domenica 10 gennaio 2016

pc 10 Gennaio - Informazione militante dalla Tunisia. Proteste studentesche in tutto il paese contro la nuova riforma scolastica e il sistema universitario. A Sfax i docenti universitari protestano contro il ministero dell'insegnamento superiore

Non si fermano le proteste contro il ministro dell'istruzione tunisino Néji Jalloul e la sua proposta di riforma del sistema educativo inferiore (in Tunisia vi sono due ministeri relativi alla formazione: il Ministero dell'Istruzione che si occupa della scuola elementare, media e del liceo; il Ministero dell'Insegnamento Superiore che si occupa dell'università).
Come riporta l'agenzia stampa tunisina "Turess": "Jalloul, che si è detto arrabbiato, della reazione degli studenti che hanno rifiutato il nuovo sistema degli esami, ha precisato che il nuovo regime è semestrale. E ha aggiunto che a partire dall'anno prossimo il sistema d'istruzione per semestre sarà applicato. Inoltre, il ministro dell'educazione ha deplorato, nella sua dichiarazione, i rumori che inducono in errore gli studenti e i loro genitori concernenti la nuova riforma...".



Gli studenti dei licei, sfidando lo stato di emergenza hanno organizzato grandi manifestazioni dal nord al sud del paese, per esempio a Tunisi un corteo ha percorso Avenue Bourguiba terminando davanti il teatro municipale, punto di riferimento di manifestazioni politiche e proteste nella capitale. 

Anche nella città meridionale di Gabès un corteo di centinaia di giovanissimi studenti medi ha attraversato la città bloccando il traffico per provare a terminare in un liceo della città dove però le
porte erano sbarrate. Dopo un breve tentativo di sfondamento da parte degli studenti, il corteo e ripartito in maniera "selvaggia" per le vie della città.

Nella stessa giornata un gruppo di docenti universitari di Sfax ha protestato contro il ministero dell'insegnamento superiore, riportiamo per intero il dispaccio della stessa agenzia stampa su citata: "I rappresentanti dei professori del Consiglio Scientifico dell'Istituto Superiore  degli Studi Tecnologici di Sfax (ISET) hanno presentato le proprie dimissioni dal Consiglio in seguito a dei disaccordi con il ministero per la supervisione concernente i lavori di estensione dell'istituto e del suo ristorante universitario. Il segretario aggiunto di un sindacato di base Slim Ben Hlima citato da Shems FM, ha precisato che le richieste dei professori, che consistono nella costruzione di un atelier e dei laboratori, non sono state tenute in considerazione".

Intanto lo scorso Mercoledì 6 Gennaio il principale sindacato studentesco di sinistra, UGET, ha promosso una protesta nazionale contro il sistema di esami universitario che prevede l'estrazione a sorte della materia da sostenere all'esame (facente parte di un modulo di almeno due materie) il giorno dello stesso, gli studenti chiedono l'annullamento di questo sistema obiettivamente senza senso e di sapere quale esame andranno a sostenere. Questa protesta ha avuto maggiore intensità nell'Università di Manouba (una delle due università della capitale insieme a quella di El Manar) in cui è stata occupata la Facoltà di Lettere impedendo lo svolgimento degli esami. La Facoltà è stata costretta a dichiarare "un'estensione" delle vacanze invernali di una settimana piuttosto che annullare gli esami. I principali organi di informazione del paese hanno condannato questa protesta etichettandola come "violenta" e dando voce esclusivamente alle critiche contro di essa provenienti dal sindacato islamista UGTE (per ovvi motivi strumentali) e dai "crumiri".

Studentesse dell'UGET presidiano i cancelli della Facoltà di Lettere dell'Università di Manouba
Queste proteste si svolgono in un periodo particolare: in presenza di un rinnovato "stato di emergenza" prorogato fino a fine febbraio che vieterebbe qualsiasi protesta e sciopero, in un momento in cui vi è stato un rimpasto di governo a seguito di una scissione nell'ormai ex partito di maggioranza relativa, Nidaa Tounes, che ha ridotto i propri parlamentari allo stesso numero di quelli dell'ormai ex secondo partito, l'islamista Ennahdha. Ciò avrà nel breve periodo importanti conseguenze; nei prossimi giorni seguirà un'approfondimento su questa questione.

Tunisia, 10 Gennaio 2016

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