domenica 6 settembre 2015

pc 6 settembre - Dal seminario di proletari comunisti - PCm Italia i compiti interni ed esterni

Proletari comunisti-. PCm Italia ha tenuto il suo seminario di fine agosto per avanzare nella costruzione del Partito Comunista maoista in Italia. La costruzione del Partito è innanzitutto formazione dei quadri, ruolo d'avanguardia nella lotta di classe, linea di massa per organizzare, mobilitare le masse operaie, proletarie, giovanili e femminili nella lotta sociale e politica, per trasformarla in lotta rivoluzionaria, trasformando nella lotta le masse stesse.
Il Partito dei quadri significa liberarsi innanzitutto di opportunisti, individualisti, elementi arretrati che possono essere presenti nelle nostre fila – e lo abbiamo fatto ad esempio a Palermo - ma significa anche guidare la trasformazione dei quadri nel fuoco della lotta di classe in stretto legame con le masse, per eliminare cristallizzazioni, mentalità burocratica e impiegatizia, stile di lavoro e stile di vita non adatti alla natura e all'azione del partito che stiamo costruendo.
Se il seminario è servito si deve vedere subito. Questo perchè Proletari comunisti- PCm Italia non è un gruppo di 'beati costruttori di partito', di economicisti e movimentisti.
Da Taranto a Palermo, da Bergamo a Roma, devono parlare le azioni, i fatti, i passi concreti, in materia di organizzazione, crescita teorico-politica, legame e organizzazione delle masse. 
Questo deve essere visibile non nelle nostre sedi, ma nella realtà quotidiana.
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Nel fuoco della lotta di classe significa oggi concentrarsi sui due problemi essenziali: 
la lotta per la caduta del governo Renzi, 
la lotta solidale e antimperialista nell'emergenza migranti.
Su questo Proletari comunisti -intende fare di questo autunno un autunno di guerra al governo, con proposte, iniziative unitarie e iniziative autonome che acuiscano lo scontro di classe e facciano conoscere i maoisti italiani come punto di riferimento e di avanguardia in questa lotta, al servizio degli interessi delle masse operaie, proletarie.

Sulla questione immigrazione occorre assumere un ruolo di prima fila nella solidarietà, nell'organizzazione della lotta dei migranti, nella trasformazione dell'emergenza in lotta contro l'imperialismo, i suoi Stati, i suoi governi - innanzitutto il nostro - che prima producono miseria e guerra e poi rifiutano accoglienza, libertà di circolazione, diritto d'asilo,diritto di cittadinanza.
Esprimere solidarietà significa combattere innanzitutto il razzismo nelle sue forme di Stato, politiche e nelle sue espressioni di massa.
Quest'ultimo fronte è il fronte principale dato che noi puntiamo sulla mobilitazione delle masse per raggiungere i nostri obiettivi.
Dallo Slai cobas per il sindacato di classe di Palermo è partito un appello a fare una battaglia esplicita contro il razzismo nelle fila dei lavoratori, precari,disoccupati,masse popolari. E' una trincea che deve investire le lotte, ma anche la base dei sindacati di base e del sindacalismo confederale, dato che toccherebbe al sindacato come organizzazione di classe e di massa essere protagonista della solidarietà e dell'unità tra lavoratori e masse di migranti. Invece oggi i sindacati confederali e non solo sono i sostenitori del silenzio complice verso i governi imperialisti, lasciano soli i migranti che arrivano nei barconi, così come quelli rinchiusi nei Cie, nei Cara e nei mille luoghi in cui sono depositati e deportati 
I sindacati  dei lavoratori devono promuovere manifestazioni di solidarietà con i migranti e contro il razzismo. “Mai con Salvini” non può essere la parola d'ordine e l'azione solo dei settori più combattivi del movimento che pagano e paghiamo con denunce, arresti.
Proletari comunisti-PCm Italia e le organizzazioni del lavoro di massa da esso dirette e influenzate devono promuovere prese di posizione, scioperi, manifestazioni su questi temi.
In questo senso l'eperienza dello Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto di questo ultimo mese è un esempio che parla all'intero movimento di lotta.
E' naturalmente importante l'organizzazione sindacale di classe dei migranti che lavorano nel nostro paese, nel settore della logistica e in numerose fabbriche e posti di lavoro. 
Ma anche qui non si può tenere la lotta degli operai della logistica in un recinto sia pure combattivo e classista. 
Proletari comunisti- PCm Italia si batte invece perchè questo settore proletario sia alla testa della lotta contro i padroni, contro l'imperialismo e che scenda in campo qui ed ora nella battaglia per l'accoglienza, la libertà di circolazione, il diritto di asilo e il diritto di cittadinanza

La questione migranti è l'espressione della contraddizione principale nel mondo tra imperialismo e popoli oppressi. Sono le guerre, la rapina e la contesa imperialista per il controllo delle materie prime, delle fonti energentiche - dentro l'attuale crisi economica mondiale - che tornano a casa; e quindi sono un terreno centrale della lotta antimperialista all'interno dei paesi imperialisti.
Noi appoggiamo tutte le iniziative in corso, in Italia e in Europa, per l'accoglienza, i diritti dei migranti, ma in tutte queste iniziative dobbiamo sostenere con forza che non esistono “migliori politiche per l'immmigrazione”, senza rovesciare i governi imperialista, a partire dal nostro governo.

L'estate ha fatto tornare in evidenza attraverso il carico di morte da fatica, l'esercito sommerso dei braccianti, dalle campagne del sud a quelle altrettanto pregne di schiavismo del nord. Tutti si sono dati a raccontare la fatica e la schiavitù dei braccianti, tra cui tante donne che oltre che schiavizzate vengono molestate e violentate; tutti a scaricare la colpa solo sui caporali e a fare oggettivamente da sponda alle cosiddette “nuove leggi sul caporalato” del governo.
Ma i caporali sono l'ultimo sporco anello di un sistema che è lo sfruttamento capitalistico e imperialista dei braccianti e dell'agricoltura, è il sistema dei padroni che realizza nelle campagne già ciò che governi e padroni vogliono realizzare in tutto il sistema industriale con leggi, come il jobs act, ecc.
La lotta nelle campagne è lotta anticapitalista e antimperialista dei settori più sfruttati e schiavizzati del proletariato e quindi è un anello della riorganizzazione, ricostruzione del sindacalismo di classe, e dell'unità di classe.
 Tocca quindi al sindacalismo di classe assumersi questa responsabilità.
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Il sindacalismo di classe non è il sindacalismo di base che si modella secondo le normali dinamiche del dissenso sindacale di tutti i settori del mondo del lavoro rispetto ai governi e al sindacalismo confederale – vedi oggi la lotta contro la “Buona scuola”, ecc. - ma il centro e il luogo della riorganizzazione degli operai di fabbrica e dei settori più sfruttati del proletariato.

Nel nostro Seminario abbiamo tracciato la nostra linea di lotta contro il governo Renzi, comitato d'affari dei padroni imperialisti italiani, governo dentro la tendenza moderno fascista; governo che vuol cancellare diritti fondamentali della classe operaia, del mondo del lavoro; governo che su tutti i campi attacca e peggiora le condizioni delle masse popolari (scuola, sanità, territori, ambiente, ecc.). Noi non pensiamo che dalle elezioni possano venire governi migliori e consideriamo tutte le opposizioni elettorali al governo Renzi, dentro e fuori dal parlamento, assolutamente non in grado di dare una risposta alle esigenze delle masse. 
Noi pensiamo che occorra una rivolta sociale e politica dei proletari e delle masse popolari, giovanili. Senza questa rivolta non si creano nuove condizioni nella lotta di clase e nei rapporti di forza in questo paese.

Per questo consideriamo anche tutte quelle forze nel nostro campo alla ricerca affannosa di 'fronti anti euro', 'nuove Siryza', 'governo di blocco popolare'... degli ostacoli alla polarizzazione dello scontro di classe e alla riorganizzazione politico sociale del movimento operaio e popolare e dei suoi strumenti necessari, in primis il partito rivoluzionario, il sindacato di classe e il fronte unito, la forza combattente d'avanguardia e di massa.

Affermare tutto questo e non incarnarlo attraverso l'azione d'avanguardia del nostro partito sarebbe chiaramente una contraddizione di termini. 
La strada è tuttora lunga e tortuosa, ma il sentiero  della rivoluzione proletaria e socialista è luminoso.

Proletari comunisti - PCm Italia
settembre 2015

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