Genova -
Blitz la scorsa notte davanti alla sede del commissariato di
polizia in piazza Matteotti a Genova dove sono stati lanciati fumogeni contro
l’atrio del palazzo ed è stata danneggiata una volante della polizia. Sul vetro
di una banca adiacente all’ingresso è comparsa la scritta «
Polizia infame
Ventimiglia no borders».
Manifestazione, tensione con la polizia: "Siamo stati caricati"
Si è conclusa la manifestazione dei no border a
Ventimiglia all'insegna di fatto di un altro sgombero dei manifestanti che
occupavano le scale davanti all'ingresso dellsa stazione, avvenuto non senza
tensioni e qualche collutazione: "Stavamo recuperando i nostri zaini -
raccontano alcuni degli attivisti - quando ci hanno spinto via a forza e due di
noi sono stati colpiti anche alla testa. Vogliamo continuare a stare vicino ai
migranti, ma la polizia ce lo impedisce"
Circa 300 tra aderenti ai centri
sociali e no border, provenienti da varie parti d'Italia, hanno infatti
manifestato a Ventimiglia davanti all'ingresso del centro di accoglienza per
migranti realizzato in uno spazio della stazione ferroviaria. Il centro è stato
presidiato da alcune decine di agenti e carabinieri in tenuta antisommossa. La
manifestazione non è stata autorizzata. I manifestanti protestano per lo
sgombero dell'accampamento no border avvenuto nei giorni scorsi nella pineta dei
Balzi Rossi, al confine italo-francese di Ponte san Lodovico, e per la chiusura
della frontiera da parte della Francia che impedisce ai migranti di raggiungere
il il paese transalpino. I giovani espongono striscioni. In uno è scritto "Siamo
tutti clandestini"; in un altro campeggia la scritta "Solidarietà ai no border".
Alcuni striscioni sono anche scritti in arabo. I manifestanti stanno tenendo un
comizio per chiedere l'apertura della frontiera, che viene tradotto anche in
inglese, francese e arabo.
Il raduno dei no border era cominciato intorno
alle 14 con un pic nic davanti alla stazione ferroviaria di
Ventimiglia.
Altri 40 saranno denunciati per la manifestazione non
autorizzata
No Borders: denunciato manifestante per lesioni ad un agente
lunedì, 05 ottobre 2015
VENTIMIGLIA - Denunciato per lesioni e raggiunto da foglio di
via, per tre anni, un 53enne di Dolceacqua, appartenente al collettivo dei "no
borders", con l'accusa di avere colpito con un pugno al volto un agente
durante gli scontri di ieri sul piazzale della stazione ferroviaria di
Ventimiglia.
Altri quaranta manifestanti saranno denunciati per la manifestazione
non autorizzata di ieri pomeriggio. Anche nei loro confronti saranno
avviate le procedure del foglio di via.
Nel frattempo, la Digos della Questura di Imperia sta esaminando
tutti i filmati del presidio, al quale hanno partecipato circa trecento
manifestanti tutti passibili di denuncia, qualora identificati o riconosciuti.
Nella
notte voci di un blitz e il trasloco del campo dalla pineta alla scogliera,
come agli inizi della protesta: poi l'arrivo di 12 camionette dei carabinieri e
i primi fermi. E i francesi sbarrano il confine. Alle 12 manifestazione dei
centri sociali. Il sindaco Ioculano: "Lo chiedevamo da tempo". Il vescovo tratta
per una collocazione per l'inverno.
Confine
sbarrato dai poliziotti francesi, dall'Italia 12 camionette di carabinieri e
polizia arrivati all'alba ai Balzi Rossi: succede ora alla frontiera di
Ventimiglia, al campo
No Borders, autogestito da migranti e attivisti. Per evitare lo sgombero
e l'arresto, 100 persone tra migranti e italiani sono fuggiti dal campo occupato
sotto la pineta, e si sono rifugiati sugli scogli, portando tutto con loro, come
a giugno all'inizio della protesta.
Intorno alle 7, mentre albeggia, nel caos e tra le urla dei No Borders,
le forze dell'ordine entrano nell'accampamento con un'ordinanza di sgombero: lo
smantellano e bonificano, "Come chiedevamo da tempo, troppi i disagi che
causava", commenta subito il sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano (sedicente democratico, n.d.r.). Gli attivisti
hanno indetto una manifestazione per mezzogiorno nel centro di Ventimiglia; in
arrivo giovani da varie parti d'Italia, confermata la presenza di associazioni
solidali.
Ma qui, tra i migranti, nessuno si arrende, "Noi
resistiamo, stiamo qui
sugli scogli, come alle origini, guardandoci a distanza con gli agenti",
spiega concitato Alexander, uno degli attivisti dagli scogli. Intorno, ritmi e
slogan della protesta di sempre: “We are not going back”. Intanto le forze
dell'ordine in assetto anti sommossa sono sempre più vicine, circondano gli
scogli, e si teme uno scontro sulle rocce che potrebbe essere rischioso. "Le
strade sono chiuse, ci sono ragazzi che stanno provando a raggiungerci ma
vengono bloccati", denunciano dagli scogli i ragazzi, che mandano foto, "ma non
sappiamo per quanto avremo ancora i cellulari carichi, nè cosa
succederà".
Per il sindaco "devono spostarsi,
dove andranno lo valuterà la questura, ma questa situazione non poteva più
andare avanti - spiega - capiamo le motivazione della loro protesta ma il campo
era abusivo e ci vuole rispetto per una città che è stata accogliente e
ospitale". Ma per mediare con le forze dell'ordine gli attivisti hanno chiamato
il vescovo di Ventimiglia, Antonio Suetta, da sempre loro sostenitore: "Sta
arrivando qui, ha già contattato la Prefettura e gli hanno assicurato che non
useranno la forza - spiega Alexander - Vedremo... Di sicuro, il vescovo si era
detto disponibile a concederci una struttura per traslocare il presidio. Se ci
lasciassero passare, magari ci sposteremmo senza conseguenze per
nessuno...".
Per ora, però, il
confronto è sugli scogli, da una parte decine di agenti in assetto
antisommossa, dall'altra loro. "C'era tensione nell'aria, sapevamo del rischio
di uno sgombero ma non pensavamo di arrivare a questo punto. Dodici camionette
sono tante. Mentre i francesi hanno sbarrato il confine per evitarci vie di
fuga", conclude Alex.
Ventimiglia - È scattato all’alba lo sgombero dell’accampamento al confine
tra l’Italia e la Francia, a Ventimiglia, dove ancora un centinaio di stranieri
era accampato, insieme ai giovani dei centri sociali, da più di cento giorni.
Polizia e carabinieri sono intervenuti con circa 200 uomini e decine di
blindati, circondando
la tendopoli organizzata dagli attivisti italiani e
francesi “No Borders” che ospitava gli immigrati. Non ci sono stati episodi
di resistenza o violenza.
Arriva anche il vescovo e tenta la mediazione
Intorno alle 10 è arrivato al confine tra Italia e Francia di Ponte San
Ludovico il vescovo di Ventimiglia monsignor Antonio Suetta. Il sacerdote si è
inoltrato sugli scogli e ha parlato con i migranti e No Borders che si sono
rifugiati in riva al mare. Don Suetta, nelle scorse settimane, è stato al centro
di polemiche per la donazione di duemila euro al presidio No Borders. “Ho
chiesto ai No Borders un passo indietro, ora decideranno loro che cosa fare” ha
raccontato dopo l’incontro.
“Riconosco che in un contesto ordinato della società queste persone stavano
agendo in maniera formalmente illegale. Conoscendoli meglio ho anche capito che
però in loro ci sono delle buone attitudini, soprattutto quella di considerare
lo straniero non solo una persona da assistere, ma come uomo a tutti gli
effetti. Credo che questa attitudine, se ben indirizzata, vada coltivata”. Il
vescovo ha confermato che il convegno di questa sera organizzato dalla Caritas e
al quale aveva invitato i No Borders si svolgerà regolarmente.
Un arresto
Nel frattempo
la polizia ha eseguito un arresto: fermato un cittadino
bosniaco di 40 anni che risultava colpito da un ordine di cattura
internazionale. Una decina di persone, individuate come i promotori della
protesta, sono state accompagnate in commissariato per notificare loro una serie
di provvedimenti da parte della magistratura.
La circolazione è bloccata dalla parte italiana poco dopo la frazione di
Latte, mentre, in Francia, i veicoli non possono transitare verso il confine
all’altezza del porto di Mentone Garavan
Sequestro cautelativo
dell’area
Le forze dell’ordine hanno eseguito un provvedimento di sequestro cautelativo
dell’area in cui sorgeva l’accampamento dei No Borders firmato dal gip Bracco
del Tribunale di Imperia. Nel fascicolo aperto dalla procura di Imperia vengono
ipotizzati i reati di occupazione abusiva e di furto di acqua e di energia
elettrica. Alcuni esponenti dei centri sociali sono stati accompagnati in
commissariato ma non risultano in stato di fermo.
Smantellato tutto l’accampamento abusivo dei No Borders
Era stato allestito presso la frontiera di Ponte San Ludovico, ed è stato
smantellato da polizia e carabinieri. Sul posto, alle 7:30, sono arrivati i
camion della nettezza urbana che hanno cominciato a caricare tende, materassi,
sedie, tavoli. Nel frattempo una cinquantina di persone è tornata sulla
scogliera dei Balzi Rossi. Si tratta di un gruppo di attivisti No Borders e di
una cinquantina di migranti, di quelli che da quasi 100 giorni si trovavano alla
frontiera. La situazione è tranquilla, con un gruppo di poliziotti che a loro
volta sono scesi sulla scogliera circondando gli immigrati e gli attivisti dei
centri sociali.
La rabbia esplosa il 13 giugno
Dopo giorni di tensione al confine, la Francia aveva bloccato la frontiera,
impedendo ai migranti di attraversare il confine. Di fronte al tentativo della
polizia di sgomberare l’improvvisato bivacco che si era formato sulla aiuole del
varco di San Ludovico, ottanta immigrati erano scappati sulla scogliera, pronti
a tuffarsi in mare.
Lo slogan: «Non possiamo tornare indietro, di qui non ce
ne andiamo».
È stato questo il prologo della rivolta degli scogli, che per molti giorni ha
catalizzato l’attenzione dei media nazionali. Dopo più di cento giorni, la
protesta ha però cambiato volto.
A dar man forte agli immigrati sono arrivati
i No Borders, giovani d ei gruppi sociali che hanno installato un
accampamento sotto la scogliera e tra le arcate ferroviarie dei Balzi Rossi.
Una tendopoli organizzata con cucine e punti si assistenza intorno alla quale
hanno continuato a gravitare circa 150 persone tra italiani e stranieri. Ma
l’iniziale spinta di solidarietà per i migranti si è trasformata in un’onda di
disagio e protesta. I continui cortei, blocchi stradali e manifestazioni non
autorizzate hanno colpito soprattutto i frontalieri e i commercianti che fanno
affari con i clienti di oltreconfine.
A sollecitare in ogni modo lo sgombero è stato
Enrico Ioculano,
il
giovane sindaco Pd che ha abbattuto una delle ultime roccaforti del
centrodestra nel Ponente ligure. Parole di fuoco: «Questa occupazione deve
finire. Queste persone hanno offeso la città, che ha vissuto tutto quel che è
accaduto negli ultimi mesi con spirito di solidarietà, tolleranza, accoglienza.
La risposta è stata quella di creare continui disagi».
Ioculano ha anche risposto picche all’invito del vescovo Antonio Suetta a
riaprire il dialogo con i No Borders in occasione di un incontro organizzato
dalla Caritas per questa sera. Vescovo a sua volte investito dalle polemiche per
per aver donato duemila euro ai No Borders nel corso di un incontro chiesto dai
giovani: «
L’ho fatto per garantire ai migranti di mangiare», ha reagito
il sacerdote. A far deflagrare una situazione già elettrica è poi arrivato un
episodio inquietante.
Una trentenne lombarda, accampata da un mese e mezzo nella pineta con la sua
tenda, ha denunciato nei giorni scorsi alla polizia: «Sono stata violentata da
un migrante, un senegalese. Ero entrata nella doccia allestita sotto la
ferrovia, è entrato, mi ha zittito e poi ha approfittato di me per un’ora».
Ancora: «Gli altri ragazzi hanno cacciato quel giovane, ma mi hanno chiesto di
tacere per evitare ripercussioni sugli altri stranieri». Fatti sdegnosamente
smentiti dai No Borders: «È stata una vendetta dopo che l’abbiamo allontanata
per i suoi comportamenti».
la cronaca
corrispondenza
ANCORA DIS-INFORMAZIONE DI REGIME
Domenica quattro ottobre, a Ventimiglia, a partire dalle ore 14:00, si è
svolto – sulla piazza della stazione ferroviaria, dove è allestito il centro di
prima accoglienza per i richiedenti asilo – un presidio in solidarietà con i No
Borders allontanati con la forza qualche giorno prima dalla zona dei Balzi
Rossi, dove erano accampati da circa tre mesi in appoggio alla lotta dei
migranti, ai quali è tutt’ora impedito di attraversare il confine francese.
Della giornata ecco il comunicato in tempo reale, apparso su una nota rete sociale,
diramato dagli attivisti sopra citati - “Piazzale
della stazione a Ventimiglia sotto attacco. La polizia ci carica insieme ai
manifestanti e migranti a termine del presidio della manifestazione di ques
to pomeriggio. Vari feriti e alti livelli di
repressione. Le cariche sono state seguite da inseguimenti a piedi per le vie
della città”.
Il giorno successivo ci si aspetterebbe che la stampa borghese regionale
desse ampio risalto alla vicenda: invece ancora una volta i fogliacci (almeno
quelli telematici, che sono gli unici che riesco a leggere in tutte le loro
edizioni locali) si dimostrano organi di dis-informazione; l’unica testata a
dare uno spazio decente alla manifestazione – con un pezzo dal titolo
“Ventimiglia, ‘No borders’ sgomberati davanti alla stazione” – è La Repubblica.
Per parte sua, Il Secolo XIX qualcosa fa trapelare; peccato che ne accenni
soltanto all’interno di un pezzo, apparso sull’edizione genovese, dal titolo
“Migranti: fumogeni e scritte no borders contro la polizia in piazza Matteotti”,
il cui contenuto si limita a sei righe: di queste solo qualche parola – “Ieri,
al termine di un corteo ‘no borders’ alcuni manifestanti sono stati caricati
dalle forze dell’ordine” – si riferisce ai fatti accaduti nella cittadina di
confine.
Genova, 06 ottobre 2015
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
(
la foto è ripresa dalla Stampa,
n.d.r.)
Due blitz contro due sedi del Partito
Democratico di Torino sono state imbrattate con scritte di vernice bianca e
rossa la scorsa notte. Gli attacchi diretti contro i circoli di via Colautti,
nel quartiere Borgo Vittoria, e di via Cervino, nel quartiere Barriera di
Milano. Si tratta degli ennesimi blitz contro sedi del Pd a Torino, soprattutto
nell'area Nord della città, dove si trova anche il quartier generale dei
Democratici a Torino già preso di mira. Tanto che viene sorvegliato dalle forze
dell'ordine.
Questa volta il pretesto non è la Tav e le scritte non hanno
connotazioni " No Tav". Vengono invece "attaccate" le politiche
sull'immigrazione e l'accoglienza dei profughi. In particolare lo sgombero del
campo a Ventimiglia, sul confine italo-francese.
Su i due episodi indaga la
polizia: si pensa che le scritte siano state tracciate da esponenti del
movimento antagonista. Si chiede la chiusura dei Cie, lo
Genova - La digos indaga su un volantino diffuso in questi giorni a Genova,
firmato `antirazzisti solidali´, che critica «il sindaco di Genova, il prefetto
e il portavoce del Forum terzo settore» per l’accordo firmato il 17 settembre
per
fare lavorare i migranti in lavori di pubblica utilità su base
volontaria.
«Nella barbarie generalizzata che avvolge l’Europa - si legge nel volantino -
le istituzioni genovesi fanno la loro parte. I profughi accolti in Liguria
potranno `migliorare la citta´` ed ´essere una risorsa per la collettività’.
Con risorsa il prefetto intende merce, senz’altro. Le parole sono
importanti. Infatti i profughi lavoreranno gratis in opere atte a impedire le
alluvioni».
«Ci si pulisce le coscienze - prosegue il documento - rendendo i
profughi degli schiavi e l’accoglienza un affare per i nuovi affaristi.
Rimettere a posto le parole è importante. Ma il problema è sapere chi sono i
nuovi padroni. E organizzarsi». Il documento verrà trasmesso nelle prossime ore
in procura, al pool specializzatostop agli sgomberi e
alle retate e la risoluzione della situazione migranti di
Ventimiglia.