante in questa lotta è che persone non organizzate decisero di correre grossi rischi in solidarietà con i lavoratori di Ozarow.
Il governo, il partito socialdemocratico e molti politici di “sinistra” hanno condannato i giovani, facendo appello a “non attaccare Telefonika”, “Dovete essere responsabili”, proprio come hanno condannato la rivolta delle banlieues nel 2005.
Questa lotta dimostra che esiste un enorme potenziale rivoluzionario.
Purtroppo, manca il partito rivoluzionario che può condurre la lotta fino alla vittoria.

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