mercoledì 2 settembre 2015

pc 2 settembre - La lotta degli operai indiani

un testo pervenutogeneralstrike28-2-2012-1

Il 2 settembre 11 centrali sindacali hanno proclamato uno sciopero nazionale contro l’attacco del governo agli operai e le masse lavoratrici. Tra queste 11 centrali sindacali si sono non solo quelle di “sinistra”, CITU, AITUC, CUS ecc., ma anche sindacati, come INTUC e BMS, legati ai partiti della classe dominante, il Congresso e il BJP. 
Queste confederazioni hanno stilato una piattaforma di 12 punti di rivendicazioni, tra cui misure urgenti per contenere gli aumenti dei prezzi, mettere fine ai disinvestimenti, cessare la prassi degli appalti perenni, salario minimo di 15.000 rupie. Lo sciopero è anche contro gli investimenti stranieri diretti nei trasporti, previdenza e difesa e contro la riforma del leggi sul lavoro.

2.
Non c’è dubbio che il governo centrale in carica di Narendra Modi ha scatenato, in nome delle riforme economiche, un durissimo attacco alle condizioni di vita degli operai e delle altre masse
lavoratrici indiane. La legislazione del lavoro è modificata per dare ai capitalisti mano libera per "assumere e licenziare" i lavoratori a loro piacimento. Sempre nuovi settori dell'economia vengono aperti alla razzia del capitale imperialista e della borghesia indiana. Le altre aziende del settore pubblico vengono svendute al grande capitale indiano e straniero. La spesa sociale viene ulteriormente ridotta, ecc.

3.
Questo attacco era in larga parte previsto, perché fin dall'inizio dell’ultima campagna elettorale era evidente che la  borghesia era ansiosa di mettere il suo fido luogotenente Narendra Modi al timone del potere esecutivo. Se esso è parte integrante dell'assalto di globalizzazione e liberalizzazione che prosegue da circa 25 anni, in termini di ferocia, è molto più pesante che nel recente passato.
Il  governo centrale a guida BJP ha scatenato questo attacco al servizio dei loro padroni, he cercano di divincolarsi dalla crisi in cui si trovano scaricandone il peso sulle spalle di classe operaia e delle masse lavoratrici. Non c'è dubbio che occorre non solo una protesta contro questo tremendo attacco, ma serve è una lotta di resistenza della classe operaia che fermi questo attacco.

4.
Tuttavia, l'esperienza degli ultimi 25 anni o ha anche dimostrato chiaramente che i partiti a cui queste centrali sindacali sono legate sono stati in diverse occasioni al governo degli Stati o dell’Unione ed erano fianco a fianco con le classi dominanti nell'attuazione delle politiche di globalizzazione e  liberalizzazione a favore di borghesia indiana e del capitale imperialista.
Inoltre, in questo stesso periodo, questi sindacati, in particolare quelli di 'sinistra', hanno organizzato numerosi scioperi generali dell’industria, ma non hanno neppure provato a costruire la lotta contro l'attacco dei capitalisti a livello di fabbrica. Anzi, in stati come Bengala Occidentale, dove sono stati al potere governativo per lunghi anni, sono stati attivamente collusi con i padroni che attaccavano gli operai e i lavoratori e hanno perfino costretto gli operai ad arrendersi all’attacco padronale. Non c’è alcun dubbio che senza combattere i capitalisti a livello di fabbrica, no si può costruire una lotta unitaria a livello nazionale contro l'attacco concertato della classe capitalista e dei loro rappresentanti, i governi. Perciò questa convocazione di uno sciopero nazionale di chi diserta la lotta dei lavoratori a livello di fabbrica, non è altro che una lavata di faccia per coprire la loro azione filo-capitalista e ha lo scopo di portare i lavoratori al loro fianco per ingannarli.

5.
Interloquire con i probabilmente pochi lavoratori organizzzati e non passare da crumiri, nell'attuale situazione, è una cosa, ma ci sono gruppi comunisti rivoluzionari che danno il loro pieno appoggio a questo sciopero generale dell’industria del 2 settembre e al suo spirito. Probabilmente, credono che questo sciopero, con tutti i suoi limiti, sia comunque una lotta contro le politiche del governo, mentre, al contrario, i lavoratori in generale sembrano rimanere freddi verso di questi scioperi rituali. Ciò è inevitabile perché, per loro esperienza, i lavoratori sono consci dell’inutilità di questi scioperi se inseriti nelle manovre dei vecchi partiti e dei loro sindacati.
Questi gruppi comunisti rivoluzionari non comprendono che queste centrali sindacali non hanno alcuna intenzione, né la capacità, di costruire una vera lotta di resistenza contro le politiche del governo. Anzi, con questi scioperi ingannano i lavoratori e li tengono nel del loro gregge. Non ci può essere alcun dubbio che solo sviluppando una vera lotta di resistenza della classe operaia, in alleanza con altre masse lavoratrici, si può contrastare l'attacco delle classi dominanti e che la classe operaia non può costruire questa lotta se non si libera dalle influenze di questi vecchi sindacati e partiti parlamentari. Se si fraintendono questi scioperi come lotta, si impedisce ai lavoratori di liberarsi dalla dannosa influenza di questi sindacati e partiti, in particolare i partiti riformisti-revisionisti e i loro sindacati, e di prepararsi per una futuro vera lotta unitaria nazionale.

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