lunedì 7 settembre 2015

pc 7 settembre - L'AUTUNNO DI MARCHIONNE COMINCIA CON UN OPERAIO IN FIN DI VITA

Fiat, incidente sul lavoro. In fin di vita un operaio
  
Paura in Fiat: un volo di cinque metri per un operaio al lavoro nel cantiere per preparare lo stabilimento alla Giulia.
Il terribile incidente sul lavoro si è verificato nella notte nello stabilimento della Fiat di Piedimonte San Germano. In fin di vita un giovane operaio di ventotto anni di nazionalità polacca.
Il ragazzo, impiegato in una ditta esternalizzata dell’azienda automobilistica proveniente dal nord Italia, nella notte tra mercoledì e giovedì, era impegnato in alcuni lavori di manutenzione in uno dei capannoni della fabbrica, necessari per mettere a punto la linea che produrrà la nuova Giulia, quando è caduto da un’impalcatura alta circa cinque metri.
Un volo spaventoso, culminato con una bruttissima caduta a terra. Le condizioni dell’uomo sono infatti apparse subito molto serie, a causa dei diversi traumi riportati, dal cranio al bacino. Sotto choc gli altri operai al lavoro, che si sono resi conto per primi dell’agghiacciante volo dall’impalcatura del collega.
Questa la prima ricostruzione dei fatti.
Sul posto sono immediatamente intervenuti i sanitari del 118, che, dopo il primo soccorso, hanno disposto il trasferimento del giovane polacco all’ospedale Santa Scolastica di Cassino, e i Carabinieri della stazione di Piedimonte San Germano, coordinati dalla Compagnia di Cassino.
Per verificare l’esatta dinamica dell’incidente sul lavoro, è stato anche richiesto l’intervento nello stabilimento della Fiat anche gli ispettori del lavoro dello Spresal dell’Asl di Frosinone (il Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro).
Una volta al pronto soccorso del nosocomio cassinate, dove è arrivato intorno all’una di mattina, il giovane operaio è stato intanto sottoposto d’urgenza ad un intervento chirurgico per l’asportazione della milza. Oltre all’emoperitoneo e all’emorragia dovuta alla profonda ferita al fianco riportata evidentemente durante la caduta, il ventottenne ha però riportato anche la frattura delle vertebre, della colonna, del bacino e del cranio. Una situazione clinica molto complicata.
Al termine dell’operazione chirurgica, l’uomo è stato trasportato con l’elicottero all’ospedale Umberto I di Roma, dove si trova tuttora ricoverato in condizioni disperate.

pc 7 settembre - E' INIZIATA LA TENDA DEI MIGRANTI A TARANTO!


SOSTENIAMO LA LOTTA DEI MIGRANTI SENZA DOCUMENTI A TARANTO

Da oltre un mese 138 migranti alloggiati al Bel Sit e 45 migranti alloggiati all'Hotel Roxana, entrambi affidati all'Associazione Salam sono in lotta per ottenere il documento di identità, il regolare pagamento del pocket money e miglior trattamento nei luoghi dove sono alloggiati, l'assistenza sanitaria, e il riconoscimento del diritto d'asilo.
In questa lotta organizzata dallo Slai cobas Taranto a cui i migranti si sono rivolti dopo una prima iniziativa spontanea, la Prefettura e il Comune hanno risposto con un accoglimento della richiesta a parole ma con un respingimento di essa nei fatti, e, quello che è più grave in particolare da parte della Prefettura che ha assegnato i migranti all'Ass. Salam, con una copertura delle gravi inadempienze, responsabilità e lati oscuri dell'Associazione Salam nella gestione dei migranti.
I migranti dopo 3 mesi che si trovano nelle nostre città in possesso di un regolare permesso di soggiorno, in attesa del riconoscimento del diritto d'asilo, hanno diritto ad avere il documento di identità e le altre richeste che stanno portando avanti. I migranti affidati ad altre associazioni nella nostra provincia hanno già avuto questo documento di identità, e quindi siamo anche di fronte a un diverso trattamento tra migranti e migranti nelle stesse condizioni, che non può essere accettato.
Per questo la lotta continua ad oltranza fino all'ottenimento di questo diritto

Di fronte a questa giusta lotta c'è un costante rimpallo da parte delle Istituzioni e il tentativo di utilizzare falsi cavilli legali e burocratici per negare la realtà dei fatti che è sotto gli occhi di tutti e facilmente verificabile.
I migranti pur essendo in possesso di un regolare permesso di soggiorno vengono ricacciati così di fatto nella clandestinità. I migranti invece di essere trattati come persone vengono maltrattati nei loro diritti, dignità e condizione, “depositati” per oltre un anno nel centro.

Ma questa lotta ci ha permesso anche di conoscere altri fatti su cui non solo i migranti ma noi e tutta la città hanno diritto di sapere la verità.
Perchè la Prefettura non risponde alle domande sulla dislocazione dei centri di accoglienza e sul numero di migranti accolti, né risponde alle denunce che vengono fatte sulle condizioni del loro trattamento?
Perchè la Prefettura non obbliga al rispetto della legge sull'immigrazione e permette all'Ass. Salam di dare un'interpretazione “personale” di una legge di Stato, comportandosi differentemente da altre associazioni? Perchè permette che questa Associazione continui ad applicare a suo modo le regole provocando tensioni in tutti i centri di accoglienza in cui è presente?
Quali sono i veri interessi di questa Associazione Salam nel negare i documenti ai migranti?
Perchè la Prefettura non risponde alle denunce sulla natura dell'Associazione Salam, relative ad un contratto di fornitura tra l'Associazione e la Cooperativa Falanto Servizi legata al clan malavitoso D'Oronzo-De Vitis, clan sottoposto ad inchiesta dalla Procura antimafia di Lecce?
Ancora. La struttura del Bel Sit ha una licenza per 70 persone ma ce ne sono il doppio, è stato concesso un ampiamento senza che si sia provveduto ad un'evidenza pubblica e a coinvolgere tutti i soggetti e associazioni impegnati nell'accoglienza-assistenza migranti.
Qual'è lo status effettivo dei migranti presenti all'Hotel Roxana, che oggi la Salam dice improvvisamente di aver “scaricato” dall'inizio di quest'anno? E se sono stati realmente scaricati perchè non sono stati affidati ad un'altra associazione che ne garantisse diritti e trattamento?
Perchè quindi la Prefettura non revoca l'affidamento alla Salam o almeno ne controlla l'attività?
Quali sono i legami effettivi e le coperture di cui gode la presidente di essa, Simona Fernandez?

I migranti stanno lottando per il diritto all'iscrizione all'anagrafe derivante dall'art. 6 c.7 della legge 286/98 - TU immigrazione, ma questa lotta domanda un controllo su tutto il sistema con cui viene gestita l'accoglienza e l'assistenza ai migranti in questa città. Sappiamo bene tutti come in altre città la vicenda dell'accoglienza, dei Cara (vedi Mineo) siano diventate note come mafia-capitale.
Per questo è necessaria la massima trasparenza.

La coraggiosa lotta dei migranti ha bisogno del sostegno di tutti. Non ci si può dichiarare a favore dei migranti, commuoversi per le immagini drammatiche che vengono dalle televisioni, non ci si può dichiarare antirazzisti, e nascondere gli occhi non sostenendo la lotta che è in corso da oltre un mese nella nostra città – Ventimiglia è qui!

I Migranti invitano a partecipare al presidio e all'assemblea chesi terrà sotto il Comune in p.zza Castello, DOMANI MARTEDI' alle 18.

Invitiamo a sostenere questa lotta in tutte le forme.
Portate al presidio acqua, frutta, carta, pennarelli per fare striscioni, manifesti, ecc.

pc 7 settembre - Ancora arresti NOTAV - massima solidarietà

Notav davanti al carcere di Torino per non lasciare da solo nessuno

altIeri dalle 19 più di 200 persone si sono trovate davanti al carcere Lorusso Cotugno per far sentire la propria vicinanza a tutti i notav rinchiusi da questa notte e agli altri ragazzi arrestati nei giorni scorsi. Ogni volta un presidio davanti ad un’istituzione totale come è il carcere fa montare la rabbia e sapere che ci sono persone che conosciamo bene dentro, è ancora più difficile.
Giovani che lottano per la libertà di  tutti, con generosità e coraggio difendono una Valle e dei valori, come l’antirazzismo e l’antifascismo, in prima persona, mettendo la paura in un angolo, mettendosi in gioco in prima persona. Per questo sono lì.
Ed oggi lo abbiamo detto forte, prima con un piccolo corteo fino alle recinzioni del carcere e poi in presidio tra fuochi di libertà e bandiere al vento.
Abbiamo imparato una cosa in questi anni: la resistenza si fa un passo alla volta, con impegno e dedizione, e senza paura, perché tra le nostre montagne non è più di casa da molto tempo.
A Cecca, Donato, Luca, Damiano, Mattia, Nicola,Francesca, Jacopo, Gianluca, Pierpaolo, Alex, Valeria, Checco, Carlo, Liberi Tutti, avanti notav!

pc 7 settembre - 9 settembre manifestazione a Bagnoli

Disoccupati ed attivisti dei centri sociali flegrei, contrari al commissariamento di Bagnoli dato per imminente, hanno organizzato in mattinata un sit-in di protesta davanti alla sede Rai di Napoli.
I manifestanti chiedono da tempo una politica di riqualificazione dell'area con l'immediata bonifica della costa e delle aree più interne occupate in passato da presidi industriali tra i quali Italsider e Cementir e la creazione di opportunità di lavoro stabile e sicuro.
I manifestanti hanno annunciato per lunedì mattina alle 9 una manifestazione davanti alla sede della giunta regionale della Campania, in via Santa Lucia a Napoli.

pc 7 settembre - Lo Stato nazisionista di Israele è il vero terrorismo! Solidarietà e sostegno alla lotta popolare e armata dei palestinesi

Terror Act, sarà terrorismo anche sventolare la bandiera palestinese

Nuovo “suc­cesso” della mini­stra israe­liana della giu­sti­zia, Aye­let Sha­ked, espo­nente di punta della destra più radi­cale. Il suo “Ter­ror Act” è stato appro­vato in prima let­tura mer­co­ledì sera dalla Knes­set. La noti­zia è giunta men­tre si discu­teva del via libera che il pre­mier Neta­nyahu intende dare all’allentamento ulte­riore delle regole di ingag­gio per i mili­tari israe­liani in modo che pos­sano spa­rare subito in caso di lan­cio di pie­tre e bot­ti­glie incen­dia­rie. Cosa che in verità già si vede tante, troppe volte in giro

pc 7 settembre - I sindacalisti confederali sono una cosca di privilegiati asserviti a governo e padroni da denunciare e cacciare dai posti di lavoro

 Pensione dei sindacalisti. 

Gallori "Io fo parte del mondo del lavoro, con la politica non mi sono mai intruppato. Ho 77 anni, ho fatto in tempo a conoscere Giuseppe Di Vittorio: poverello, mi sa che si rigira nella tomba a vedere quelli che ci sono oggi". Così in un'intervista al Corriere della Sera il sindacalista Ezio Gallori, espulso nel '90 dalla Cgil per aver fondato il Comitato dei macchinisti uniti (Comu), a proposito dell'indagine dell'Inps sulle pensioni dei sindacalisti.
"Non ho preso nemmeno un centesimo in più. Dopo 40 anni a fare su e giù sulle locomotive prendo 1.756 euro al mese. Ma va bene così", spiega. I meccanismi che consentono di prendere un assegno più alto ci sono a suo avviso "perché‚  negli anni il sindacato è diventato non dico una casta ma una professione. Stipendi da paperoni e pensioni parecchio ingrassate. I sindacati si sono dimenticati di difendere i lavoratori e pensano solo a loro stessi". E riferendosi a Matteo Renzi afferma: "Purtroppo queste cose fanno il suo gioco. Lui getta fango su tutto il sindacato: lo considera solo un intralcio, gli vanno bene solo quelli che dicono sempre sì.  "Negli anni 70 - aggiunge - c'era la legge Mosca: consentiva di avere una pensione a quei sindacalisti che non avevano contributi. Si veniva da anni difficili, dove li andavi a trovare i contributi? Poi è diventata un trucco per tenere buono chi protestava troppo. La verità è che il sindacato è sempre stato troppo vicino alla politica - parlamentare, e ha raccolto le briciole dal suo tavolo". 

Più che briciole, caro Gallori !                                                                      

pc 7 settembre - Anpi Brescia - L'Anpi lancia l'allarme sui fatti di xenofobia. "Serve manifestazione nazionale"

A Collio Brescia Associazione partigiani d'Italia e organizzazioni di sinistra a San Colombano, frazione di Collio, in Val Trompia, denunciano il presidio xenofobo, che ha impedito, tra le altre cose ai venti migranti residenti, di muoversi liberamente. Lo stesso sindaco del paese ha sempre contestato la scelta della Prefettura di Brescia di inviare i 19 profughi. In settimana, nel corso di una trasmissione televisiva, esponenti di estrema destra e ultras del Brescia erano arrivati a dire: "Bruceremo l'albergo che ospita i profughi". Dall'analisi dell'Anpi bresciana, che sul suo sito ripercorre, anche con il coordeo di materiale fotografico, gli avvenimenti degli ultimi giorni "emerge come il paese dell'alta Valle Trompia sia di fatto controllato da squadristi fascisti e razzisti". Per l'Anpi, dunque, "si pone la necessità per tutte le forze democratiche di dare a breve tempo una risposta di rilevanza nazionale, una grande vera manifestazione con corteo a San Colombano in nome della Costituzione - che nessuno deve impedire per qualsiasi pretesto - perché‚ la situazione é, sotto tutti i punti di vista inaccettabile. Anche perché‚ la presenza dello Stato si è rivelata finora inadeguata rispetto alla soluzione del problema e per di più ad associazioni antifasciste, partiti e cittadini democratici solidali coi profughi è stata di fatto impedita la possibilità di portare loro concreta solidarietà.
Ciò mentre fascisti e razzisti sono liberi di scorazzare a San Colombano nonostante l'incontro rassicurante con il prefetto". Si tratta di persone che già dal mattino erano presenti in paese simulando di essere turisti. Tra loro anche ultras del Brescia che da due settimane stanno sostenendo la protesta nel paese bresciano.                                                              

pc 7 settembre - Soccorso rosso proletario solidale con gli imputati del processo contro Askapena - Paesi Baschi

Martedì 8 settembre ore 21.00
MILANO - COA Transiti 28 via dei Transiti 28 (MM1 Pasteur)

Incontro con Aritz Ganboa, uno dei 5 imputati del processo contro Askapena

NO AI PROCESSI POLITICI: lo stato spagnolo ha richiesto 6 anni di carcere contro gli internazionalisti baschi Walter, David, Unai, Aritz e Gabi e l’illegalizzazione dell’organizzazione internazionalista Askapena
Manifesto di solidarietà internazionalista riguardante il processo contro Askapena e i 5 militanti internazionalisti baschi
Askapena è un’organizzazione internazionalista del movimento popolare basco che conta ormai 27 anni di lotta e impegno politico. L’obiettivo che si è preposta è una Euskal Herria internazionalista, pertanto contribuisce alla costruzione nazionale e sociale del suo popolo per ottenere l’indipendenza e il socialismo per il Paese Basco e tutti gli altri popoli.
Cinque anni fa lo Stato spagnolo effettuò una retata contro otto militanti di Askapena; oggi lo Stato spagnolo, tramite il suo pubblico ministero, ha reso pubblica la richiesta di sei anni di carcere per cinque di loro e l’illegalizzazione di Askapena e di altre realtà a essa collegateUn nuovo attacco repressivo contro il popolo basco, che si aggiunge al lungo elenco di misure fasciste che lo Stato spagnolo utilizza per chiudere i mezzi di comunicazione e illegalizzare partiti politici e organizzazioni del movimento popolare basco.
Questa volta lo Stato spagnolo si è scagliato direttamente contro l’internazionalismo. In qualità di Stato imperialista vuole neutralizzare il lavoro che i militanti baschi hanno sviluppato in tutti questi anni. Un internazionalismo impegnato con la lotta del proprio popolo, solidale con i diversi processi rivoluzionari nel mondo e che riceve solidarietà dagli altri popoli coinvolti.
Come se non bastasse, lo Stato cerca di criminalizzare anche la solidarietà internazionalista verso Euskal Herria. Secondo la sua visione reazionaria, il lavoro che facciamo come Euskal Herriaren Lagunak (EHL - Comitati di solidarietà con il popolo basco) è una semplice appendice di Askapena all’estero. Pretendono di criminalizzare anche le diverse “Brigate” basche che da decenni partono da Euskal Herria per conoscere le realtà dei nostri popoli in lotta. Ma cosa possiamo aspettarci da uno Stato imperialista? Difficilmente potranno capire che l’internazionalismo è la tenerezza dei popoli. Per noi, la lotta del popolo basco merita solidarietà perché è legittima, ribelle e liberatrice. La lotta di Euskal Herria la sentiamo nostra, così abbiamo deciso e per questi motivi continueremo a dimostrare la nostra solidarietà alla lotta di questo popolo fratello.
Vogliamo invitare i singoli, i collettivi e le organizzazioni ad aderire a questo Manifesto e a fare proprie le seguenti richieste e responsabilità:
  • Esigere la fine di tutti i processi politici contro il popolo basco, in particolar modo il processo contro Askapena e i cinque internazionalisti baschi
  • Esigere la fine della criminalizzazione dell’internazionalismo, soprattutto della solidarietà contro il popolo basco.
  • Continuare il lavoro di solidarietà internazionalista tra i popoli, specialmente verso Euskal Herria.
Siamo internazionalisti, per questo Euskal Herria non cammina da sola!ASKAPENA AURRERA!!! Euskal Herriaren Lagunak

pc 7 settembre - Ancora incidenti ai treni - Vaibus Viareggio - una denuncia

....è necessario fare luce sulle dinamiche che hanno preso corpo negli ultimi anni all’interno dei trasporti pubblici, che hanno comportato il deterioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei tranvieri che è sempre piu' forte e presente e sancisce un pericolo per la sicurezza degli autisti e della stessa cittadinanza.
Infatti nel trasporto pubblico locale infortuni sul lavoro e incidenti sono ormai all'ordine del giorno. E questo è specchio di un settore in stato di abbandono, martoriato dalle politiche di privatizzazione. Per esempio in Toscana la gara regionale per il trasporto pubblico locale è stata preceduta dalla disdetta di numerosi accordi sindacali e dalla contrazione dei servizi e a farne la spesa sono pendolari, studenti,lavoratori e categorie meno abbienti.
Nel corso degli anni lo stress correlato al lavoro di un autoferrotranviere è aumentato ed è sicuramente arrivato a livelli di guardia: basti ricordare l'aumento dei tempi di guida e la riduzione delle pause, i turni spezzati che spesso costringono l'autista a stare fuori casa per 12 ore, le tratte sempre piu' intricate e complesse, le turnazioni selvagge..A cui si aggiunge la scarsa manutenzione delle strade e mezzi vecchi e fatiscenti che necessiterebbero non solo di ordinaria manutenzione ma di controlli maggiori e in molti casi di esser sostituiti. Tutto ciò è frutto di politiche che tendono a ridurre i servizi in nome dell’austerity, generando condizioni di lavoro sempre più precarie e difficili, colpendo lavoratori e cittadini. La sicurezza dei lavoratori e dei cittadini non può essere sacrificata in nome del profitto o del pareggio di bilancio.

pc 7 settembre - Morti sul lavoro. Rispetto al 31 agosto del 2014 l'aumento è del 3,8% e rispetto al 31 agosto del 2008 dell'8,55 %

Stralci da OSSERVATORIO INDIPENDETE DI BOLOGNA MORTI SUL LAVORO 
                                    http://cadutisullavoro.blogspot.it

Morti per INFORTUNI SUI LUOGHI DI LAVORO NEL 2015
1 gennaio 31 agosto 445 morti dall’inizio dell’anno
Morti per infortuni sui luoghi di lavoro nelle regioni italiane per ordine decrescente. Con le morti sulle strade e in itinere occorre almeno raddoppiare il numero di morti per infortuni che vedrete qui sotto segnalati. Tra parentesi ( ) tutti i morti nelle varie regioni compresi i morti sulle strade e in itinere (proiezioni statistiche che vedono segnalati anche i morti sulle strade che non dispongono di un’assicurazione INAIL. Ma il numero di morti complessivo sulle strade e in itinere nessuno è in grado di quantificarlo con esattezza, ci sono troppe variabile e in tanti dispongono di assicurazioni diverse o ne sono privi). 
Lombardia 62 (126). Toscana 48 (97). Veneto 37 (75). Campania 33 (64). Sicilia 28 (57)  Lazio 27(55). Emilia-Romagna 26  (51). Puglia 24 (49). Piemonte 23 (47). Abruzzo 15 (31). Trentino-Alto Adige 14 (30). Marche 13 (28). Liguria 12 (25). Umbria 10 (21). Molise 8 (18). Sardegna 8 (18). Friuli-Venezia Giulia 7 (16). Basilicata 6 (13). Calabria 5 (12). Valle D’Aosta 0 (2). I lavoratori morti sulle autostrade, all’estero e in mare non sono segnalati a carico delle regioni. Sono le province di Brescia 20Bari  e Salerno con 15 a guidare questa triste classifica delle morti per infortuni sui luoghi di lavoro. Vicenza con 12. Per avere notizie sulle singole province mandare una mail a Carlo Soricelli

Dall’inizio dell’anno sono morti sui luoghi di lavoro 445 lavoratori, con le morti sulle strade e in itinere si superano gli 890 morti complessivi (stima minima). Altro che cali delle morti per infortuni sul lavoro, si sono solo trasferiti in categorie non tutelate direttamente dall’INAIL e dallo Stato Italiano. L’allungamento dell’età pensionabile con la Legge Fornero, l’abolizione dell’articolo 18 per i nuovi assunti, il Jobs act e “l’alleggerimento “ delle normative sulla Sicurezza   degli ultimi governi stanno producendo questi risultati L’INAIL ha registrato nel 2014 complessivamente 662 morti sul lavoro, di questi oltre 300 sono morti in itinere ma le denunce per infortuni mortali sono state 1107. Noi nel 2014 abbiamo registrati ben 661 morti sui luoghi di lavoro (tutti documentati) se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere si superano nel 2014 i 1300 morti. Come potete vedere i morti per infortuni sui luoghi di lavoro non sono mai stati così tanti da quando il 1° gennaio 2008 è stato aperto l’Osservatorio. In questi otto anni di monitoraggio delle vittime abbiamo registrato che i morti per infortunio si sono in larga parte trasferiti dall’INAIL a altre categorie. Sono aumentati i morti in nero, in grigio, ma soprattutto nelle Partite Iva individuali.  Ma perché questa enorme differenza? L’INAIL occorre ricordarlo ancora una volta, registra le morti solo dei propri assicurati e in tantissimi non lo sono. Terribile la situazione in Toscana quest’anno, regione che vede già un aumento delle morti per infortuni sui luoghi di lavoro  del 36% sull’intero 2014, anno che ha avuto 28 lavoratori morti sui LUOGHI DI LAVORO. Micidiale la sequenza delle morti causate dal trattore in Italia, sono già 91 dall’inizio dell’anno e 61 dal 1° maggio Festa dei Lavoratori e inaugurazione dell’EXPO che “nutre il pianeta”, ma anche il suolo  italiano con il sangue dei nostri agricoltori. Molte morti sui LUOGHI DI LAVORO sono dovute alla facilità con cui si eseguono o si fanno eseguire lavori pericolosi da persone che non dispongono di una preparazione adeguata,  di un’assicurazione che li tuteli o di un contratto regolare di lavoro. Le morti sul lavoro per altri motivi, come per esempio per malattie professionali e i malori non sono segnalati.

Carlo Soricelli curatore dell'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

domenica 6 settembre 2015

pc 6 settembre - Contestazione a Renzi alla festa del PD di Milano

DOPO LA CONTESTAZIONE ALLA GIANNINI DI VENERDI' ALLA FESTA DEL PD DI MILANO, OGGI PROLUNGATA CONTESTAZIONE A RENZI DI UN GRUPPO DI INSEGNANTI/PRECARI - Coordinamento 3 ottobre e altri - DURANTE IL SUO INTERVENTO.
PUR CIRCONDATI DA DIGOS- POLIZIA, MA, SOPRATUTTO, DAL SERVIZIO D'ORDINE DEL PD CON CORI, SLOGAN, CANTI NON HANNO SMESSO, LUNGAMENTE, DI CONTESTARE RENZI E IL SUO GOVERNO, CHIEDENDONE RIPETUTAMENTE LE DIMISSIONI E RACCOGLIENDO ANCHE IL CONSENSO DI DIVERSI ASTANTI CHE SI SONO VOLENTIERI UNITI AI MANIFESTANTI.
SONO STATI VIVACEMENTTE RINTUZZATI GLI SQUALLIDI E PATETICI TENTATIVI DI ALCUNI DEL SERVIZIO D'ORDINE DI FARE LE SOLITE ACCUSE DI "FASCISTI" A CHI MANIFESTA IL DISSENSO.
ALLA FINE, IN CORTEO TRA GLI STAND, CI SI E' ALLONTANATI DALLA FESTA AL CANTO DI BELLA CIAO, SEBBEN CHE SIAMO DONNE

DI SEGUITO ALCUNI VIDEO http://tv.ilfattoquotidiano.it/2015/09/06/milano-precari-contestano-renzi-alla-festa-dellunita-militanti-pd-vergognatevi/411623/ http://www.youreporter.it/video_Contestatori_di_Renzi_La_scuola_e_pubblica_e_non_si_tocca http://www.youreporter.it/video_Milano_ancora_attimi_di_tensione_tra_contestatori_e_renziani http://www.youreporter.it/video_Parapiglia_tra_contestatori_di_Renzi_e_sostenitori_al_Pd

pc 6 settembre - Ancora sul corteo di Foggia dei braccianti


foggia4s2015Comunicato sul corteo del 4 Settembre da campagneinlotta:

Centinaia di lavoratori provenienti da vari insediamenti della Capitanata come Borgo Mezzanone, Ghetto di Rignano, Borgo Tre Titolo e Borgo Tre Santi, hanno sfilato per la città in un corteo combattivo e determinato. Numerose sono state anche le realtà e i tanti solidali della provincia di Foggia che hanno accompagnato il corteo in tutto il suo percorso.

Il corteo è partito dal cimitero di Foggia in via Manfredonia e si è diretto verso la prefettura, dove alle 17.00 abbiamo ottenuto un incontro con il vice prefetto. Durante il percorso abbiamo temporaneamente occupato la sede provinciale della Coldiretti per chiedere al presidente De Filippo di partecipare al tavolo, cosa che abbiamo ottenuto grazie alla spinta dei lavoratori.
Il corteo richiedeva azioni concrete: sul piano dei documenti, il rilascio di permessi di soggiorno per tutti i lavoratori presenti in Capitanata e le residenze per tutti coloro che hanno la necessità di rinnovare il permesso.

Sul piano del lavoro invece, chiedevamo il rispetto dei minimi contrattuali, che includono i servizi necessari per i lavoratori stagionali: casa, assistenza sanitaria, acqua e trasporto al luogo di lavoro. Inoltre, abbiamo chiesto l'avvio di un tavolo permanente di discussione in vista del rinnovo del contratto collettivo nazionale.
L'incontro alla prefettura è durato circa tre ore, in cui i rappresentanti dei lavoratori si sono scontrati con l'ostilità, la non volontà di cooperare e l'incompetenza in materia di immigrazione della Prefettura.

I lavoratori, appena avuta notizia della difficoltà ad ottenere risposte immediate alle rivendicazioni avanzate, si sono mossi spontaneamente in corteo per tutta la città al grido: "We Need Yes" "Vogliamo un sì", sottolineando la non disponibilità ad accettare ulteriori tentennamenti dalle parti istituzionali, e la necessità di ricevere risposte immediate.

L'atteggiamento della questura è stato in perfetta linea con le risposte ottenute dal vice-prefetto, con minacce di cariche e di respingimento del corteo con i lacrimogeni, se non si fosse sciolto il blocco stradale. All'arrivo alla stazione la situazione è diventata ancora più tesa fin quando il corteo non è ritornato alla prefettura, momento in cui sono stati ottenuti due nuovi appuntamenti con le parti istituzionali per la prossima settimana.
Denunciamo con forza gli abusi messi in atto dalle forze dell'ordine che come unica risposta alla piazza hanno dato lo sgombero forzato e le minacce, complicando la situazione paradossale in cui si trovano la maggior parte dei lavoratori che richiedevano quantomeno il rilascio dei permessi di soggiorno e il riconoscimento delle residenze!
I prossimi tavoli sono stati convocati per mercoledì 9 per un incontro incentrato sulla questione dei documenti con il prefetto e il questore; e per giovedì 10 per un incontro sulle questioni lavorative a cui saranno presenti anche i rappresentanti delle organizzazioni dei produttori. La determinazione mostrata in piazza dai lavoratori promette una nuova giornata di sciopero e mobilitazione in vista di questi tavoli, per l'ottenimento delle rivendicazioni portate avanti in queste settimane di lotta!

We Need Yes – la lotta non si ferma!

Rete Campagne in Lotta/Comitato lavoratori delle Campagne

pc 6 settembre - Con Brescia antifascista e antirazzista - respinti e cacciati i 4 gatti fascisti e razzisti

Proteste a Collio: centri sociali contro Forza Nuova, cariche della polizia



Tensioni anche tra antagonisti e polizia (Fotogramma/Brescia) 
Sabato pomeriggio di tensione a San Colombano di Collio nel bresciano, dove da due settimane i fascisti e i razzisti  organizzano presidi di contestazione davanti ad un albergo (Hotel Cacciatore della famiglia Cantoni) che ospita 19 profughi. Venerdì il presidio ha richiamato pochi residenti e nel pomeriggio di sabato in paese circa duecento esponenti di centri sociali tra cui appartenenti al Magazzino 47 di Brescia ed estrema sinistra hanno promosso una contro manifestazione a sostegno degli immigrati. È intervenuta la polizia per impedire che i manifestanti vengano a contatto con i contestatori davanti all’albergo.

Profughi a Collio, la protesta si assottiglia e la Lega Nord si defila


In base a quanto stabilito dalla Questura di Brescia il gruppo di antagonisti sarebbe dovuto rimanere a chilometri di distanza da Collio. Ma i manifestanti hanno disatteso le prescrizione e sono entrati in paese, arrivando vicino all’albergo.


foto di Brescia Antifascista.

pc 6 settembre - Libertà per i compagni NOTAV arrestati

freedom
Ieri sera un nutrito gruppo di No tav ha cercato di avvicinarsi al cantiere della Val Clarea. Durante l’iniziativa un reparto di polizia è riuscito a dividere il gruppo in due tronconi uno dei quali non è più riuscito ad allontanarsi. Gli arrestati sono otto tra cui uno studente delle scuole superiori di Torino che è stato portato al carcere minorile di Torino. Altri 4 sono studenti universitari torinesi, un altro un compagno del centro sociale Askatasuna e due No Tav bolognesi.

Questi arresti non ci intimidiscono e non fermeranno la nostra lotta che è fatta di tanti momenti, tra cui le iniziative notturne contro quel cantiere che devasta e uccide il nostro territorio e il futuro di tutti.
Stasera confermiamo il presidio sotto il carcere delle Vallette, appuntamento alle 19 al capolinea del tre.
Per mercoledì sera organizzeremo una fiaccolata di solidarietà a Bussoleno.

pc 6 settembre - Il Cara di Mineo si deve chiudere perché è bestiale, è inumano… e troppi sciacalli ci girano intorno. Il delitto di Palagonia serve ad alimentare il razzismo di Stato e di massa

Ultimo sciacallo in ordine di tempo il fascioleghista Salvini, venuto apposta a Mineo per farsi propaganda e spargere luride schifezze razziste, ad inzuppare il pane elettorale su un “fatto di cronaca” locale in cui è coinvolto un immigrato; Salvini della Lega Nord è uno sciacallo vero, come veri sciacalli sono coloro che questo centro l’hanno pensato e fortemente voluto e cioè in particolare Maroni della Lega Nord, ex ministro degli Interni del governo Berlusconi e attuale presidente della Regione Lombardia.

I mezzi di informazione (e formazione dell’“opinione pubblica”) hanno accolto Salvini come hanno accolto la notizia del “fatto di cronaca” del delitto della coppia di anziani di Palagonia: puntano telecamere e microfoni in faccia e buttano tutto in un calderone, dolore, rabbia, le accuse al governo dei parenti delle vittime e di chi abita nei paraggi… mentre nel fuoco che alimenta il calderone soffiano i peggiori: il governo Renzi che mantiene le leggi razziste e questo tipo di “accoglienza”; che continua a parlare di rimpatriare i clandestini, che aggiunge sofferenze alle sofferenze non rispettando nessun diritto (solo 35 giorni dovrebbero stare gli immigrati nel centro e invece ci passano anni…) o imponendo cifre altissime per il permesso di soggiorno, peggio dei sindaci leghisti; soffiano i razzisti di professione alla Salvini che alimentano il fuoco ad arte per i voti alle elezioni… tutti troppo intenti a farsi propaganda per accorgersi davvero dei morti che affiorano nelle acque del mediterraneo, delle madri morte con i bambini ancora attaccati al seno o addirittura incinte, con le mogli e i figli che vedono mariti e padri annegare davanti ai loro occhi e rimangono a gridare il loro indicibile dolore impotenti… e dal calderone alla fine viene fuori una poltiglia fatta di razzismo dichiarato e amplificato!

pc 6 settembre - CERNOBBIO - "MATTEO MEGLIO DI BERLUSCONI" - RENZI: L'ART. 18 NON C'E' PIU'

Bombassei: “Matteo meglio di Berlusconi”... SU QUESTO SIAMO D'ACCORDO.


Gli industriali lo hanno accolto bene (addirittura entusiasta il patron di Brembo e deputato di Scelta civica, Pietro Bombassei: “Se si votasse domani, tutti qui sceglierebbero Renzi”), visto che sono gli unici che stanno godendo dei provvedimenti del governo Renzi, del jobs act che ha dato loro uno strumento certo per avere sempre manodopera precaria, flessibile in uscita, con pochissimi residuali diritti via via in perdita fino al via libera al controllo a distanza dei lavoratori; industriali che stanno godendo degli sgravi contributivi, fiscali, della libertà di licenziare quando e come vogliono.

E chiaramente Renzi ha subito ricordato il suo merito di aver cancellato l'art. 18 (“Oggi l’articolo 18 non c’è più, ve l’avevo detto e l’ho realizzato in pochi mesi”), e di aver dato una svolta pro padronato alla questione del lavoro.
Il resto sono le chiacchiere che vengono periodicamente tirate fuori: l’occupazione che cresce, la disoccupazione che diminuisce, il precariato che inizia a ridursi, i contratti più stabili (che ripartono sempre da zero con i contratti a tutele (de)crescenti)....

“Noi siamo al governo da 18 mesi - ha detto Renzi - I numeri che abbiamo vedono ad oggi un aumento dei posti di lavoro di 236mila unità, l'Italia ha perso 927mila posti di lavoro durante la crisi. Inoltre stiamo permettendo agli italiani di avere un lavoro a tempo indeterminato... A questo si aggiunge un significativo aumento dei contratti stabili, in crescita del +36%, e un crollo delle ore di cassa integrazione del 26%”.
Per Renzi non ci sono dubbi: merito soprattutto del Jobs Act: “Non è un caso che l’articolo 18 non ci sia più. L’Italia ha ormai voltato pagina sul lavoro”.

Non solo, l'intervento di Renzi anche su altri temi è tutta un'autopropaganda che più che il ridicolo Berlusconi, ricorda il tragico Mussolini: “Negli ultimi 20 anni solo per tre volte la crescita dell’economia italiana è stata in linea con quella europea. Invece in questo semestre siamo tornati sugli stessi livelli dei nostri partner... L'Italia non è più il problema dell'economia europea, non è più un problema dell'economia mondiale ma è un paese solido".

Non manca chiaramente l'attacco ai sindacati, fatto con toni sbrigativi  - che se fosse riferito solo ai sindacati confederali sarebbe anche giusto: "Il tempo dei patti di sindacato, degli amici degli amici è finito", ma che in realtà ha come obiettivo il movimento sindacale dei lavoratori, le loro lotte.

Certo, i padroni vogliono di più. Dice Mario Moretti Polegato, proprietario di Geox. “...gli darei un 9. Ora per diventare più competitivi serve più flessibilità sul mercato del lavoro e interventi sulla burocrazia e la giustizia...”. Ma su quest'ultimo punto possono stare tranquilli. Renzi ha dimostrato, con l'Ilva di Taranto e il suo 8° decreto fatto in tempi record, come i giudici che vogliano mettere i bastoni tra le ruote ai profitti del padronato, possano essere zittiti e le loro ordinanze annullate, in violazione aperta di leggi, norme Costituzionali.

E Renzi promette a tutti e su tutti i fronti: alla Marcegaglia (Eni) e alla Greco (Enel) promette: “Il mio governo ha portato le donne alla presidenza delle società, ora è il momento di indicare donne anche per il ruolo di amministratore delegato”; all’ex governatore del Friuli Riccardo Illy, che avanza alcuni dubbi sul taglio delle tasse, promette: “Dobbiamo levare di mezzo una volta per tutte Imu e Tasi... Poi faremo gli altri interventi su Ires e Irpef che abbiamo in cantiere”; sulla spending review promette che i risultati contabili dei tagli si possono vedere... anche l’anno successivo.

Ma, accoglienza per accoglienza, se veramente Renzi farà il suo tour in 100 città, vedrà come verrà accolto dai lavoratori, dalle masse popolari...

pc 6 settembre - Dal seminario di proletari comunisti - PCm Italia i compiti interni ed esterni

Proletari comunisti-. PCm Italia ha tenuto il suo seminario di fine agosto per avanzare nella costruzione del Partito Comunista maoista in Italia. La costruzione del Partito è innanzitutto formazione dei quadri, ruolo d'avanguardia nella lotta di classe, linea di massa per organizzare, mobilitare le masse operaie, proletarie, giovanili e femminili nella lotta sociale e politica, per trasformarla in lotta rivoluzionaria, trasformando nella lotta le masse stesse.
Il Partito dei quadri significa liberarsi innanzitutto di opportunisti, individualisti, elementi arretrati che possono essere presenti nelle nostre fila – e lo abbiamo fatto ad esempio a Palermo - ma significa anche guidare la trasformazione dei quadri nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse, per eliminare cristallizzazioni, mentalità burocratica e impiegatizia, stile di lavoro e stile di vita non adatti alla natura e all'azione del partito che stiamo costruendo.
Se il seminario è servito si deve vedere subito. Questo perchè Proletari comunisti- PCm Italia non è un gruppo di 'beati costruttori di partito', di economicisti e movimentisti.
Da Taranto a Palermo, da Bergamo a Roma, devono parlare le azioni, i fatti, i passi concreti, in materia di organizzazione, crescita teorico-politica, legame e organizzazione delle masse. 
Questo deve essere visibile non nelle nostre sedi, ma nella realtà quotidiana.
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Nel fuoco della lotta di classe significa oggi concentrarsi sui due problemi essenziali: 
la lotta per la caduta del governo Renzi, 
la lotta solidale e antimperialista nell'emergenza migranti.
Su questo Proletari comunisti -intende fare di questo autunno un autunno di guerra al governo, con proposte, iniziative unitarie e iniziative autonome che acuiscano lo scontro di classe e facciano conoscere i maoisti italiani come punto di riferimento e di avanguardia in questa lotta, al servizio degli interessi delle masse operaie, proletarie.

Sulla questione immigrazione occorre assumere un ruolo di prima fila nella solidarietà, nell'organizzazione della lotta dei migranti, nella trasformazione dell'emergenza in lotta contro l'imperialismo, i suoi Stati, i suoi governi - innanzitutto il nostro - che prima producono miseria e guerra e poi rifiutano accoglienza, libertà di circolazione, diritto d'asilo,diritto di cittadinanza.
Esprimere solidarietà significa combattere innanzitutto il razzismo nelle sue forme di Stato, politiche e nelle sue espressioni di massa.
Quest'ultimo fronte è il fronte principale dato che noi puntiamo sulla mobilitazione delle masse per raggiungere i nostri obiettivi.
Dallo Slai cobas per il sindacato di classe di Palermo è partito un appello a fare una battaglia esplicita contro il razzismo nelle fila dei lavoratori, precari,disoccupati,masse popolari. E' una trincea che deve investire le lotte, ma anche la base dei sindacati di base e del sindacalismo confederale, dato che toccherebbe al sindacato come organizzazione di classe e di massa essere protagonista della solidarietà e dell'unità tra lavoratori e masse di migranti. Invece oggi i sindacati confederali e non solo sono i sostenitori del silenzio complice verso i governi imperialisti, lasciano soli i migranti che arrivano nei barconi, così come quelli rinchiusi nei Cie, nei Cara e nei mille luoghi in cui sono depositati e deportati 
I sindacati  dei lavoratori devono promuovere manifestazioni di solidarietà con i migranti e contro il razzismo. “Mai con Salvini” non può essere la parola d'ordine e l'azione solo dei settori più combattivi del movimento che pagano e paghiamo con denunce, arresti.
Proletari comunisti-PCm Italia e le organizzazioni del lavoro di massa da esso dirette e influenzate devono promuovere prese di posizione, scioperi, manifestazioni su questi temi.
In questo senso l'eperienza dello Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto di questo ultimo mese è un esempio che parla all'intero movimento di lotta.
E' naturalmente importante l'organizzazione sindacale di classe dei migranti che lavorano nel nostro paese, nel settore della logistica e in numerose fabbriche e posti di lavoro. 
Ma anche qui non si può tenere la lotta degli operai della logistica in un recinto sia pure combattivo e classista. 
Proletari comunisti- PCm Italia si batte invece perchè questo settore proletario sia alla testa della lotta contro i padroni, contro l'imperialismo e che scenda in campo qui ed ora nella battaglia per l'accoglienza, la libertà di circolazione, il diritto di asilo e il diritto di cittadinanza

La questione migranti è l'espressione della contraddizione principale nel mondo tra imperialismo e popoli oppressi. Sono le guerre, la rapina e la contesa imperialista per il controllo delle materie prime, delle fonti energentiche - dentro l'attuale crisi economica mondiale - che tornano a casa; e quindi sono un terreno centrale della lotta antimperialista all'interno dei paesi imperialisti.
Noi appoggiamo tutte le iniziative in corso, in Italia e in Europa, per l'accoglienza, i diritti dei migranti, ma in tutte queste iniziative dobbiamo sostenere con forza che non esistono “migliori politiche per l'immmigrazione”, senza rovesciare i governi imperialista, a partire dal nostro governo.

L'estate ha fatto tornare in evidenza attraverso il carico di morte da fatica, l'esercito sommerso dei braccianti, dalle campagne del sud a quelle altrettanto pregne di schiavismo del nord. Tutti si sono dati a raccontare la fatica e la schiavitù dei braccianti, tra cui tante donne che oltre che schiavizzate vengono molestate e violentate; tutti a scaricare la colpa solo sui caporali e a fare oggettivamente da sponda alle cosiddette “nuove leggi sul caporalato” del governo.
Ma i caporali sono l'ultimo sporco anello di un sistema che è lo sfruttamento capitalistico e imperialista dei braccianti e dell'agricoltura, è il sistema dei padroni che realizza nelle campagne già ciò che governi e padroni vogliono realizzare in tutto il sistema industriale con leggi, come il jobs act, ecc.
La lotta nelle campagne è lotta anticapitalista e antimperialista dei settori più sfruttati e schiavizzati del proletariato e quindi è un anello della riorganizzazione, ricostruzione del sindacalismo di classe, e dell'unità di classe.
 Tocca quindi al sindacalismo di classe assumersi questa responsabilità.
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Il sindacalismo di classe non è il sindacalismo di base che si modella secondo le normali dinamiche del dissenso sindacale di tutti i settori del mondo del lavoro rispetto ai governi e al sindacalismo confederale – vedi oggi la lotta contro la “Buona scuola”, ecc. - ma il centro e il luogo della riorganizzazione degli operai di fabbrica e dei settori più sfruttati del proletariato.

Nel nostro Seminario abbiamo tracciato la nostra linea di lotta contro il governo Renzi, comitato d'affari dei padroni imperialisti italiani, governo dentro la tendenza moderno fascista; governo che vuol cancellare diritti fondamentali della classe operaia, del mondo del lavoro; governo che su tutti i campi attacca e peggiora le condizioni delle masse popolari (scuola, sanità, territori, ambiente, ecc.). Noi non pensiamo che dalle elezioni possano venire governi migliori e consideriamo tutte le opposizioni elettorali al governo Renzi, dentro e fuori dal parlamento, assolutamente non in grado di dare una risposta alle esigenze delle masse. 
Noi pensiamo che occorra una rivolta sociale e politica dei proletari e delle masse popolari, giovanili. Senza questa rivolta non si creano nuove condizioni nella lotta di clase e nei rapporti di forza in questo paese.

Per questo consideriamo anche tutte quelle forze nel nostro campo alla ricerca affannosa di 'fronti anti euro', 'nuove Siryza', 'governo di blocco popolare'... degli ostacoli alla polarizzazione dello scontro di classe e alla riorganizzazione politico sociale del movimento operaio e popolare e dei suoi strumenti necessari, in primis il partito rivoluzionario, il sindacato di classe e il fronte unito, la forza combattente d'avanguardia e di massa.

Affermare tutto questo e non incarnarlo attraverso l'azione d'avanguardia del nostro partito sarebbe chiaramente una contraddizione di termini. 
La strada è tuttora lunga e tortuosa, ma il sentiero  della rivoluzione proletaria e socialista è luminoso.

Proletari comunisti - PCm Italia
settembre 2015