domenica 6 settembre 2015

pc 6 settembre - CERNOBBIO - "MATTEO MEGLIO DI BERLUSCONI" - RENZI: L'ART. 18 NON C'E' PIU'

Bombassei: “Matteo meglio di Berlusconi”... SU QUESTO SIAMO D'ACCORDO.


Gli industriali lo hanno accolto bene (addirittura entusiasta il patron di Brembo e deputato di Scelta civica, Pietro Bombassei: “Se si votasse domani, tutti qui sceglierebbero Renzi”), visto che sono gli unici che stanno godendo dei provvedimenti del governo Renzi, del jobs act che ha dato loro uno strumento certo per avere sempre manodopera precaria, flessibile in uscita, con pochissimi residuali diritti via via in perdita fino al via libera al controllo a distanza dei lavoratori; industriali che stanno godendo degli sgravi contributivi, fiscali, della libertà di licenziare quando e come vogliono.

E chiaramente Renzi ha subito ricordato il suo merito di aver cancellato l'art. 18 (“Oggi l’articolo 18 non c’è più, ve l’avevo detto e l’ho realizzato in pochi mesi”), e di aver dato una svolta pro padronato alla questione del lavoro.
Il resto sono le chiacchiere che vengono periodicamente tirate fuori: l’occupazione che cresce, la disoccupazione che diminuisce, il precariato che inizia a ridursi, i contratti più stabili (che ripartono sempre da zero con i contratti a tutele (de)crescenti)....

“Noi siamo al governo da 18 mesi - ha detto Renzi - I numeri che abbiamo vedono ad oggi un aumento dei posti di lavoro di 236mila unità, l'Italia ha perso 927mila posti di lavoro durante la crisi. Inoltre stiamo permettendo agli italiani di avere un lavoro a tempo indeterminato... A questo si aggiunge un significativo aumento dei contratti stabili, in crescita del +36%, e un crollo delle ore di cassa integrazione del 26%”.
Per Renzi non ci sono dubbi: merito soprattutto del Jobs Act: “Non è un caso che l’articolo 18 non ci sia più. L’Italia ha ormai voltato pagina sul lavoro”.

Non solo, l'intervento di Renzi anche su altri temi è tutta un'autopropaganda che più che il ridicolo Berlusconi, ricorda il tragico Mussolini: “Negli ultimi 20 anni solo per tre volte la crescita dell’economia italiana è stata in linea con quella europea. Invece in questo semestre siamo tornati sugli stessi livelli dei nostri partner... L'Italia non è più il problema dell'economia europea, non è più un problema dell'economia mondiale ma è un paese solido".

Non manca chiaramente l'attacco ai sindacati, fatto con toni sbrigativi  - che se fosse riferito solo ai sindacati confederali sarebbe anche giusto: "Il tempo dei patti di sindacato, degli amici degli amici è finito", ma che in realtà ha come obiettivo il movimento sindacale dei lavoratori, le loro lotte.

Certo, i padroni vogliono di più. Dice Mario Moretti Polegato, proprietario di Geox. “...gli darei un 9. Ora per diventare più competitivi serve più flessibilità sul mercato del lavoro e interventi sulla burocrazia e la giustizia...”. Ma su quest'ultimo punto possono stare tranquilli. Renzi ha dimostrato, con l'Ilva di Taranto e il suo 8° decreto fatto in tempi record, come i giudici che vogliano mettere i bastoni tra le ruote ai profitti del padronato, possano essere zittiti e le loro ordinanze annullate, in violazione aperta di leggi, norme Costituzionali.

E Renzi promette a tutti e su tutti i fronti: alla Marcegaglia (Eni) e alla Greco (Enel) promette: “Il mio governo ha portato le donne alla presidenza delle società, ora è il momento di indicare donne anche per il ruolo di amministratore delegato”; all’ex governatore del Friuli Riccardo Illy, che avanza alcuni dubbi sul taglio delle tasse, promette: “Dobbiamo levare di mezzo una volta per tutte Imu e Tasi... Poi faremo gli altri interventi su Ires e Irpef che abbiamo in cantiere”; sulla spending review promette che i risultati contabili dei tagli si possono vedere... anche l’anno successivo.

Ma, accoglienza per accoglienza, se veramente Renzi farà il suo tour in 100 città, vedrà come verrà accolto dai lavoratori, dalle masse popolari...

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