giovedì 5 novembre 2015

pc 5 novembre - Nucleare italiano = Omicidi di Stato

Il dossier dell’Istituto superiore di sanità: “A Bosco Marengo tumori legati alle attività del nucleare”
Mortalità generale più alta dal 1980 al 2008, anche a causa di malattie in qualche modo legate all’attività della Fabbricazioni Nucleari


Mortalità generale più alta a Bosco Marengo dal 1980 al 2008, anche a causa di malattie in qualche modo legate all’attività della Fabbricazioni Nucleari. Il dato emerge dal rapporto sullo «Stato di salute della popolazione residente nei Comuni già sedi di impianti nucleari», redatto dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e riferito alle 9 località italiane dove si trovato impianto nucleari, tutti in dismissione. L’impianto alessandrino era entrato in funzione nel 1973 per produrre combustibile nucleare e l’attività è cessata nel 1995. È ancora in corso lo smantellamento da parte della Sogin, operazione che dovrebbe terminare tra il 2016 e il 2017.  Il rapporto dell’Iss stabilisce che a Bosco la mortalità generale risulta in eccesso, rispetto alla media regionale. Lo stesso accade per la mortalità da malattie del sistema circolatorio. «Tra le patologie - recita il rapporto - con una evidenza sufficiente o limitata di associazione con esposizioni a radiazioni ionizzanti (cioè con la radioattività; ndr), il tumore della tiroide risulta in eccesso nel trentennio, anche se basato su un numero esiguo di casi, e in eccesso, seppur non significativo, nelle singole decadi. Il tumore del polmone risulta in eccesso nella prima decade e sull’insieme dei 30 anni e in eccesso, seppur non significativo, nelle altre decadi. Il tumore dell’utero risulta in eccesso a partire dal 1990, eccesso che si riscontra anche nell’analisi sull’intero trentennio». Lo studio dell’Iss evidenzia un eccesso anche nei casi di mortalità causata dalla malattia di Hodgkin, tumore piuttosto raro del sistema linfatico. «In Piemonte - dice Giampiero Godio di Legambiente - è presente il 93% dei materiali nucleari italiani, tra Saluggia, Trino e Bosco Marengo. Quasi tutta la radioattività quindi è qui. Lo studio dell’Iss deve far riflettere poiché dimostra quali sono le conseguenze della scelta nuclearista dei decenni scorsi. Sarebbe bastato, all’epoca, puntare sul fotovoltaico, che oggi ha superato, in soli dieci anni, l’energia prodotta a suo tempo dal nucleare, con 93 miliardi di kwh, senza lasciare scorie radioattive».

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