sabato 5 settembre 2015

pc 5 settembre - A FOGGIA SI PASSA ALLA LOTTA. CONTRO LA CONDIZIONE DI SCHIAVITÙ DEI BRACCIANTI - PER IL GOVERNO LE AZIENDE SONO SOLO "RESPONSABILI IN SOLIDO".

Nel "covo" del supersfruttamento dei braccianti che porta a morti per fatica, del lavoro nero, dello schiavismo verso i migranti e italiani, c'è stata venerdì una manifestazione di oltre 100 immigrati, braccianti.


(di Antonella Caruso)

FOGGIA – Ci siamo, lavoriamo e viviamo nelle vostre campagne. Era prima di tutto questo il messaggio che un centinaio i lavoratori immigrati volevano consegnare alla città con il corteo che questo pomeriggio ha attraversato le vie del centro. Con loro i ragazzi del Laboratorio politico sulle migrazioni «Pro/Fuga Foggia Meticcia», della «Rete Campagne in lotta» e dell’associazione «Lavoratori e lavoratrici delle campagne».




Un corteo contro il caporalato e il lavoro irregolare che si è chiuso dinanzi al Palazzo della Prefettura.
Immigrati in strada contro il lavoro irregolare

«Non meritano 3 euro a cassetta», «Loro sono regolari», «Non sono stranieri», «Chi lavora merita di essere pagato», «No alla guerra tra poveri siamo tutti clandestini»: sono state queste alcune delle frasi scritte in modo semplice nei cartelli. Nessun rappresentante politico, nessun volto noto delle istituzioni locali fra loro. Una delegazione di lavoratori immigrati è stata ricevuta dal prefetto.

  


Presentate le nuove misure proposte dall'esecutivo contro il caporalato. 
A presentarle sono stati il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina. "Un segnale forte" "Abbiamo previsto - ha spiegato Andrea Orlando - di segnare la confisca per sproporzione per chi utilizza manodopera reclutata attraverso il caporalato. È un segnale forte, che mira anche a punire lo sfruttamento delle persone, le forme di concorrenza sleale e le forme di arricchimento illecito". Confisca possibile Il pacchetto di nuove misure contro il caporalato, ha detto il ministro della Giustizia, prevede l'introduzione del reato di intermediazione illecita tra i reati per i quali può scattare la confisca estesa o allargata. Una misura patrimoniale "per colpire le grande ricchezze accumulate illecitamente dalla criminalità organizzata". 
Responsabilità in solido e risarcimento delle vittime. Il governo, ha spiegato Orlando, ha deciso poi di introdurre anche la responsabilità in solido per il caporalato perché "lo sfruttamento dei lavoratori produce quasi sempre vantaggio per le aziende, che spesso sono costituite in forma societaria o associativa". Viene colpito quindi "anche chi ha tratto vantaggio in modo indiretto dal lavoro di quella manodopera sfruttata". Viene inoltre introdotta, ha sottolineato il ministro della Giustizia, "una disciplina generale per il risarcimento delle vittime.

pc 5 settembre - TUNISIA: FORTE OPPOSIZIONE POPOLARE CONTRO LA "LEGGE DELLA RICONCILIAZIONE NAZIONALE" CHE HA L'OBIETTIVO DI RIABILITARE AFFARISTI E MAFIOSI LEGATI A BEN ALI

Il governo tunisino a guida Nidaa Tounes-Ennahdha (reazionari laici e islamisti coalizzati) forte della propria maggioranza in parlamento, dopo aver sfruttato politicamente gli attentati terroristici del Bardo e di Sousse per far approvare una legge anti-terrorismo draconiana e liberticida, e aver dichiarato lo stato di emergenza che prevede il divieto di ogni manifestazione o assemblea pubblica (vedi nostro precedente articolo QUI) si apprestava a far approvare in parlamento la cosiddetta "legge di riconciliazione nazionale".
Essa prevede che i conti bancari congelati che appartenevo ad uomini d'affari prezzolati del vecchio regime (leggi mafiosi) siano scongelati e che inoltre venga permesso a questi personaggi di rientrare nel circuito economico tunisino. La retorica governativa sostiene che ciò servirà a rimettere in circolo milioni di dinari a beneficio dell'economia tunisina già colpita dagli attentati terroristici che hanno provocato un saldo negativo di un milione di turisti rispetto all'estate precedente.
Il popolo tunisino fresco di una rivolta che ha cacciato il precedente regime autocratico di Ben Ali non si è lasciato però ingannare.
Molte critiche giustamente argomentano che speculatori e mafiosi arricchitisi sotto il precedente regime alle spalle del popolo e delle risorse nazionali non potrebbero mai beneficiare il paese con le loro attività. Inoltre più che di legge economica, si tratta di un'amnistia generale de facto verso tutti quei vecchi funzionari fedeli al regime di Ben Ali.
inoltre la commissione parlamentare che supervisionerà la legge, è presieduta da Abada Kefi, esponente di Nidaa Tounes, che altro non è che l'ex avvocato di Moncef Ben Ali, fratello dell'ex dittatore.
Detto questo dalle parole si è passati ai fatti: Martedì 1 Settembre centinaia di manifestanti si sono concentrati a Tunisi in piazza Mohamed Ali (sede del sindacato UGTT) sfidando i divieti fascisti imposti dallo stato d'emergenza, ma appena hanno provato ad avviarsi nella vicina Avenue Bourguiba (arteria principale della capitale) i poliziotti hanno iniziato a strattonare e ad arrestare i manifestanti con particolare "attenzione" verso gli organizzatori della manifestazione appartenenti all'UGET, il sindacato studentesco. 

Guarda il video:

Un piccolo gruppo di manifestanti ha quindi tentato un blitz direttamente nell'Avenue ma è stato prontamente circondato dalla polizia e ne è scaturito un altro tafferuglio.


Un'altra manifestazione è stata quindi convocata Venerdì quattro settembre direttamente in Avenue Bourguiba davanti il Teatro Municipale (luogo dove spesso si svolgono sit-in e manifestazioni) anche qui si è ripetuto il copione, la polizia ha circondato in forze i manifestanti arrestando e caricando sulle camionette; il noto blogger e attivista Aziz Amami, già arrestato lo scorso anno sotto falsa accusa di detenzione di droga e poi rilasciato grazie alle mobilitazioni per la sua liberazione, ha testimoniato di essere stato malmenato e tratto in arresto. Durante la notte si sono susseguiti altri arresti.

Il giovane blogger Aziz Amani alle prese con la polizia.
La piazza è composita e vede la presenza dei partiti di opposizione in particolare quelli appartenenti alla sinistra riformista del Fronte Popolare e il Partito della Repubblica dell'ex presidente della repubblica provvisorio Moncef Marzouki. la base militante di questi partiti è pero in compagnia di centinaia di "semplici" giovani e donne che sono stati in prima linea durante la rivolta e che adesso si oppongono strenuamente ad un ulteriore ritorno del vecchio regime.
Infatti è evidente che questa legge è un passo ulteriore verso il rafforzamento di un regime che dopo il "cambio della guardia" e il "rimpasto" dei propri rappresentanti governativi, rimane fedele all'imperialismo e alle potenze straniere che continuano a depredare le risorse del paese, si è allargata la base della borghesia compradora che succhia il sangue del popolo e che accanto ai laici di Nidaa Tounes (ex RCD al potere con Ben Ali) adesso vede anche gli islamisti di Ennahdha. Quest'ultimi spesso usano una retorica anti Ben Ali per ingraziarsi la benevolenza del popolo, ma nei fatti sono pronti a scendere a patti con il vecchio regime e a contribuire al suo restyling se si tratta di governare e spartirsi il potere.
Questa vicenda ne è l'ennesima riprova vedendo il partito islamista pronto alla "riconciliazione nazionale".
Intanto in barba allo "stato di emergenza" sono state indette nuove manifestazioni nella capitale e in altre città a partire da oggi e a seguire il 7, il 9 e il 15 Settembre prossimi sotto la parola d'ordine "Manich Msmah" (Io non perdono).
Tutto questo accade in un contesto in cui le leggi draconiane non riescono a zittire diversi settori sociali che continuano ad essere colpiti anche sotto la "democrazia" come i minatori e i contadini. Quest'ultimi sono scesi in piazza lo scorso due settembre annunciando una "giornata della collera" contro il governo Essid in generale e contro la Banca Nazionale Agricola  in particolare accusata di finanziare solo progetti speculativi e scontrandosi con la polizia antisommossa nel tentativo di invadere il Ministero dell'Agricoltura.

Guarda il video:

E' interessante che questa protesta avveniva nelle stesse ore in cui si discuteva della "Legge di Riconciliazione Nazionale" che riabiliterebbe altri speculatori!
I media borghesi ci bombardano con l'assunto che la Tunisia è l'unico paese in cui si è avviato un "processo democratico" a seguito della cosiddetta Primavera Araba.
I fatti mostrano al contrario che una giusta rivolta popolare pur riuscendo a rovesciare un regime autocratico, non sfociando in una rivoluzione a tutto campo non ha minato i pilastri economici e politici dello stato e quindi del vecchio regime.
Ma le proteste di questi ultimi mesi e giorni mostrano anche che il popolo tunisino sta reagendo con forza e protagonismo ai tentativi restauratori del regime, ciò aumenta le possibilità che trovi la strada per la risoluzione dei propri problemi e ciò può avvenire solo con l'inizio di una Rivoluzione di Nuova Democrazia che miri alla conquista del potere nelle mani dei lavoratori e delle larghe sfruttate, in una parola che miri ad una società socialista in marcia verso il comunismo.










pc 5 settembre - Lo sciopero generale in India -- Corrispondenza - info e contatti slaicobasta@gmail.com - csgpindia@gmail.com

Sciopero generale in India1Sept WSC Rally (2)
Migliaia e migliaia di operai di fabbrica e lavoratori di diverse categorie hanno partecipato a tante assemblee e si sono riversati nelle strade in occasione dello sciopero generale del 2 settembre.
Come riportato dai comunicati, tra cui quello del Centro di Solidarietà Operaia (Gurgaon-Bawal), centinaia di lavoratori della cintura industriale di Gurgaon-Manesar-Dharuhera-Bawal  - cintura industriale nei pressi della capitale Delhi - hanno partecipato attivamente ad una assemblea generale di lavoratori provenienti da quattro fabbriche della Maruti Suzuki, ovvero Maruti Suzuki di Manesar, Maruti Suzuki Gurgaon, Suzuki Moto, Suzuki Powertrain hanno partecipato alla manifestazione. Molti lavoratori provenienti dalla

pc 5 settembre - Fermare le manovre Nato "Trident Juncture" 2015 in Italia


Fermare le manovre Nato "Trident Juncture" 2015 in Italia

La riunione indetta dal Comitato napoletano “Pace e disarmo” e dalla Rete Napoli No War, ha visto la partecipazione di molte realtà, napoletane e non, impegnate contro la guerra e la militarizzazione del territorio. A partire  dagli interventi introduttivi, tutti hanno evidenziato il significato aggressivo di questa esercitazione che non solo è la più grande esercitazione militare del dopoguerra ma esplicita i tre fronti verso cui la NATO ritiene legittimo un suo

pc 5 settembre - Fabrizio Ceruso vive, San Basilio non dimentica


Fabrizio Ceruso vive, San Basilio non dimentica

pc 5 settembre - MIGRANTI: LUNEDI' LA TENDA/ACCAMPATA SOTTO IL COMUNE A TARANTO

Da uno dei migranti provenienti dal Mali: 

"Non vogliamo essere "profughi", vogliamo avere un nome, un cognome, una nazionalità". E' in città da un anno e due mesi - "Mi trovo bene a Taranto... per l'accoglienza e l'affetto che tutti mi hanno dimostrato; per questo mi piacerebbe restare in questa città., ho trovato gente di sani principi, che ha subito compreso la mia condizione. Non ho genitori, lì ho lasciato il mio unico affetto, una sorelle di dodici anni: faròa venire qui: non credo proprio, non vuole venire e ho grande rispetto della sua volontà anche se mi manca, è lei la metà della mia famiglia"; "Per il lavoro non intento stare con il cappello davanti ad un esercizio commerciale o a un supermercato, a dire "buongiorno" o "buonasera"; non lo farei mai, non biasimo chi lo fa, ma io sono abituato a guadagnare con il sudore della fronte; voglio lavorare e guadagnare, non tanto, ma il giusto, ciò che mi permetta di mantenermi da solo, mangiare e dormire; migliorare, se è possibile, la mia condizione. Sono venuto in Italia per farmi una nuova vita, quella vissuta gfino allo scorso anno non era degna di questo nome...". 



pc 5 settembre - Gli schiavi della vendemmia e la lotta fomentata dai padroni dei poverissimi contro i poverissimi

(da L'Espresso)
Dal Piemonte al Sud, ecco come vivono gli schiavi della vendemmia
Lavorano 12 ore al giorno al sole, dal Monferrato alla Sicilia. La notte dormono nei campi. Qualcuno, a volte, muore di fatica. Ma il giorno dopo tutto ricomincia

Piegati sui filari sotto il sole che arde i campi a 35 gradi. Per dodici ore filate: dalle sette alle 19. A raccogliere grappoli a ritmi forsennati, perché quando l’uva è matura non si può aspettare. E finito il lavoro, la sera, nessun posto dove dormire: «Come ieri, anche oggi mi tocca passare la notte in strada», dice Stoil, bulgaro cinquantenne, barba lunga e piedi sporchi di terra e di acini. Sua moglie è stata più fortunata: ha trovato una branda, una doccia e una razione di tonno e biscotti grazie all’accoglienza gratuita messa in piedi da tre

pc 5 settembre - La polizia del governo fascista turco tortura e massacra la kurda Figen Sahin arrestata solo perché aveva il viso coperto dalla kefiah

Da kobane a noi SearchMain
Al fianco di Figen Şahin, contro gli stupratori in divisa

Una donna di 25 anni, Figen Şahin, ha testimoniato che la polizia turca l’ha torturata sessualmente mentre era in stato di arresto e ha minacciato di condividere le foto dei suoi genitali sulla sua pagina Facebook dopo averla costretta a spogliarsi ed averla massacrata.
“Otto o dieci poliziotti mi ha portata fuori dalla macchina in una zona senza telecamere – ha detto Figen – Quattro poliziotti mi hanno aperto le gambe e hanno cominciato a darmi calci nei genitali e alle gambe. Nel frattempo, due poliziotti continuavano a tirarmi calci al seno; questo mi ha causato contrazioni al cuore e sono stata ricoverata in ospedale”.

La polizia ha dichiarato di averla arrestata ad Adana perché si era coperta il viso con una kefiah. In realtà Figen ha spiegato di usare la sciarpa che aveva intorno al collo per proteggersi il viso durante il lavoro nei campi.

Avevamo anche già parlato di Musa Çitil, il comandante militare turco noto per il suo ricorrente uso della tortura sessuale contro le donne kurde, promosso e inviato a Diyarbakır – promozione alle quale l’assemblea delle donne di Diyarbakır ha reagito con un’iniziativa pubblica in cui sono stati letti tutti i casi di violenza che lo riguardavano.
E proprio a Diyarbakır ieri, dopo aver sparato alla testa di due ragazzini, ferendoli gravemente, la polizia ha anche preso di mira un gruppo di bambini/e e ragazzini/e tra i 7 e i 15 anni che stavano giocando per strada. Dopo aver sparato contro di loro dei lacrimogeni, hanno poi cercato di arrestarli. I vicini sono riusciti ad impedire l’arresto malgrado le intimidazioni e gli spari della polizia.
Mentre il massacro voluto dallo stato turco continua a mietere morti e feriti – come a Yüksekova, dove solo grazie all’autodifesa si sono contenute le perdite umane – le donne non smettono di vigilare e ad armarsi.

E intanto in Rojava le donne cominciano ad autogestire la propria economia.

pc 5 settembre - Contestata la Giannini a Milano

CONTESTATA LA GIANNINI ALLA FESTA DEL PD A MILANO.
UN GRUPPO DI INSEGNANTI L'HA PIU' VOLTE INTERROTTO. INOLTRE SONO STATI ESPOSTI CARTELLI DI DENUNCIA DE LA "BUONA SCUOLA", COMPRESO ALCUNI CHE RECITAVANO "GIANNINI DIMETTITI".
DAL CUORE E' PARTITO ANCHE BELLA CIAO.

DI SEGUITO UNA BREVE CRONACA DA REPUBBLICA - "Vogliamo assunzioni non vogliamo propaganda', 'Forti e gentili sì, fessi no', 'Maestra licenziata dalla cattiva scuola' e 'Giannini dimettiti'. E' stata accolta così, con cartelli contro la Buona scuola di Renzi, il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini contestata da una trentina di insegnanti, assunti, neoassunti e precari che hanno distribuito anche dei volantini. Il gruppo ha cercato di interrompere il ministro sul palco della festa dell'Unità di Milano mentre Giannini stava parlando del decreto alternanza scuola-lavoro. Alcuni insegnanti seduti tra il pubblico hanno urlato frasi come "no allo sfruttamento gratis" e "lavoro diritti dignità". Il ministro, dal palco, ha sottolineato che la riforma del governo sulla scuola "genera un consenso più silenzioso e molto meno organizzato di quello che anche stasera ospitiamo qui. Il tempo è galantuomo - ha detto - lo dico oggi a chi contesta una politica che mette al centro l'istruzione e dà strumenti concreti per il diritto allo studio. Vedremo fra qualche anno se questi strumenti ribalteranno o meno le sorti del paese". "Da nord a sud - ha concluso - ho sentito sempre gli stessi slogan, che potevano essere di vent'anni fa, gli slogan andrebbero aggiornati con i contenuti di oggi e le famiglie lo capiscono"

venerdì 4 settembre 2015

pc 4 settembre - SI ALZA LA TENSIONE DELLA LOTTA DEI MIGRANTI A TARANTO

Il Comune di Taranto fa passi indietro e si limita a mandare una lettera alla prefettura per avere da questa indicazioni; così si ritorna alla casella di partenza... tra becera burocrazia, rimbalzo di responsabilità, grave copertura dell'Associazione Salam che specula sui migranti.
Questa mattina il presidio si è quindi trasformato in una forte protesta che è andata avanti con slogan ininterrotti fino alle 13, con momenti di tensione con la Digos che provocava facendo foto ai migranti.
Lunedì i migranti "metteranno le tende" sotto il Comune in piazza Castello, e non andranno via fino ad ottenimento dei documenti.



pc 4 settembre - CARA di Mineo: campo di concentramento da 35 milioni all’anno - chi e quanti mangiano e bevono e delinquono sulla pelle dei migranti

Immagini della rivolta di qualche anno fa

Al Cara di Mineo i migranti dovrebbero rimanere al massimo per 35 giorni e invece rimangono per anni...

pc 4 settembre - 20 ottobre presidio nazionale a Taranto in occasione del processo Ilva - leggi lo speciale di proletari comunisti - richiedi a pcro.red@gmail.com

pc 4 settembre - Grecia, No a TSIPRAS - boicottare le elezioni

Tsipras  al servizio del grande capitale europeo e greco, nemico di ogni sinistra reale e popolare, battistrada di Alba dorada e della reazione fascista 

pc 4 settembre - Lecce, solidarietà contro lo sgombero di Binario 68

 Lecce, il Binario68 rioccupa!

Dopo lo sgombero subito ieri alle prime luci della giornata, e dopo una giornata di mobilitazione e risposta collettiva alla decisione di amministrazione comunale e questura, i compagni e le compagne di Lecce attivi nell'esperienza del Binario68 hanno realizzato una nuova occupazione, riappropriandosi dell'ex centro di smistamento postale di Cavallino. Di seguito le poche righe che danno comunicazione della notizia e in seguito il comunicato che ripercorre la giornata di ieri:

I POSTI VANNO E VENGONO MA NOI RESTIAMO.

Dalle ore 23 circa, è stata occupata una nuova struttura in risposta allo sgombero, avvenuto questa mattina, del Binario 68 occupato. Un ringraziamento va a tutti coloro che hanno espresso solidarietà moralmente e fisicamente in questa lunga giornata.
Dalle prime ore del mattino saremo operativi per risistemare il posto. Chiunque voglia apportare il proprio contributo è il benvenuto.
H.13.30 Pranzo sociale
H.17.00 Assemblea pubblica
We`re coming back
(Via di leuca tempi nuovi)

Qui invece il comunicato che ripercorre la giornata di ieri (scritto prima della nuova occupazione):
Questa mattina all’alba è stato sgomberato il Binario 68 Occupato, spazio occupato e autogestito da un anno e mezzo, nel quartiere San Pio di Lecce. L’operazione delle forze dell’ordine è durata circa

pc 4 settembre - I divieti della questura a Roma non possono fermare la lotta! Roma 4 settembre tutti a p.le Tiburtino!


altTUTTI E TUTTE A PIAZZALE TIBURTINO!

Ieri 2 settembre la Questura di Roma ha vietato pubblicamente il corteo previsto di venerdì 4 settembre promosso dagli attivisti di Degage e dai movimenti per il diritto all'abitare, concedendo soltanto un presidio statico a Piazza Santissimi Apostoli. Le motivazioni addotte sono gli eventuali disagi per i cittadini e le criticità nella gestione dell'ordine pubblico, così come previsto dalla direttiva del Prefetto condivisa in sede del Comitato per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica che vieta di manifestare nel centro di Roma dal lunedì al venerdì'. Motivazioni che riteniamo pretestuose, in un periodo dell’anno in cui le strade della capitale non sono ancora congestionate come in un qualunque venerdì autunnale. Un attacco diretto alla libertà d’espressione e una notevole svolta autoritaria che mira a contenere il dissenso sociale. I disagi dei romani non saranno certo provocati da un corteo nel tardo pomeriggio di un venerdì di inizio settembre, bensì dai disservizi cronici e dalla mala gestione della cosa pubblica da imputare ad un'amministrazione comunale fantasma e sorda ai problemi reali dei propri cittadini. In questo quadro di interessata assenza, la gestione dei problemi sociali viene delegata unicamente alla Prefettura e alle Forze dell’Ordine che sembrano interessati

pc 4 settembre - Torino lo Stato borghese a difesa del fascio razzista Salvini reprime gli antifascisti - libertà per i compagni arrestati!

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6 arresti per corteo #MaiConSalvini 

  • Nella tarda mattinata di ieri a Torino è scattata un'operazione di polizia che ha portato all'arresto di 6 compagni e compagne del centro sociale Askatasuna. Le accuse riguardano il corteo che si tenne lo scorso 28 marzo in occasione del comizio del segretario della Lega Nord Matteo Salvini. In quei mesi il fascio-leghista stava attraversando le piazze di diverse città italiane cercando di raccogliere consenso attorno a discorsi razzisti e xenofobi, funzionali a mantenere i propri privilegi di politico e a indirizzare il malcontento verso il basso piuttosto che contro i veri responsabili.
A Torino, come accaduto in molte altre città con lo slogan #MaiConSalvini, nelle settimane precedenti il comizio venne convocato un corteo cittadino per respingere la presenza di Salvini e il suo accolito di leghisti e neofascisti. La manifestazione di studenti, precari e migranti venne violentemente caricata a pochi metri dalla partenza mentre cercava di raggiungere piazza Solferino, luogo del comizio. Durante la carica 8 persone furono fermate e poi rilasciate in serata con una denuncia a piede libero, con l'eccezione di Daniele, giovane studente antifascista torinese, che venne trattenuto in carcere e poi trasferito agli arresti domiciliari per alcuni mesi.
A cinque mesi di distanza da quella giornata, arrivano ulteriori arresti decisi di concerto da Questura e Magistratura: 2 compagni - Francesca e Donato - sono stati portati al carcere delle Vallette, mentre altri 4 - Mattia, Damiano, Nicola e Luca - si trovano agli arresti domiciliari con restrizioni su visite e comunicazioni. Mentre proprio in questi giorni il dibattito tra i governi europei si divide tra il razzismo esplicito di alcuni e le offerte di "accoglienza" opportuniste di altri, a Torino vengono colpiti quanti in questi mesi si sono opposti con determinazione nel togliere spazio e visibilità a chi, come Matteo Salvini, si è costruito immagine e carriera grazie a retoriche securitarie e razziste.
Lega Ladrona, Torino non perdona!
Cecca, Donato, Mattia, Damiano, Luca e Nicola liberi subito!
Tutti liberi, tutte libere!

giovedì 3 settembre 2015

pc 3 settembre - Il governo moderno fascista di Renzi autorizza raduni di Forza Nuova e Casapound. Tutte le forze antifasciste devono scendere in piazza, il governo Renzi va spazzato via!

Raduni neofascisti, l'Anpi scrive a Mattarella: "Lo Stato vieti simili manifestazioni"

"Serve un intervento deciso delle istituzioni". Il presidente dell'associazione si rivolge anche ai presidenti di Camera e Senato e a Renzi per bloccare i meeting di CasaPound e Forza Nuova in programma a Milano.
Dopo l'ondata di indignazione partita dal web, anche il presidente nazionale dell'Anpi Carlo Smuraglia ha scritto una lettera aperta alle più alte cariche dello Stato, ai presidenti della Repubblica,

pc 3 Settembre - Manifestazione davanti all'ambasciata tunisina a Parigi per il ritiro del disegno di legge chiamato "Di riconciliazione nazionale"


MARTEDI PRIMO SETTEMBRE, IN CONCOMITANZA CON IL DIBATTITO PARLAMENTARE DELLA COSIDDETTA "LEGGE DELLA RICONCILIAZIONE NAZIONALE", CENTINAIA DI PERSONE SONO SCESE IN PIAZZA A PIAZZA MOHAMED ALI (SEDE NAZIONALE DEL SINDACATO UGTT) E IN AVENUE BOURGUIBA, DA SEGNALARE QUALCHE TAFFERUGLIO CON LA POLIZIA CHE HA PROVATO A REPRIMERE TALI MANIFESTAZIONI CHE INFASTIDISCONO IL GOVERNO NIDAA TOUNES-ENNAHDHA ANCOR PIU' PERCHE' DOPO AVER PROCLAMATO LO "STATO DI EMERGENZA", FORMALMENTE PER COMBATTERE IL TERRORISMO DI MATRICE ISLAMISTA, SONO BANDITE TUTTE LE MANIFESTAZIONI E ASSEMBLEE PUBBLICHE. PRESTO UN AGGIORNAMENTO DELLE MOBILITAZIONI DI QUESTI GIORNI IN TUNISIA CONTRO IL NUOVO REGIME.
DI SEGUITO LA TRADUZIONE DI UN APPELLO STILATO DA ORGANIZZAZIONI DI TUNISINI ALL'ESTERO CHE CHIAMA A RACCOLTA PER UNA MANIFESTAZIONE OGGI POMERIGGIO DAVANTI L'AMBASCIATA TUNISINA A PARIGI.

Giovedi, 3 settembre, 2015 - 18:30
Place André Tardieu - 75007 Paris
Metro: San Francesco Saverio - Linea 13

A proposito del progetto di legge sulla riconciliazione nazionale Dichiarazione delle associazioni tunisine all'estero

Riconciliazione nazionale! La frase suona come uno slogan in questi tempi di mobilitazione contro il terrorismo. Inoltre, non si tratta della trittica verità - giustizia - la riconciliazione nella giustizia di transizione che tutti noi chiediamo ...
Siamo tutti cercatori di riconciliazione nazionale. Ma di quale riconciliazione si parla?

pc 3 settembre - "PERCHE' NON RICONOSCERE PER LEGGE LA SCHIAVITU'?" - UNA NOTA DI ROSSANA ROSSANDA

Rossana Rossanda: Se il lavoro è senza contratti

Bisogna riconoscere che nel zigazagare di Renzi fra un annuncio e l’altro c’è una stella polare che indica una rotta costante: ridurre per l’impresa il costo del lavoro, costringere per legge i salariati ad accettarlo. Non è bastato il Jobs Act? Adesso senza il nome inglese c’è il tentativo di far fuori la contrattazione nazionale riducendo l’orizzonte del negoziato all’impresa. Insomma di far fuori finalmente il contratto nazionale.

Dei ritorni al passato è l’esempio più clamoroso: un lavoratore di Brescia e uno che faccia lo stesso lavoro a Catania saranno pagati diversamente, e già la stampa aggiunge che è giusto perché mille euro al nord valgono meno che al sud, o almeno così si dice. Siamo al ritorno delle vecchie gabbie salariali che un governo diretto dal Pd ripropone. È la risposta a Saviano e ai dati pubblicati dalla Svimez: al sud i padroni potranno pagare di meno. Perché non riconoscere per legge il caporalato? Anzi la schiavitù? Non ci sarebbe nulla di più flessibile. Anzi le stesse gabbie salariali possono non essere troppo rigide, meglio che la contrattazione del lavoro e relativi rapporti di forza diventino variabili in campagna e in città, dove il sindacato è forte e dove è debole. E le donne, alcune leader delle quali lo propongono in nome della differenza femminile, si mettono alla testa di questo ulteriore passo in avanti nella modernizzazione dei rapporti sociali.

Il Jobs Act ha dimostrato che la sinistra non sa più neanche leggere, e del resto era scritto in modo ingarbugliato; questa misura sarà invece più semplice e del resto nella mente dei proletari è diventato corrente il pensiero che gli operai non esistano più; e nemmeno l’insistenza a pagarli di meno del governo Renzi dimostra che non siano puri fantasmi di una passata ideologia.  

pc 3 settembre - Sciopero generale in India - WORKERS SOLIDARITY CENTRE (GURGAON-BAWAL - in via di traduzione


1Sept WSC Rally (1)1Sept WSC Rally (2)1Sept WSC Rally (4)1Sept WSC Rally (6)campaign garment workers khcampaign Hero Honda chowk
RELEASE: 1ST September 2015, Gurgaon
Today’s hundreds of workers from Gurgaon-Manesar-Dharuhera-Bawal industrial belt actively participated in a Mazdoor Rally and Sabha called by the Workers Solidarity Centre (Gurgaon-Bawal). More than a hundred workers from the four plants of Maruti Suzuki, namely Maruti Suzuki Manesar, Maruti Suzuki Gurgaon, Suzuki Motorcycles, Suzuki Powertrain participated in the rally. Many workers from Honda, Hero MotoCorp, Bajaj Motors, ASTI Electronics, Baxter, Munjal Kiriu, Autofit, Bellsonica, Premium Moulding, Endurance and many other factories participated in a show of united resolve to make the strike successful tomorrow. These are mostly factories which have seen a recent and ongoing history of struggles in their factories.
The program began with a mass meeting of workers in Kamla Nehru Park, Gurgaon, where the resolve to on fight contractualisation, worsening working conditions, continual terminations and job-cuts while the profit-margins of the owners-management increase, non-revision and non-implementation of minimum wage and other forms of increasing exploitation was stressed. Significantly many workers from unorganized sector and the non-unionized garment industry were actively present in the militant rally and demonstration. Worker representatives submitted a protest memorandum to Prime Minister Narendra Modi through the DC, Gurgaon, where the rally concluded in the afternoon.
All speakers expressed united resolve to fight the constant atmosphere of state repression unleashed on workers legitimate demands in the industrial belt, like that seen from Maruti Suzuki Manesar to Sriram Pistons to Asti Electronics. Representatives from Jan Sangharsh Manch- Haryana, IMK (Inqlabi Mazdoor Kendra), KNS (Krantikari Naujawan Sabha), PUDR (Peoples Union for Democratic Rights Delhi), AITUC, HMS, CITU and others came in solidarity.
Vice President of Maruti Suzuki Workers Union (MSWU) Comrade Dharmendra, Com Bhimrao from Hero Motocorp Workers Union, Suzuki Motorcycles India Employees Union President Com Anil, Suzuki Powertrain India Employees Union President Anil, MUKU President Com. Rajesh and Gen Sec Kuldeep Jhanghu, Baxter Employees Union President Manjeet, Bellsonica workers Union President Com. Atul, Endurance employees Union President Com. Hitesh, Bajaj Motors Workers Union Vice President com. Ramesh, CITU haryana Gen Sec com. Satbir, AITUC Haryana Gen Sec Com. Anil, HMS leader com. S D Tyagi, Comrade Somnath from Jan Sangharsh Manch Haryana, Com. Deepak from IMK, and Comrade Raghvendra from Asti Theka Mazdoor Sangharsh Samiti and Comrade Amit from Workers Solidarity Centre (Gurgaon-Bawal) were some of those who spoke in the Sabha.
It was unanimously resolved that all will actively participate and make the all-out strike in the Gurgaon-Manesar-Dharuhera-Bawal industrial belt tomorrow 2nd September 2015 successful.
End the regime of exploitation-repression in the name of Labour Law Reforms!
Let us make the 2nd September 2015 Strike successful !
Workers unity and struggle long live!
Comradely,
on behalf of Workers Solidarity Centre (Gurgaon-Bawal)

Thiruvottiyur Municipal Corporation Office, 10 AM
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