sabato 21 novembre 2015

pc 21 novembre - Chi combatte contro i CIE viene criminalizzato, ma la repressione non fermerà la lotta contro ogni deportazione e lager

(Osservatorio sulla Repressione)

Perquisizioni a Roma e fogli di via da Brindisi per chi partecipa alla lotta contro i CIE
riceviamo e pubblichiamo esprimendo solidarietà a tutti coloro che combattono contro le galere e i luoghi di detenzione, per la libertà di tutti.

LECCE: Notificati sei fogli di via da Brindisi

Nella settimana appena trascorsa sono stati notificati sei fogli di via, per tre anni, dal territorio comunale di brindisi, ai danni di altrettanti compagni e compagne attivi a lecce. Motivo: i recenti saluti davanti al CIE di Brindisi-Restinco in solidarietà agli immigrati lì reclusi, in occasione dei quali i compagni sono stati fermati, schedati e denunciati per manifestazione non autorizzata, adunata sediziosa, istigazione a delinquere e vilipendio delle forze armate.
Il cie è stato riaperto a ottobre, dopo una lunga chiusura causata dalle numerose rivolte dei prigionieri che lo avevano reso inagibile. Con queste misure di allontanamento dei solidali, la questura vorrebbe ulteriormente accentuare l’isolamento fisico e funzionale di questa struttura detentiva. Infatti il tentativo di spezzare la solidarietà con l’esterno mira a far si che questo lager, già isolato nella campagna brindisina, ridiventi un luogo nascosto nell’ombra e ricada nella totale indifferenza.

ROMA: Mercoledì mattina a Roma, verso le 6,30 alcuni compagni e compagne sono state perquisiti nelle proprie case di residenza. A bussare alla porta c’erano poliziotti e digos che hanno sequestrato oggetti
personali e notificato fogli di via. Le accuse sono manifestazione non autorizzata, con riferimento ai presidi sotto le mura del CIE di Ponte Galeria di settembre e ottobre, e oltraggio a pubblico ufficiale. Sul fatto c’è poco da commentare, la cronaca e le accuse parlano da sè. Non ci soffermiamo troppo a denunciare questo gesto intimidatorio delle guardie, ci interessa piuttosto capire quello che ci sta succedendo intorno, attrezzarci e organizzarci.

Sono molti mesi, ormai, che con cadenza mensile andiamo davanti al lager di Ponte Galeria con l’intento di rompere il silenzio e l’isolamento in cui tante persone senza documenti sono costrette, per supportare le lotte che chi è rinchiuso/a porta avanti con coraggio e determinazione. Come pochi giorni fa a Torino al CIE di corso Brunelleschi, dove i detenuti hanno dato fuoco a tre aree del centro rendendole inagibili o come un mese fa a Ponte Galeria, quando un ragazzo per resistere alla deportazione si è arrampicato sul tetto.

Certamente non ci stupisce l’accanimento verso persone che portano avanti percorsi di lotta concreti, ma è importante segnalare l’utilizzo massivo e indiscriminato di diverse misure repressive. Da un pò di tempo a Roma, come in altre città, si stanno moltiplicando misure e sanzioni, che vanno dai fogli di via alle firme, dalle multe agli avvisi orali. Una strategia complessiva che mira a controllare e gestire la città in modo capillare e preciso. Una città commissariata, in cui c’è una sorta di stato di polizia, e in attesa del grande evento del Giubileo, grande prova d’esame dal punto di vista del controllo, della sicurezza e della gestione.
Le perquisizioni di ieri mattina non ci spaventano e non ci scoraggiano. Ne cogliamo però il significato complessivo perché non sono un atto isolato.

Andare e tornare dai presidi a Ponte Galeria sta diventando sempre più complicato. Durante gli ultimi appuntamenti, infatti, molti solidali che volevano raggiungere il CIE sono stati fermati da polizia e controllori, che non facevano ripartire il treno o bloccavano gli ingressi, dispiegandosi in forza dentro le stazioni e minacciando i presenti.

Dentro il CIE Ponte Galeria la situazione è come al solito insopportabile. Le celle sono stracolme di persone e le deportazioni all’ordine del giorno. I presidi, non ci stancheremo mai di dirlo, sono momenti importanti per tenere viva non solo la solidarietà con chi è dentro, ma per dare costanza alla comunicazione con i detenuti e le detenute, per contiuare a supportare chi lotta dentro e per organizzare al meglio la risposta fuori.

Chiamiamo quindi tutti e tutte a partecipare in tanti e tante al prossimo presidio, che sarà il prossimo 12 dicembre. Sarà fondamentale essere numerosi/e, determinati/e e con la rabbia di sempre.

Complici e solidali con chi lotta
contro ogni gabbia e frontiera

Alcuni nemici e nemiche delle frontiere

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