martedì 19 gennaio 2016

pc 19 gennaio - Solidarietà con i prigionieri politici baschi

Spagna. I detenuti sono ancora 402 e la repressione non si ferma

 
Oggi sono ancora in 402 le persone detenute con l’accusa di aver partecipato o collaborato con le azioni di Eta. Di queste, solamente 5  stanno compiendo la condanna in centri penitenziari ubicati in Euskal Herria, nel Paese Basco; 87 si trovano in carcere in Francia; una in Portogallo; mentre le altre 300 circa scontano la pena dentro i confini dello Stato spagnolo, ma in località molto distanti da casa. In totale, i prigionieri politici baschi sono distribuiti in 72 centri
penitenziari, il 90% di loro si trova a più di 400 chilometri di distanza da casa. In sostanza, come segnala uno studio dell’organizzazione Exterat e del giornale basco Gara, “sebbene il numero dei detenuti sia diminuito di circa il 40% dal 2011, quello delle carceri è diminuito appena e la distanza media del luogo di detenzione da quello di residenza dei prigionieri è aumentata, sia nello Stato spagnolo che in quello francese”.

La questione della dispersione (la politica penitenziaria che spedisce i prigionieri lontano da casa) è centrale per le organizzazioni basche che sostengono i diritti dei detenuti politici. ... a gennaio del 2012 scesero in piazza centodiecimila persone per chiedere un cambiamento radicale delle misure carcerarie. ..Lo scorso sabato, per la prima volta, la manifestazione si è svolta contemporaneamente a Bilbao e a Baiona: con la partecipazione complessiva di più di settantamila persone.

Uno studio appena pubblicato dall’Università del Paese Basco (Upv) afferma esplicitamente che il vigente regime penitenziario produce una negazione permanente dei diritti dei prigionieri baschi. “Questa negazione di diritti si utilizza con finalità politiche, non esiste nessuna base giuridica che permetta ai poteri pubblici di agire in questo modo”. Significativo che i richiami e le segnalazioni del Tribunale europeo dei diritti umani siano stati completamente ignorati e disattesi dallo Stato spagnolo. Ad oggi, infatti, oltre a non essere stata applicata la legge che consente ai  detenuti di scontare la condanna nelle vicinanze delle abituali residenze, Madrid ha completamente ignorato la normativa dell’Unione europea sulla validità degli anni di carcere scontati in altri Stati. Negli ultimi mesi, il sistema giudiziario iberico si è rifiutato di riconoscere ai prigionieri politici baschi la parte di pena scontata nelle carceri di altri stati dell’Unione europea.

Questo doppio strappo alle norme giuridiche prodotte dal Tribunale Europeo – segnala ancora lo studio — “viola i diritti fondamentali dei prigionieri e delle prigioniere politiche basche, nello specifico il loro diritto alla vita privata e familiare”, garantito dall’articolo 8 della Corte europea dei diritti umani, ma anche nell’articolo 18 della Costituzione spagnola.

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