lunedì 23 novembre 2015

pc 23 novembre - L'affare della guerra all'IS, il balzo dei titoli della Difesa

da repubblica
Nel gioco delle armi, d'altra parte, l'Italia ha un ruolo non di secondo piano. I dati del Sipri di Stoccolma, istituto specializzato nella ricerca sul commercio di armamenti e speseper la Difesa, affida alla Penisola il 3% del mercato delle armi nel periodo 2010-2014, in crescita di un punto rispetto al quinquennio precedente. Il primo cliente delle armi italiane sono gli Emirati Arabi Uniti (Eau), con il 9% del totale delle spedizioni, a pari merito con l'India e un piccolo passo avanti rispetto alla Turchia. Proprio gli Emirati sono stati uno dei maggiori acquirenti di armi (nel 2010-2014) di tutto il globo: sono nella top five (con il 4% dell'import mondiale di armamenti) e sono gli unici, insieme a Cina e India, ad essersi confermati tra i primi cinque acquirenti di apparati di Difesa rispetto al quinquennio precedente.

...In che modo la lotta al terrorismo sia un affare interessante per le aziende del comparto è scritto anche nella relazione al bilancio 2014 di Finmeccanica,
portabandiera italiana della Difesa. Già in chiusura dello scorso esercizio, ad assalto a Charlie Hebdo concluso, si registrava che "la spesa per nuovi investimenti tenderà nei prossimi anni a crescere con un ritmo intorno al 2% annuo, grazie al lancio di programmi per lo sviluppo di nuovi sistemi di armamento e allo stanziamento di fondi per operazioni contro il terrorismo organizzato internazionale (circa 40 miliardi di euro tra il 2015 e il 2017)". Un processo che i recenti fatti ha senza dubbio accelerato, ma che - per quanto concerne la presenza nella aree calde del Medio Oriente e del Golfo -, si innesta su una situazione che già era redditizia. La stessa relazione annotava: "I budget di spesa della Difesa sono previsti sostanzialmente stabili (intorno a 1.300 miliardi di dollari per anno), con una progressiva crescita di importanza delle aree di nuova industrializzazione (Asia-Pacifico, Medio Oriente, Paesi del Golfo)". L'azienda della Difesa è presente con dodici siti tra Arabia, Emirati arabi uniti e aree circostanti. Con gli Eau, in particolare, nel bilancio di sostenibilità Finmeccanica ricorda che c'è un interesse "testimoniato dalla più che quarantennale presenza sul territorio degli Eau, con i quali sono stati avviati importanti programmi di sviluppo che hanno condotto alla creazione di una sede ad Abu Dhabi, con funzione di coordinamento di tutte le attività nell’area. Finmeccanica intende rafforzare la partnership con gli Emirati Arabi Uniti mediante la definizione di ulteriori alleanze con il settore pubblico e privato e con importanti enti di ricerca governativi, ampliando la rete di collaborazione con i player di settore locali". A scanso di equivoci, proprio in questi giorni l'ad Mauro Moretti è tornato a chiarire che l'interesse è rivolto in tutte le direzioni: "Fornire armamenti a paesi come Arabia Saudita e Qatar che sono considerati controversi? Sono paesi che sono legittimati dagli Usa ed entrano a far parte del fronte Occidentale in questa vicenda".

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