domenica 7 giugno 2015

pc 7 giugno - Il lurido governatore leghista Maroni invece di tagliare i viveri alle sue amichette piazzate e pagate con i soldi della Regione vuole tagliare i viveri ai Comuni che accolgono i migranti


Maroni taglia i viveri ai comuni che accolgono i migrantiIl governatore fascioleghista della Lombardia, nonché ex ministro dell'interno al tempo in cui - racconta Giuseppe Castiglione - venne da lì "garantita" la serietà istituzionale di tale Luca Odevaine (vedi qualsiasi articolo su Mafia Capitale) ha trovato il modo di comparire sui giornali per qualcosa di diverso dai favoritismi verso una sua amante.

Ha infatto deciso - e fatto sapere alle agenzie di stampa - che ridurrà i trasferimenti regionali ai sindaci lombardi che dovessero accogliere nuovi migranti.
"È un fatto gravissimo, io domani scrivo una lettera ai prefetti lombardi diffidandoli dal portare in Lombardia nuovi clandestini, poi anche ai sindaci dicendo loro di rifiutarsi di prenderli e ai sindaci che dovessero accoglierli gli ridurremo i trasferimenti regionali come disincentivo alla gestione delle risorse".
In uno Stato serio, un signore del genere non dovrebbe mai sedere su una poltrona che preveda responsabilità superiori alla gestione di una piccola attività commerciale.

pc 7 giugno - E' vero! Casa pound - Salvini - mafia capitale amichetti e compagni di merenda !

 Casa Pound denuncia Cremaschi. Replica: “sarà un piacere” In evidenza

Casa Pound denuncia Cremaschi. Replica: “sarà un piacere”

I fascisti vanno dicendo in giro e raccontano ai giovani di avere ad un alto senso dell’onore. Magari per quelli più vecchi sarà pure così, ma i giovani neofascisti sembrano più attenti all’onorabilità e all’immagine, categorie più moderne e in qualche modo più aziendaliste. La storia è questa.
Un tweet di Giorgio Cremaschi sulle vicende di Mafia Capitale suscita le ire di uno dei capi di Casa Pound, Simone Di Stefano, che annuncia querela.  Scrive Cremaschi: "Giuste dimissioni di Marino ma Salvini & c credibili solo se rompono con amichetti fascisti di CasaPound i cui protettori politici sono dentro". Arriva la risposta di Simone Di Stefano, leader di Casa Pound: "Benvenuto tra i finanziatori della nostra prox campagna elettorale per il risarcimento per diffamazione che ci dovrà. Querelato". Pronta la replica di Cremaschi: “Meglio querelato che bastonato.. ci vedremo in tribunale, sarà un piacere”.
 Di Stefano è l’animatore della associazione Sovranità con cui Casa Pound si sta biodegradando dentro l’alleanza elettorale con la Lega di Salvini. Quest’ultimo, sapendo che uno dei suoi punti deboli è proprio l’alleanza con i gruppi fascisti, li ha invitati ad abbassare il tiro e l’identità. Ovvio che vicende come l’inchiesta su Mafia Capitale che coinvolge il PD ma anche tanti consiglieri e esponenti della destra, può diventare un serissimo boomerang sulla strada di chi cavalca le campagne contro immigrati, rom e per la supremazia italiana. Si comprende dunque come Mafia Capitale sia un nervo sensibile e scoperto anche per un gruppo neofascista spregiudicato e movimentista come Casa Pound, la cui collateralità con la Giunta Alemanno è nota e la cui frequentazione anche. Ma anche con uno dei consiglieri finiti in galera come Gramazio. E’ proprio Gramazio, in una intervista, a difendere Casa Pound ed a perorare il patrocinio del Comune per una iniziativa. Ed anche sulla assegnazione del palazzone in via Napoleone III a Casa Pound è leggibile l’interessamento di Gramazio
Ora Casa Pound si sente diffamata da Giorgio Cremaschi perché ha sintetizzato in un tweet cose che a Roma e non solo, sono già note, discusse pubblicamente in consiglio comunale e stampate sui giornali. Ma è quantomeno fastidioso dover sottolineare che i fascisti sono andati a querelare uno che contro i poteri forti ha combattuto e combatte davvero. Cremaschi a manifestare sotto la Banca d’Italia o la Borsa di Milano ci è andato sul serio, è uno che con gli operai ha lottato effettivamente ed è uno che per difendere dei principi ha rinunciato a rimanere nella Cgil. Difficile trovare altrettanta coerenza nelle attività dei fascisti di Casa Pound, i quali a chiacchiere parlano contro le banche, Bruxelles, i poteri forti,  ma se vai a vedere cosa fanno veramente (guardate il loro sito) leggiamo testualmente: manifestazione a Ostia  contro i mercatini rom, a Varese manifestano per le case popolari “prima agli italiani”, a Boccea contro i campi rom,  a Lanciano (almeno) regalano occhiali da vista ai bambini italiani. Ma una manifestazione davanti a una banca, a una multinazionale, alla Commissione Europea mai? Insomma fascisti iperattivi contro i più deboli inneggiando a chiacchiere alle magagne dei poteri forti. Se si arriverà in un aula di tribunale, il processo Casa Pound versus Cremaschi sarà un’occasione da non perdere

da contropiano

pc 7 giugno - Solidali con i condannati del 15 ottobre 2011 - 19 giugno giornata nazionale di lotta contro la repressione - solidarietà con i prigionieri politici a libvello nazionale e internazionale - Soccorso rosso proletario - srpitalia@gmail.com






Scontri di Roma 2011: condannati Rosci, Gentile e Quatraccioni

Scontri di Roma 2011: condannati Rosci, Gentile e Quatraccioni            

Per gli scontri di Roma dell'ottobre 2011 i giudici della Corte di Cassazione hanno confermato le sentenze di condanna in Appello inflitta ai teramani Davide Rosci, Cristian Quatraccioni e Mauro Gentile. Diventano dunque definitive la condanna a sei anni di reclusione per Rosci, a 5 anni per Mauro Gentile, a 4 anni e 8 mesi per Cristian Quatraccioni di Mosciano Sant’Angelo (Teramo).
La Suprema Corte ha invece annullato la condanna, inerente alla sola devastazione, per Marco Moscardelli. Per lui sarà necessario un nuovo giudizio di appello dove si ridiscuterà la condanna iniziale a 5 anni. In riferimento agli imputati, questi hanno già scontato in via detentiva, più della metà della condanna, eccezion fatta per Davide Rosci, il quale dopo 32 mesi tra carcere e domiciliari, ha ottenuto la libertà lo scorso 21 maggio. Dopo il suo nuovo arresto, il Tribunale di Sorveglianza di Roma dovrà decidere, nei prossimi mesi, se la pena residua, 2 anni e 3 mesi, dovrà essere scontata tramite affidamento ai servizi sociali o ancora ai domiciliari.

Poco prima del suo arresto e di essere rinchiuso nel carcere di Castrogno (Teramo) Davide Rosci ha scritto sul suo profilo di Facebook:
"Il girone dantesco dove sono fnito pare essere per il momento senza uscita. la corte di Cassazione ha confermato per me, Mauro e Mirko le pene stabilite dalla corte d’appello mentre per Marco è stata annullata la sentenza e rimandata in secondo grado. Di questo festeggiamo. C’è poco da dire e purtroppo nulla da fare quindi per il momento l’unica cosa su cui soffermarsi è riflettere su ciò che è stato e organizzarsi su ciò che sarà. A breve la condanna passerà definitiva e le prospettive sono o tornare dentro oppure trovare un lavoro stabile,  per uno che come me è uscito dal carcere, non sono di certo spalancate quindi approfitto di questo post nella speranza di trovare qualche anima pia, che si imbatte nel leggere queste righe, di tenermi presente qualora venisse a conoscenza di un qualsiasi impiego. Penso di aver dato tutto alla causa e spero di poter dare ancora tanto ma per il momento devo restare lucido ed evitare di diventare carne da macello. Passerà anche questo…"

pc 7 giugno - Controinformazione sulla Palestina

I documenti inseriti in questa settimana
( 31 Maggio  - 1 Giugno 2015 )

----------------------------------------------------------------------------------
Israele, «depositi di bambini» per i figli degli immigrati africani
____________________________________________________________
Fplp: " Decida il popolo palestinese, non Fatah e Hamas "Intervista di Michele Giorgio a Imad Abu Rahma
----------------------------------------------------------------------------------
Le forze israeliane arrestano 40 lavoratori palestinesi
----------------------------------------------------------------------------------
4 Giugno 2015
Tre raid israeliani contro Gaza dopo lancio razzi dei salafisti
----------------------------------------------------------------------------------

3 Giugno 2015
Il tradimento del Cartellino rossodi InvictaPalestina
----------------------------------------------------------------------------------
Quando l’obbiettivo è la legge:
la campagna di Israele cancellerà i crimini di guerra dovunque
di Ben White
____________________________________________________________
2 Giugno 2015
Dieci anni di prigione in Israele per chi lancia una pietradi Chiara Cruciati
____________________________________________________________
1 Giugno 2015
  
Fronte Popolare: “Alla Fifa l’Anp ha tradito”
____________________________________________________________ 
31 Maggio 2015
60 palestinesi arrestati nell'ultima settimana 

pc 7 giugno - Amianto trasmissione a Report questa sera

Nella puntata di chiusura di Report si parla di amianto

Per l'Eternit. Com’è andata a finire
di Giorgio Mottola
Nel 1992 l'Italia ha messo al bando la lavorazione, l'importazione e la commercializzazione di amianto. A distanza di 23 anni abbiamo scoperto però che non tutti rispettano questo divieto. Un documento del Governo indiano ha, infatti, indicato l'Italia come il primo importatore di amianto. Secondo dati ufficiali, abbiamo continuato a comprare e vendere eternit fino allo scorso anno. Abbiamo anche scoperto che c’è ancora chi nel nostro Paese 

pc 7 giugno - Il G8 Genova 2001 una ferita ancora aperta che non si rimarginerà fino a quando i colpevoli governanti e poliziotti non avranno realmente pagato!

Il dramma del G8 di Genova raccontato in un docu-film con il figlio di Ormezzano

Anche l’ex editorialista de La Stampa, nella pellicola presentata al parco del Po a Casale, spiega i suoi timori di padre
Dimostranti feriti al G8 di Genova

07/06/2015
franca nebbia
casale monferrato
Un viaggio a ritroso nel tempo fino al 2001 con i fatti del G8 di Genova e il pestaggio alla caserma Diaz. E’ il docu-film “Ottopunti” realizzato da Danilo Monte con Timothy Ormezzano, figlio del più noto Gian Paolo, ex editorialista de La Stampa ed ex direttore di Tuttosport, che era a Genova in quell’afoso luglio 2001 : il titolo si riferisce ai punti di sutura per le ferite riportate dello stesso Ormezzano.
Il racconto nella Genova di oggi
Il docu-film è stato proiettato il 5 giugno nel salone del Parco del Po a Casale alla presenza del protagonista e dell’avvocato Claudio Novaro, che si è occupato della difesa dei manifestanti di quel G8. Il film non ha voluto riportare le immagini trasmesse da video amatoriali, documentate da giornali e televisioni, semplicemente è il viaggio a ritroso, a undici anni di distanza, dei due amici, appunto Timothy e Danilo (all’epoca di 26 e 25 anni) nella Genova di oggi, ma ripercorrendo le vie diventate campo di battaglia accanto al luogo dove si riunivano i grandi della terra.
Le testimonianze
Il racconto fluisce, sottolineato dalla colonna sonora di Radio Popolare che riportò la cronaca dal 19 al 22 luglio. «E’ stato l’unico G8 – dice Timothy – dove c’è scappato il morto». E il morto è Carlo Giuliani, ucciso in piazza Alimonda (corretta dai dimostranti in piazza Carlo Giulani) che ancora oggi alla ricorrenza di quella data vede il raduno di tante persone attorno alle figure di Giuliano e Haidi Giuliani, i genitori di Carlo.
Il dramma di un padre
Oltre al racconto di Timothy che ci ha messo tanti anni per superare il trauma di quei giorni spicca la figura proprio di Gian Paolo Ormezzano, un padre in ansia che sa che il figlio è stato arrestato, ma non riesce ad avere notizie «nemmeno appellandomi, controvoglia, alla mia professione di giornalista». Aspettandolo fuori dal carcere di Pavia, dove Timothy è stato portato «pensai – dice nel film - che mio figlio potesse dirmi: ”Andate a farvi fottere per tutto quello che mi avete insegnato”».
Botte, manganellate, manette strette ai polsi, ore trascorse in piedi senza mangiare, dormire o accedere al bagno, accuse, «false», di avere posseduto uno scudo di plastica e manganellate di cui, ancora oggi gli resta il segno sul sopracciglio destro.
L’avvocato
Le parole dell’avvocato Claudio Novaro, che aveva assistito i 93 della Diaz non rasserenano gli animi: «Processi che non hanno inchiodato i colpevoli, responsabilità che non sono venute a galla, mistificazioni e omertà dalle forze dell’ordine e infine, poiché nel nostro ordinamento non è previsto il reato di tortura, la prescrizione».
C’era anche Bruno Pesce
A Bruno Pesce, dell’Afeva di Casale che ha sulla pelle ancora la “bruciatura” della prescrizione della Cassazione per il processo Eternit , non resta che abbracciare Timothy. Il film, come ha spiegato Laura D’Amore, produttrice è di Distribuzioni dal basso (distribuzionidalbasso.com) ed è stato finanziato tramite crowdfunding. Il file si può scaricare con una piccola offerta.

pc 7 giugno - Prime immagini dal 20° anniversario del Mfpr - Palermo




pc 7 giugno - Il saluto di Proletari Comunisti - PCm Italia all'entusiasmante celebrazione del 20°anniversario del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario

Salutiamo con gioia la celebrazione del 20° anniversario del MFPR.
Si tratta di 20 anni di vittorie conseguite in alto e in basso, nel campo delle concezioni, lotta ideologica, teoria e sul terreno delle lotte, di iniziative d'avanguardia.
Sono nate altre realtà di donne ispirate alla linea del mfpr, ed essa ha inciso nella trasformazione del movimento comunista, di organizzazioni comuniste. 
L'mfpr è il canale dell'esperienza delle donne nelle guerre popolari.

Il principio che non ci può essere rivoluzione proletaria, non ci può essere partito della rivoluzione, ma non ci può essere neanche sindacato di classe, movimento antimperialista, antirazzista, antifascista senza che si costruisca e avanzi “la rivoluzione nella rivoluzione” rappresentata dal ruolo e dal protagonismo delle donne” è stato fin dall'inizio al centro della nostra organizzazione.
E si è dimostrato che la teoria che ha dato vita al mfpr è un contributo al marxismo leninismo maoismo.
L'Mfpr ha dimostrato che le donne possono essere e sono una marcia in più, sia nel campo delle idee, della lotta all'ideologia borghese in tutti i suoi aspetti, sia nella trasformazione del movimento di lotta, in questo la bandiera principale è stata ed è lo sciopero delle donne, che rende evidente il ruolo generale e di massa delle donne nell'affrontare e lottare contro l'insieme delle condizioni di lavoro, di vita come di oppressione ideologica.
L'Mfpr svolge un ruolo d'avanguardia nelle lotte delle donne proletarie contro i padroni, governo, Stato, Chiesa, partiti parlamentari, sindacati confederali; combattendo sia contro il femminismo piccolo borghese sia contro la sottovalutazione del ruolo delle donne nelle organizzazioni rivoluzionarie, nei sindacati e organismi di base.
In questa battaglia è centrale e determinante il ruolo delle donne proletarie, che fin dall'inizio e costantemente è stato il fronte principale di organizzazione e lotta del Mfpr; le donne proletarie organizzandosi e lottando trasformano il loro modo di pensare e di agire e avanzano per assumere un ruolo di direzione in tutti i campi, nel movimento delle donne, nel movimento sindacale, nei movimenti sociali e quello più importante nella battaglia per la trasformazione rivoluzionaria del nostro paese a partire dal prendere nelle loro mani la costruzione del partito della rivoluzione.
L'Mfpr è prodotto della costruzione del partito comunista di tipo nuovo e la luce che illumina la strada del partito comunista di tipo nuovo, in cui le donne sono la metà del cielo ma anche la prima linea all'interno dello stesso partito contro le concezioni maschiliste, arretrate, metodi e stile di lavoro con la concezione rivoluzionaria proletaria del mondo.

E' un terreno difficile, controcorrente. Ma... il cammino è tortuoso ma il sentiero e luminoso!
E i 20° anni del Mfpr lo dimostrano pienamente!

Proletari comunisti – PCm Italia
6 giugno 2015



sabato 6 giugno 2015

pc 6 giugno - 5 giugno 1975 - 5 giugno 2015 - indimenticabile Mara Cagol

"È caduta combattendo MARGHERITA CAGOL, ‘MARA’, dirigente comunista e membro del Comitato Esecutivo delle Brigate Rosse.
La sua vita e la sua morte sono un esempio che nessun combattente per la libertà potrà più dimenticare.
Fondatrice della nostra organizzazione ‘Mara’ ha dato un inestimabile contributo di intelligenza, di abnegazione e di umanità alla nascita e alla crescita nell’autonomia operaia e della lotta armata per il comunismo.
Comandante politico-militare di Colonna, ‘Mara’ ha saputo guidare vittoriosamente alcune tra le più importanti operazioni dell’organizzazione. Valga per tutte la liberazione di un nostro compagno dal carcere di Casale Monferrato.
Non possiamo permetterci di versare lacrime sui nostri caduti, ma dobbiamo impararne la lezione di lealtà, coerenza, coraggio ed eroismo!
È la guerra che decide in ultima analisi, della questione del potere: la guerra di classe rivoluzionaria. E questa guerra ha un prezzo: un prezzo alto certamente, ma non così alto da farci preferire la schiavitù del lavoro salariato, la dittatura della borghesia nelle sue varianti fasciste o socialdemocratiche.
Non è il voto che decide la questione del potere; non è con una scheda che si conquista la libertà.
Che tutti i sinceri rivoluzionari onorino la memoria di ‘Mara’ meditando l’insegnamento politico che ha saputo dare con la sua scelta, con il suo lavoro, con la vita.
Che mille braccia si protendano per raccogliere il suo fucile!
Noi, come ultimo saluto le diciamo: ‘Mara’ un fiore è sbocciato, e questo fiore di libertà le Brigate Rosse continueranno a coltivarlo fino alla vittoria!
LOTTA ARMATA PER IL COMUNISMO!
5 giugno 1975 BRIGATE ROSSE"

Loris Paroli, Testimonianza al Progetto Memoria, Reggio Emilia 1995.
[…] Mara era una dirigente comunista, una delle prime donne emancipate dell’epoca moderna e credeva alla donna come uno dei poli della societa’; determinante per l’emancipazione di tutti gli altri. Un giorno manifestando a lei le mie perplessità sulla poca presenza femminile nella nostra organizzazione, anche in relazione alla durezza del vivere clandestini tra soli maschi, mi disse di essere certa che la componente donna nell’arco di pochi anni sarebbe aumentata enormemente. Aveva avuto ragione. Infatti in pochi anni quasi tutte le organizzazioni armate erano dirette da una

pc 6 giugno - Il sostegno del Partito Comunista maoista - Italia al 20° anniversario della fondazione del Movimento femminista Proletario Rivoluzionario


pc 6 giugno - India - sciopero della fame ad oltranza di Kobad Ghandi! - prosegue la campagna internazionale per la liberazione dei prigionieri politici indiani - allegato l'ultimo comunicato del Comitato internazionale csgpindia@gmail.com

11391135_1086675918028994_4203212700497032505_n)Ho 68 anni e ho passato cinque anni e mezzo nel carcere Tihar a Delhi con il processo quasi bloccato. Anche se i trasferimenti di routine per i prigionieri della sezione ad alto rischio sono previsti ogni 3-5 mesi, per me sono iniziati solo nell’agosto 2014 e ne ho subiti tre in nove mesi. Prima erano stati trasferimenti entro lo stesso carcere. Tutti trasferimenti punitivi. Ho problemi cardiaci, di pressione sanguigna, un’ernia del disco, spondilite anchilosante, un problema ai reni e molti altri problemi di salute - e tutti sono peggiorati in particolare dopo l’agosto 2014.
Durante i trasferimenti, dobbiamo portare da noi le nostre borse (10-15 chili), subiamo ripetute perquisizioni in cui rivoltano tutte le nostre cose, rimaniamo fuori dai cancelli per 4-5 ore in attesa di un mezzo, veniamo stipati come sardine con i nostri bagagli in un furgone e portati alla nuova destinazione. Subiamo ancora altre due perquisizioni approfondite e di nuovo dobbiamo portare da noi tutta la nostra roba. Passiamo la visita medica come ogni nuovo arrivato. Poi si deve una correre alle celle, a chi arriva tardi toccano i posti peggiori. Occorrono poi 2 o 3 giorni per pulire la cella, che troviamo in uno stato disgustoso, e sistemare le nostre cose, senza alcun aiuto. Nel nuovo carcere, tutti i trattamenti medici sono interrotti, le richieste per i piani sanitari e le altre autorizzazioni devono essere ripetute daccapo, anche per il letto ortopedico e i servizi igienici occidentali. Questa operazione può richiedere alcuni giorni o anche alcuni mesi. Anche i servizi telefonici devono essere rinnovati da zero. Non appena si siamo sistemati e adattati ai nuovi compagni di cella (alcuni dei quali possono essere molto cattivi) ecco che arriva il nuovo ordine di trasferimento, e tutta la trafila ricomincia.
Il mio trasferimento è stato effettuato il 30 maggio, nel bel mezzo di un esame per un problema cardiaco al GB Pant Hospital. Dopo la pronuncia dell'Alta Corte del 2012 che chiedeva al carcere di Tihar una maggiore attenzione per i detenuti anziani (di età superiore ai 65), ho chiesto di essere trasferito nella sezione riservata agli anziani, o che mi fossero fornite strutture analoghe nella sezione ad alto rischio, invano. Al contrario, mentre all'inizio non mi avevano mai trasferito hanno iniziato a farlo dopo l’agosto 2014, ed è chiaramente una forma di vessazione e distruzione della mia salute. Dato che tutti le mie domande, sia su base giuridica che umanitaria, sono stati ignorate, ho infine fine dovuto far ricorso allo sciopero della fame a oltranza, a partire dal mio ultimo trasferimento, il 30 maggio.

Kobad Ghandy

Prigione 8/9 di Tihar, Sezione Alto Rischio (Sez.5Nuova ondata di repressione e di guerra contro il popolo in India da parte del regime fascista induista di Modi..
Rispondiamo intensificando controinformazione denuncia solidarietà internazionale e internazionalista

 

sandalwood-smugglers-killed
Nuova ondata di repressione e di guerra contro il popolo in India da parte del regime fascista indu di Modi..
Rispondiamo intensificando controinformazione denuncia solidarietà internazionale e internazionalista


Lo stato Indiano, retto dal regime di Modi, al servizio dei padroni indiani e dell'imperialismo stà sviluppando una nuova fase di intensa repressione su tutti i fronti con l'obiettivo di schiacciare il popolo, fermare la guerra popolare, attaccare i maoisti che la guidano
Lo Stato Indiano per accelerare i piani di svendita delle risorse del paese alle multinazionali indiane e straniere riforma il suo intero apparato repressivo esercito aviazione polizia bande paramilitari costruendo una sempre pi attacca non solo la “minaccia naxalita”, ma tutti movimenti che si oppongono alla sua politica e che resistono alla operazione 'Green Hunt'.
Lo stato indiano attacca inoltre gli intellettuali democratici, attivisti dei diritti umani e ogni voce di dissenso che si faccia sentire, per fare tabula rasa intorno ai movimenti popolari e alla guerra popolare guidata dai maoisti.
Lo Stato attacca le popolazioni adivasi che vivono sui territori ricchi di risorse naturali e dove più forte è la guerra popolare, per soffocare sul nascere il un nuovo potere.
Nelle ultime settimane in particolare, lo Stato indiano ha ampiamente propagandato gli “arresti illegali di stimati intellettuali rivoluzionari e attivisti sociali, già criminalizzati e costretti alla clandestinità e poi marchiati come terroristi, il cui unico crimine è l'appartenenza al PCI (Maoista).
I compagni Murali Kannampally e Ismail Hamza sono stati arrestati nell'ospedale di Talegaon Dabhade dove il primo stava subendo trattamenti medici. Mentre il compagno Roopesh, la moglie Shyna, ed altri sono stati catturati a Coimbatore.
Si denuncia che ad almeno 2 di questi sia stata negata assistenza legale e le cure mediche di cui necessitano, mentre altri prigionieri h


I compagni si sono moltiplicati quelli che le associazioni di difesa dei diritti civili, di scrittori e giuristi democratici vengono denunciati come “arresti illegali di stimati intellettuali rivoluzionari e attivisti sociali, già criminalizzati e costretti alla clandestinità e poi marchiati come terroristi, il cui unico crimine è l’appartenenza al PCI (Maoista)”.
In particolare, lo Stato ha ampiamente propagandato gli arresti dei presunti dirigenti maoisti Roopesh, della moglie Shyna, e di C. Kannan, J. Anoop and C. Veeramani, catturati a Coimbatore, e di Murali Kannampally e Ismail Hamza, arrestati nell’ospedale di Talegaon-Dabhade, dove il primo stava subendo dei trattamenti medici.
Si denuncia che ad almeno 2 questi sia stata negata assistenza legale e le cure mediche di cui necessitano, mentre altri prigionieri hanno denunciato che durante gli interrogatori sono stati minacciati di essere portati via e giustiziati in “falsi incontri” o che avrebbero arrestato i loro familiari.
Con ogni pretesto viene prorogata la loro carcerazione illegale e si teme come già avvenuto in molti casi, l'uso della tortura. Contro questi arresti si sviluppa da giorni in India una mobilitazione per ottenere la loro scarcerazione e per difenderne condizioni di vita e detenzione.

Non si è mai fermata la persecuzione contro gli intellettuali e democratici nelle Università.
GN Saibaba, professore alla Delhi University, disabile al 90 per cento è detenuto da un anno senza che il processo sia neppure iniziato e dopo ben 5 rifiuti di concedere la libertà su cauzione, nonostante sia evidente che non costituisce un pericolo e che non abbia possibilità di fuggire.
Mentre prosegue la caccia alle streghe verso studenti e intellettuali marchiati di 'connessioni con i maoisti'minacciati, perseguitati, arrestati detenuti anche per anni senza un processo che, quando si celebra, alla fine il più delle volte li scagiona dalle accuse.
In India e nel mondo si moltiplicano e diffondono le iniziative di solidarietà che rivendicano la liberazione immediata e l'abrogazione delle leggi draconiane di eredità coloniale applicate per perseguitarli
Ma accanto a questo si sono registrati decine di casi di intellettuali marchiati per “connessioni maoiste” minacciati, perseguitati, arrestati, detenuti anche per anni senza un processo che, quando si celebra, alla fine il più delle volte li scagiona dalle accuse.
In India e nel mondo si moltiplicano e diffondono le iniziative di solidarietà che rivendicano la liberazione immediata e l’abrogazione delle leggi draconiane di eredità coloniale applicate per perseguitarli.
Il regime di Modi rilancia su larga scala la repressione e la cacciata, spesso con massacri contro gli adivasi e le popolazioni che resistono alla deportazione delle loro terre per grandi progetti che minacciano di devastare per sempre i loro territori.
Il PCI (Maoista) denuncia come lo stato indiano si prepara a lanciare un 'salva judum 2', la replica del primo scatenato negli anni scorsi. Salva Judum è un nome tristemente noto in India, dato all'esercito di paramilitari fondamentalisti indu cui è dato mano libera e piena impunità per atrocità, incendi, distruzioni, stupri massacri, che commettono in interi villaggi adivasi in nome dello ' sviluppo'.
Si tratta di una nuova intensificazione della guerra scatenata contro il popolo dal 2009 -GREEN HUNT – a cui le masse popolari in lotta e tutti i settori democratici e di opposizione della società indiana stanno controbattendo su tutti i piani. Come è successo in occasione del primo Salva Judum, le cui bande sono state sbaragliate e colpite dalle masse e dalla guerra di popolo, diretta dal PCI (Maoista)
In tutta l'india si moltiplicano le iniziative di resistenza per fermare la guerra contro il popolo, mentre cresce il movimento popolare che punta a rovesciare le classi dominanti.
La repressione non ferma ma alimenta la ribellione.
I compagni arrestati sono conosciuti e amati dal popolo, che esprime solidarietà e intensifica la lotta.
Ma serve molto anche intensificare la solidarietà internazionale e internazionalista, che in questi anni si è espressa in tante forme per fermare la mano genocida di Modi e sostenere la lotta delle masse indiane.
Il Comitato Internazionale di Sostegno alla guerra popolare in India chiama tutto il movimento a mobilitarsi per una campagna prolungata di controinformazione e denuncia del regime indiano e dell'imperialismo che lo sostiene. Fermare Green Hunt, difendere i compagni arrestati e i prigionieri politici, sostenere le masse in lotta!
Un mese di azioni e iniziative alle ambasciate, consolati, centri degli interessi economici delle multinazionali indiane, assemblee popolari per informare e sviluppare solidarietà popolare, onorare i martiri della rivoluzione, presentazioni di libri e pubblicazioni del PCI (Maoista) e di intellettuali indiani per conoscere la situazione in India e gli avanzamenti della lotta rivoluzionaria del popolo.


Comitato di sostegno internazionale alla guerra popolare in india
per contatti, adesioni, iniziative:
csgpindia@gmail.com)


pc 6 giugno - Si aprono a Palermo le celebrazioni, festeggiamenti, riflessioni, piani nel glorioso 20° anniversario del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario!

pc 6 giugno - 'Gorizia tu sia maledetta'



Il 23 maggio 2015 a Gorizia è successo qualcosa.
Al “Parco della Rimembranza”, su un palco di legno, c’era un tizio che si chiama Simone Di Stefano – mai visto prima da queste parti -, che parlava di sangue e terra. Sangue italiano e terra italiana. Al suo fianco c’era l’assessora Silvana Romano, di Forza Italia. Davanti a lui un migliaio di sonnambuli che sventolavano tartarughe e tricolori. Di Stefano diceva che bisogna essere pronti a morire per l’Italia, come i fanti del 1915, perché l’Italia sta precipitando nell’abisso per colpa dei traditori e dei nemici della Nazione.
L’assessora al suo fianco applaudiva compostamente. I sonnambuli pure. Erano arrivati da tutte le regioni e avevano attraversato in corteo un dedalo di strade secondarie deserte, per celebrare l’entrata in guerra dell’Italia e per ribadire la sacralità dei confini della Nazione, disegnati col sangue. Ispirandosi alla leggenda della fondazione di Roma, avevano raccolto in uno scudo manciate di terra portate appositamente da tutte – quasi tutte – le province d’Italia.
distefanoIl capoccia di Casapau Simone Di Stefano (a destra) e l’assessora Romano (a destra pure lei).  Curiosità: il padre di Di Stefano è “l’ingegnere” – le virgolette qui sono d’obbligo – di cui ci siamo occupati nell’inchiesta sui due marò

L’unione di terra e sangue può solo far venire il tetano.
Il 23 maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria – cui era legata da una trentennale alleanza difensiva -, dopo aver contrattato con Francia, Inghilterra e Russia, e ottenenuto in cambio dell’intervento non solo Trento e Trieste, ma anche la Dalmazia, l’Albania, la provincia turca di Antalya, e non meglio precisate “compensazioni coloniali”. L’intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale non fu la quarta guerra d’indipendenza, ma imperialismo dispiegato, come proclamò senza ipocrisie Ruggero Timeus. L’intervento fu preparato da una campagna propagandistica martellante e

pc 6 giugno - Mafia capitale - l'ordinanza - un testo politico analitico da leggere


 Il testo completo dell'ordinanza

  • Mafia Capitale. Il testo completo dell'ordinanzaMettiamo a disposizione dei nostri lettori il testo completo dell'ordinanza della Procura di Roma, che ha portato all'arresto di 44 protagonisti della nuova puntata dell'inchiesta sul "mondo di mezzo".
L'unica avvertenza che rivolgiamo ai lettori è che, secondo noi, questa nozione (prodotta dal "pensiero teorico" di Massimo Carinati) va riferita congiuntamente alla massa di "mediatori" che affollano sia le scrivanie delle amministrazioni pubbliche (consiglieri, assessori, funzionari), sia alla quantità di maneggioni (dai Buzzi-Carminati alle coop cattoliche) ne foraggiano le carriere guadagnandoci in appalti.
Mentre il "mondo di sopra" è chiaramente riferito a quei poteri e figure che in queste inchieste non vengono neanche sfiorati. Per esempio: vi pare possibile che non appaia mai né un palazzinaro né un "vaticanista"? A Roma?
Per il "mondo di sotto" invece nessun dubbio: siamo tutti noi, che ci prendono in considerazione solo quando ci ribelliamo.
Il testo: pdfmafia-capitale-Ordinanza_2.pdf2.85 MBL'ordinanza numerno 1: pdfORDINANZA-MONDO-DI-MEZZO.pdf7.39 MB

pc 6 giugno - Solidarietà con gli operai del Comitato di Lotta Cassintegrati e Licenziati Fiat Pomigliano

il 4 giugno  E’ STATA EMESSA LA SENTENZA DEI 5 LICENZIATI FIAT POMIGLIANO: IL GIUDUCE DEL TRIBUNALE DI NOLA SEZIONE LAVORO DOTT.SSA D’ANTONIO RIGETTA IL RICORSO E CON UN PROVVEDIMENTO DEL TUTTO POLITICO CONFERMA I LICENZIAMENTI ED ESPELLE DI FATTO I 5 MILITANTI COBAS RAPPRESENTASTIVI E CON ESSI QUALSIASI OPPOSIZIONE SINDACALE E DI LOTTA ALL’INTERNO DELLA FIAT DI POMIGLIANO.
LA LOTTA CONTINUA..E NON SI ARRESTA!!
I 5 licenziati fanno appello ad una grande mobilitazione contro quest’ennennesima farsa a partire dal 14 giugno a BOLOGNA per un’assemblea nazionale, e domani ore 18 tutti a villa medusa a Bagnoli.
La vergognosa vicenda del licenziamento dei 5 rappresentanti sindacali COBAS della Fiat di Pomigliano ha aggiunto oggi un nuovo tassello al mosaico raccapricciante che da anni ormai stanno realizzando Marchionne, padronato, sindacati asserviti e forze dell’ordine, all’appello mancherebbe solo la chiesa e le banche per concludere il peggio dell’universo massonico.
La storia forse non è nota a tutti e merita di essere brevemente descritta. La scorso mese di giugno 5/2014 militanti del Comitato di lotta cassaintegrati e licenziati Fiat/cobas, dopo aver inscenato un finto e caricaturale suicidio di un manichino raffigurante l’ad Sergio Marchionne all’esterno dei cancelli di Pomigliano (che seguiva il suicidio reale dell’operaia Maria Baratto, di cui è moralmente responsabile la stessa Fiat ed il suo primo dirigente) vengono licenziati in tronco per “aver infangato il buon nome dell’azienda”. Un’azione di repulisti dall’interno del movimento operaio pomiglianese, che seguiva decenni di reparti-confino, cassaintegrazioni prolungate e licenziamenti politici de facto, a cui i 5 compagni insiemE ad altri membri del comitato, dei disoccupati di acerra e varie realta di lotta napoletane, si sono sempre opposti pubblicamente, finendo nella black list incrociata di padronato e sindacati gialli .
La loro lotta però non si è esaurita con il loro licenziamento e da un anno oramai inscenano proteste e

pc 6 giugno - Solidarietà internazionalista con i militanti rivoluzionari turchi della DHF arrestati in Turchia

All’alba del 27 maggio a Instanbul e Kocaeli oltre 800 poliziotti armati con fucili mitragliatori, giubbotti antiproiettile hanno e pesanti arnesi da scasso sfondato le porte e devastato le case di decine di militanti della DHF (Federazione per i Diritti democratici, organizzazione legale di orientamento rivoluzionario e maoista) prelevandone e arrestandone oltre 20.

Agli arrestati è stata contestata l’accusa di appartenere al MKP (Partito Comunista maoista) e di essere stati protagonisti di scontri di piazza lo scorso primo maggio a piazza Taksim e nelle manifestazioni per l’assassinio di Berkin Elvan.

La dimensione e violenza dell’operazione, le forze esagerate impiegate, l’immediata campagna stampa di menzogne criminalizzazione dei “terroristi” arrestati, non lasciano dubbi sulla natura intimidatoria e di rappresaglia dell’attacco repressivo.
Ancora una volta lo stato turco scatena la sua forza armata contro l’opposizione, per dare un monito a tutto il movimento popolare che negli ultimi mesi ha ripreso con forza le strade di tutto il paese e ripetutamente in scacco gli apparati di polizia.
Questo attacco segue di poche settimane quello orchestrato insieme allo Stato tedesco contro un’altra organizzazione dei lavoratori turchi all’estero, ATIK colpita da arresti in diversi paesi.
Lo Stato fascista turco si illude di soffocare la ribellione con arresti, carcere e campagne di criminalizzazione ma, come affermano i compagni turchi:
“La rivolta di Gezi Park e Piazza Taksim di tre anni fa ha prodotto un fatto irreversibile: la gente ha smesso di scappare davanti la polizia, il popolo non ha più paura, anzi scende in strada e dà battaglia a Istanbul come in tutto il paese!”
E così anche dopo questo attacco la risposta popolare è stata immediata e diffusa, affollate manifestazioni di protesta si sono tenute a Istanbul, Dersim, Ankara, Izmir, Antalya, Erzincan, Mersin, Adana e in tante altre città in tutto il paese.
In diversi paesi europei dove è forte la presenza di masse turche e organizzazioni facenti riferimento all'organizzazione colpita si sviluppano in questi giorni manifestazioni protesta e solidarietà.

Lo stato fascista turco che oggi attacca la DHF è lo stesso che da sempre è fedele alleato dell’imperialismo, membro NATO, lo stesso che fiancheggia l’ISIS per soffocare Kobane e la lotta per di liberazione del popolo curdo, buon amico di tutti i regimi reazionari del Medio Oriente e complice dei trafficanti di uomini. Un nemico di tutti i popoli della regione che il governo italiano ha sempre coccolato caldeggiandone l’associazione all’UE.

Le nostre organizzazioni chiamano tutti gli antimperialisti, democratici e rivoluzionari a far sentire la loro voce contro questo nemico comune, al fianco dei rivoluzionari turchi sotto attacco.
Facciamo appello a tutte le forze disponibili ad ampliare anche nel nostro paese la solidarietà internazionale con la DHF, contro l’imperialismo e lo stato fascista turco.

I rivoluzionari turchi arrestati non son soli!
Lo stato fascista turco è un nemico anche nostro e il governo italiano è suo complice!
Viva la solidarietà internazionale!

proletari comunisti – PCm Italia
Soccorso Rosso Proletario

Per info, adesioni:

venerdì 5 giugno 2015

pc 5 giugno - La "buona scuola" di Renzi finanzia e incentiva "l'istruzione" reazionaria/integralista

Bologna, volantino: “Iscrizioni aperte ma a ragazzi normali”. I Salesiani si scusano
Proteste per l'espressione usata da un sacerdote in un avviso in oratorio. I Salesiani Lombardia Emilia: "Un equivoco"
di F. Q. | 4 giugno 2015 

Un invito a unirsi alle attività dei centri estivi purché i partecipanti siano “ragazzi normali“. E’ bastata una foto pubblicata su facebook dal blogger Saverio Tommasi per far scatenare le proteste per un volantino dell’istituto dei Salesiani di Bologna che promuove “Estate Ragazzi”. La frase è firmata da don Luca, sacerdote salesiano che si è scusato per l’espressione, specificando – dopo che il volantino era circolato su alcuni siti – che si è trattato di un equivoco e che andava letto in un determinato contesto. In una nota, i Salesiani Lombardia Emilia hanno poi spiegato che “il termine ‘ragazzi normali’, non vuole assolutamente escludere ragazzi e ragazze aventi qualsiasi tipo di disabilità, ma, nelle intenzioni dell’autore dell’avviso affisso in bacheca, si voleva indicare la possibilità, anche per ragazzi e ragazze non iscritti alla scuola, di partecipare alle diverse iniziative proposte, a patto che vi fossero le predisposizioni richieste dalle attività stesse, predisposizioni da valutarsi anche attraverso un colloquio con il promotore e responsabile delle attività stesse”. I Salesiani hanno inoltre specificato che “le attività estive in oggetto non riguardano quelle di un oratorio o del ‘centro estivo’ promosso dalla parrocchia ‘Sacro Cuore’ di Bologna; sono invece legate al settore scolastico dell’Istituto ‘Beata Vergine di San Luca’, dei Salesiani di Bologna”.

pc 5 giugno - E' giusto contestare artisti al servizio di Renzi. Una prima iniziativa a Napoli

Napoli. Contestato Jovanotti: "Noi non siamo ragazzi fortunati"
Venerdì, 05 Giugno 2015
Je sò pazzo - Napoli