martedì 10 novembre 2015

pc 10 novembre - Fincantieri Palermo: basta con la cassa integrazione...

Purtroppo ieri, nonostante un tentativo di opposizione della Fiom, e con il sostegno attivo di Fim-Cisl e Uilm-Uil, come si può leggere benissimo nell’articolo che riportiamo sotto, la Fincantieri ha fatto partire la cassa integrazione per oltre un centinaio di operai.

Come è stato scritto nel comunicato dello Slai cobas per il sindacato di classe diffuso tra gli operai, la Fincantieri “non ha nessuna scusa per l'ennesimo tentativo di mandare gli operai a casa. Non c'è nessuna ragione dato che l'azienda, adesso pure quotata in Borsa, va benissimo, vanta profitti e soprattutto un “portafoglio ordini” cioè navi di tutti i tipi da costruire, per miliardi di euro.”

E ancora “Sono tantissimi anni oramai che a Palermo la Fincantieri non dà commesse per la costruzione di navi, ma si limita a riparazioni e trasformazioni (peraltro sempre portate a termine con un lavoro eccellente da parte degli operai) che non risolvono il problema dei carichi di lavoro, lasciando sempre nell'incertezza gli operai, mentre dall'altra parte si caricano eccessivamente gli altri stabilimenti con l'impiego massiccio dello straordinario.” E questo ha portato al fatto che: “La Fincantieri in questo modo ha cambiato di fatto la “missione produttiva” del cantiere di Palermo, prendendo di tanto in tanto la scusa dei bacini che si devono rinnovare. E questo è un problema, che tirando in ballo le competenze e gli impegni della Regione al riguardo, è di fatto diventato una barzelletta e una ulteriore scusa per la direzione aziendale che non si capisce seriamente che “progetto aziendale” abbia e che sembra invece oggettivamente e da ogni punto di vista senza logica visto che lo stabilimento sembra progressivamente “abbandonato”!

L’arroganza dell’azienda è percepibile anche dal fatto che “L'avviso della cassa integrazione è stato preceduto, ma il “fenomeno” dura oramai da tempo, da una serie di pressioni “disciplinari” intimidatori nei confronti degli operai che bisogna respingere e rimandare seriamente al mittente.”

Lavoro. Fim e Uilm hanno firmato l'accordo, la cig ordinaria parte domani. Ma riguarderà meno dipendenti
Fincantieri in... cassa l'accordo
Contraria a qualsiasi tipo di accordo sulla cassa integrazione la Fiom Cgil, che ieri ha proclamato lo sciopero
scattano da domani le tredici settimane di cassa integrazione ordinaria a rotazione per gli operai del Cantiere navale. Ieri mattina, nella riunione organizzata da Confindustria con i sindacati dei metalmeccanici e Fincantieri, è arrivato il via libera da parte di Fim Cis e Uilm Uil, dopo che avevano ottenuto il sì dei lavoratori attraverso un referendum, contraria a qualsiasi tipo di accodo sulla casa integrazione la Fiom Cgil, che ieri ha proclamato lo sciopero e ha chiesto all'azienda più carichi di lavoro al posto degli ammortizzatori sociali.

L'accordo ha portato anche qualche novità rispetto alla richiesta originaria dell’azienda, come la riduzione del numero di lavoratori sottoposti alla cig, che passa da 160 a 148, così come la punta massima di tute blu sotto paracadute sociale: da 105 a 95.
Ieri mattina, ad attendere i lavoratori sotto la sede di Confindustria, in via XX settembre, c’era un nutrito schieramento di forze dell’ordine. A parte qualche schermaglia all’indirizzo dei sindacati che avevano già espresso la volontà di siglare l’accordo, la situazione è rimasta sotto controllo.
La mancanza di carichi di lavoro preoccupa tutti, non solo gli operai diretti. Nell’indotto, per esempio, la situazione è ancora più tragica perché si ritrovano senza lavoro e senza ammortizzatori sociali.

“A queste imprese in emergenza si aggiunge la fine delle attività per tutti i saldatori, i carpentieri, le imprese di pulizia e gli addetti alla mensa – dice Francesco Foti, della segreteria provinciale Fiom Cgil -. Da domani 700 lavoratori sono fermi e senza un reddito.” Al tavolo di Confindustria sono arrivate le proposte dei sindacati, per tentare di migliorare l’accordo. Molte delle quali sono state accettate dall’azienda, a cominciare dalla riduzione del numero degli operai che andranno in Cassa. Sono previste anche trasferte in altri stabilimenti. A vedere il bicchiere mezzo pieno è Vincenzo Comella, segretario provinciale della Uilm. “La Cig riguarderà meno lavoratori del previsto – spiega Comella, ticket restaurant, rimborso spese per i giorni di formazione durante la cassa e maturazione della tredicesima mensilità. Inoltre l’azienda ha garantito un rilancio del cantiere navale per i quattro anni oltre che corsi di formazione. Dire “no” è semplice – conclude Comella -, lavorare e assumersi le proprie responsabilità è di certo più difficile. Adesso chiediamo a Fincantieri di credere nel futuro del cantiere navale e di fare buoni progetti di sviluppo e creare occupazione”.

C’è da dire che l’azienda, a causa della carenza di lavoro e di infrastrutture strategiche – e qui entro in gioco il ritardo sulla costruzione del nuovo bacino galleggiante di 80 mila tonnellate – aveva deciso comunque l’avvio della procedura di cassa nei giorni scorsi, infatti, nel bel mezzo della consultazione referendaria tra i lavoratori, Fincantieri aveva già inviato la comunicazione agli operai. “Dopo il sì espresso dai lavoratori con il referendum al qual, ribadiamo, abbiamo invitato tutti a partecipare democraticamente come giusta consuetudine – commentano il segretario Fim Palermo Trapani Ludovico Guercio e Nino Clemente Rsu Fim – abbiamo firmato l’accorso sulla cig che l’azienda ava comunque già avviato unilateralmente. È una fase che non ci lascia tranquilli. Ma con l’accordo le Rsu potranno far di tutto per tutelare al meglio i lavoratori in questo passaggio”.

Per la Fim, inoltre, uno dei passaggi fondamentali dell’accordo si basa sul fatto che “Fincantieri precisa che Palermo, al pari degli altri stabilimenti del gruppo, farà parte delle attività produttive del prossimo quadriennio e, a partire da febbraio, è annunciata l’avvio di una sessione di costruzione”.

Dalla segreteria confederale della Cisl Palermo Trapani arriva il monito del segretario Daniela De Luca: “Bisogna subito realizzare l’infrastruttura per l’off-shore, il bacino da 80 mila tonnellate, e garantire così quella ripresa delle attività per il secondo semestre del 2016 annunciata da Fincantieri. Sia chiaro che questo resta il nodo centrale della vertenza, per la quale faremo sentire la nostra voce in caso contrario”. In casa Cgil arriva invece la condanna del segretario della Camera del lavoro, Enzo Campo: “Sbaglia Fincantieri a non dare commesse al cantiere navale di Palermo per garantire la piena occupazione, come è stato fatto in tutti gli altri siti d’Italia – dice Campo – La cassa integrazione non ha una motivazione. Sembra più che altro una decisione strumentale, per non affrontare il tema della crescita, dello sviluppo e delle opportunità di lavoro nel Mezzogiorno, in Sicilia e a Palermo in particolare”.
Giornale di Sicilia
8 novembre 2015

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